Quando la scelta di un impianto fotovoltaico può essere davvero conveniente per le aziende? In linea di massima è possibile affermare che, nelle condizioni attuali, in un Paese caratterizzato da un buon livello di irraggiamento come l’Italia, l’investimento in un impianto fotovoltaico è sempre destinato a ripagarsi nel corso della vita utile dello stesso (20-25 anni).
Infatti, la disponibilità di un impianto solare consente fin da subito di ridurre le spese legate all’acquisto di energia elettrica dal proprio fornitore e di aumentare il proprio grado di autonomia energetica, garantendo tra l’altro la preziosa monetizzazione di spazi aziendali altrimenti destinati a rimanere inutilizzati, come tetti dei capannoni, coperture dei parcheggi e terreni non essenziali.
Non solo: l’investimento nel fotovoltaico, molto spesso, rappresenta una componente di più vasti progetti di efficientamento energetico, che possono permettere a un’azienda di ottimizzare i propri consumi e le scelte strutturali, aumentando la consapevolezza rispetto a questi temi. Inoltre, occorre considerare che il fotovoltaico è di gran lunga la fonte rinnovabile più popolare e conosciuta. Dunque l’investimento in questa tecnologia, può essere un’arma importante da spendere verso gli utenti finali dal punto di vista del marketing e della comunicazione, così come per rinsaldare rapporti con partner e fornitori, di questi tempi sempre più attenti ai temi della sostenibilità ambientale.
Incentivi per l’impianto fotovoltaico aziendale
Ovviamente, però, prima di investire nel fotovoltaico le aziende sono interessate a conoscere i tempi esatti di payback, cioè in quanti anni l’investimento si potrà ripagare. Investimenti che si ripagano in dieci anni, infatti, hanno senza dubbio un’attrattività inferiore rispetto ad altre operazioni che hanno un rientro di 2-3 anni. Chiaramente, inutile negarlo, questi tempi possono essere significativamente abbassati dalla disponibilità di appositi meccanismi di incentivazione: in questa fase storica, dal momento che il solare sarà l’indiscusso protagonista della riconversione energetica green dell’Italia nel prossimo decennio (come si può leggere nel Pniec), l’investimento nel fotovoltaico può beneficiare degli incentivi diretti previsti dal Decreto Fer 1.
A prescindere dagli incentivi, dal momento che ogni impianto fotovoltaico è personalizzato in base ai requisiti energetici e finanziari specifici di un’azienda, è impossibile definire a priori il periodo di ammortamento di un impianto fotovoltaico. Il payback è infatti legato a tre diversi fattori, specificatamente legati alle caratteristiche di ogni azienda:
1) Il consumo energetico attuale e la spesa in elettricità:
In un Paese come l’Italia, dove tendenzialmente il prezzo dell’energia elettrica acquistato dalla rete è più caro rispetto alla media dei Paesi europei, aumentare la propria autonomia energetica può rappresentare un’opportunità importante per le aziende. Questo è vero soprattutto per quelle imprese energivore, che spendono cioè una parte importante del proprio fatturato per l’acquisto di energia elettrica.
2) La quantità di energia pulita generata dal’impianto:
Maggiore è la quantità di energia prodotta dall’impianto, maggiore è la possibilità di rientrare dall’investimento. Ovviamente tale quantità, come abbiamo spiegato in precedenza, è legata a una molteplicità di fattori, quali ad esempio l’irraggiamento medio, la grandezza dell’impianto, i materiali utilizzati, ecc. Dunque, per ottenere la massima produzione possibile di energia, in fase di progettazione di un impianto, i progettisti devono studiare l’irraggiamento e l’insolazione del sito. In questi anni, il miglioramento tecnologico dei componenti d’impianto, in termini di prestazioni e affidabilità, unitamente alla maggiore esperienza acquisita dagli operatori del settore (installatori, manutentori, eccetera), ha consentito di mitigare o risolvere buona parte delle problematiche che in passato limitavano le prestazioni degli impianti fotovoltaici.
3) Il costo dell’impianto
Un particolare di non poca importanza è la scalabilità del fotovoltaico: è infatti possibile collegare un numero potenzialmente illimitato di stringhe, senza particolari problemi strutturali, a costi decrescenti. Questo significa che è sempre meglio puntare a massimizzare l’utilizzo di spazio disponibile: i costi supplementari (decrescenti) saranno legati soltanto all’acquisto di ulteriori moduli e pannelli.
Tenuto conto di questi aspetti e della possibilità di godere incentivi diretti e indiretti in vigore, oggi in Italia un impianto fotovoltaico industriale ben progettato può contare su un payback periodo anche inferiore ai 6 anni, che consentirebbe ai proprietari di beneficiare di almeno 14 anni di guadagni utili netti, considerando i 20 anni tipici di vita media dello stesso e le ridotte necessità di manutenzione.