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FER1: cos’è il Decreto Rinnovabili e come funziona
Il Decreto FER1 promuove la produzione di energie rinnovabili e la creazione di nuovi impianti. Vediamo come funziona e come si può accedere agli incentivi.
Il fotovoltaico in Italia è chiamato a vivere nei prossimi anni la fase della sua definitiva maturità, così da guidare la decarbonizzazione del sistema elettrico italiano in vista del raggiungimento degli obiettivi europei al 2030. Nonostante si tratti di una risorsa relativamente giovane, il solare fotovoltaico in Italia ha alle spalle una serie di fasi decisamente diverse tra di loro. Sino al 2007, infatti, costituiva una tecnologia sostanzialmente sperimentale, con poche installazioni limitate alle iniziative di qualche Pubblica Amministrazione volenterosa o di alcuni privati particolarmente attenti alla sostenibilità ambientale delle proprie azioni.
La grande svolta è arrivata con l’emanazione del Conto energia, il sistema di incentivazione coordinato dal GSE che incentivava direttamente il kWh fotovoltaico prodotto. Grazie a questo sistema indubbiamente generoso, il fotovoltaico in Italia ha conosciuto una crescita incredibile nel giro di pochi anni: da poco più di 100 MW di installato nel 2007 si è arrivati nel 2013 a circa 18 GW di capacità installata, in buona parte concentrata nel Sud del Paese e caratterizzata dalla presenza di molti impianti di grandi dimensioni. Il 2013, in particolare, è stato l’ultimo anno in cui gli impianti fotovoltaici hanno potuto accedere al Conto energia. Il motivo? Il costo giudicato eccessivo di questa incentivazione, arrivata a costare circa a 6 miliardi di euro l’anno, garantiti dalle bollette elettriche di cittadini e imprese. Da allora si è aperta una terza fase per il fotovoltaico, caratterizzata da numeri più piccoli e da installazioni legate soprattutto al settore residenziale, anche per via dell’esistenza di sistemi di incentivazione indiretti (come le detrazioni fiscali del 50%).
Questa terza fase è sostanzialmente continuata sino ad oggi, nonostante alcuni importanti cambiamenti che hanno aumentato il sostegno normativo alla diffusione del fotovoltaico in Italia, tra cui il Decreto Fer 1, l’apertura a Seu e Comunità energetiche, il Superbonus al 110%. In tutti questi anni. infatti, il fotovoltaico in Italia è arrivato (secondo le stime Enea/Iea) a circa 21,7 GW di potenza installata, di cui circa 0,8 GW installati in un anno difficile come il 2020 (+12% rispetto al 2019). Da un punto di vista della generazione elettrica, la produzione fotovoltaica è cresciuta anche nel 2020 (+9,6%), con circa 25,5 TWh prodotti, pari a poco meno del 10% della produzione netta nazionale.
Segnali che sono senza dubbio incoraggianti per il fotovoltaico in Italia, chiamato a entrare senza ulteriori indugi nella sua quarta fase. Infatti, secondo il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) il fotovoltaico è chiamato a svolgere un ruolo da protagonista nel sistema elettrico nazionale – decisamente preminente rispetto a tutte le altre fonti rinnovabili – , guidandone una profonda decarbonizzazione. In particolare, il PNIEC prevede un target di 52 GW di capacità fotovoltaica entro il 2030, oltre il doppio rispetto ai 20,9 GW installati fino al 2019. In particolare, la crescita dovrebbe accelerare notevolmente nel periodo 2023-2025, con una nuova capacità media annuale aggiuntiva pari a circa 4,6 GW, ovvero numeri che non si vedono dal biennio d’oro 2010-2011. La grande domanda è, naturalmente, come saranno raggiunti questi numeri, che ai ritmi attuali di crescita appaiono decisamente ambiziosi? Senza dubbio non saranno sufficienti le installazioni residenziali, ma dovranno essere installati anche un numero cospicuo di grandi impianti a terra (almeno 7-8 GW).
Proprio questo, al momento, appare il punto più difficile per l’espansione del fotovoltaico in Italia, dal momento che le aste previste dal Decreto Fer 1 sono andate sostanzialmente deserte. Occorrerà dunque adottare delle semplificazioni normative a livello centrale/locale, ad esempio rendendo possibile il ricorso dell’istituto della procedura abilitativa semplificata (PAS) per alcune tipologie specifiche di interventi. Inoltre, andrebbe favorita l’adozione di alcune specifiche tipologie contrattuali come il PPA, che potrebbe spingere diverse imprese a rifornirsi di energia prodotta dagli impianti fotovoltaici. Lato residenziale un aiuto importante dovrebbe arrivare dalla piena affermazione del modello delle Comunità energetiche, che potrebbero consentire la realizzazione di oltre 3,5 GW di impianti fotovoltaici. C’è poi un’ulteriore arma a disposizione del fotovoltaico per aumentare i propri numeri e che è costituita dagli interventi di revamping e repowering : l’ammodernamento e la sostituzione dei vecchi impianti, molti dei quali ormai installati una dozzina di anni fa, consentirebbe di ottenere numeri migliori dal punto di vista dell’installato e – soprattutto – della produzione di elettricità.
Al di là dei numeri di produzione e installato, nell’attuale decennio, inoltre, il fotovoltaico in Italia potrebbe conoscere grandi cambiamenti dal punto di vista della filiera: da una decina di anni a questa parte, infatti, moduli e inverter installati nel nostro Paese sono acquistati dall’estero (spesso dall’Asia), nonostante nel nostro Paese non manchino certo professionalità e competenze industriali. Il PNRR, non a caso, si propone di supportare la rinascita di un’industria nazionale addetta alla produzione di tecnologie per la generazione elettrica da fonte rinnovabile. Sul fotovoltaico di nuova generazione, in particolare, l’obiettivo del Governo è di portare la produzione nazionale dagli attuali 200 MW/anno ad almeno 2 GW/anno nel 2025 e a 3 GW/anno negli anni successivi, grazie ai fondi del Recovery Plan. In questo modo l’avanzata del fotovoltaico non avrebbe ricadute positive non soltanto sull’ambiente e sul mondo degli installatori/progettisti, ma anche sull’intero tessuto industriale nazionale.
Infine, un’ulteriore rivoluzione che potrebbe cambiare la pelle del fotovoltaico in Italia è quella dell’energy storage, ossia dei sistemi di accumulo: secondo Anie Rinnovabili, al 31 ottobre 2020 si contavano in Italia ben 36.896 sistemi di questo tipo abbinati a impianti fotovoltaici, per una potenza complessiva di 170 MW e una capacità di accumulo di 267 MWh. Ma per il futuro, tutti gli esperti prevedono un notevole innalzamento di questi numeri, con un’abbinata sempre più frequente tra impianti e storage, così da massimizzare l’autoconsumo.