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Smart city: cos’è, come funziona, caratteristiche ed esempi
Nella smart city, le tecnologie sono usate per rendere la città più efficiente, sicura e sostenibile e per migliorare la qualità della vita dei cittadini
Da opportunità interessante a necessità prioritaria: così la pandemia ha ribaltato la percezione dell’innovazione tecnologica e della transizione verso un concetto concreto di Smart City all’interno di molti Comuni.
È il caso, ad esempio, di Pavia, dove il recente servizio salta code ha segnato un importante passo verso il più articolato progetto Pavia Smart City, recentemente presentato con lo scopo di ridurre la distanza tra pubblica amministrazione e cittadini. Il progetto prevede la progressiva digitalizzazione dei servizi comunali, con applicazioni e soluzioni da adottare a cadenza regolare.
In pochi mesi, il Covid ha cambiato il modello sociale e culturale, rendendo indispensabile la possibilità di sfruttare la tecnologia per erogare servizi comunali a distanza.
Tra le innovazioni previste, la possibilità di regolare l’ingresso dei camion nel centro della città, dare ai cittadini la possibilità di accedere in modo semplice e a distanza a molti servizi della pubblica amministrazione, come pagare la tassa rifiuti, ma anche sapere in tempo reale dove trovare parcheggio.
“La tecnologia deve essere vista come un mezzo, non come un fine: una cornice nella quale inserire la fornitura di servizi ai cittadini”, ha affermato Roberto Mura, consigliere del Comune di Pavia per il progetto Smart City e consigliere in Regione Lombardia, nel corso del webinar “Smart City: i fattori di crescita e le best practice” organizzato da LUMI4innovation.
All’interno di questa visione, il contesto entro il quale sviluppare e applicare le innovazioni tecnologiche svolge un ruolo cruciale: per la costruzione di un ecosistema atto a favorire lo sviluppo della smart city è impossibile prescindere dalle peculiarità territoriali.
Pavia, ad esempio, è caratterizzata da una popolazione di circa 73mila abitanti, ai quali si aggiungono circa 25mila universitari: da una parte si tratta di destinatari dei servizi della pubblica amministrazione con esigenze precise e con livelli di competenza tecnologica molto differenti tra loro, dall’altra la vocazione universitaria della città è un ingrediente fondamentale per lo sviluppo del progetto Pavia Smart City.
Conferma il Consigliere Mura: “Proprio questa caratteristica di città universitaria ci ha permesso di creare un ecosistema che comprendesse il coinvolgimento diretto di molti attori: nel processo di innovazione abbiamo coinvolto le realtà produttive, economiche e istituzionali del territorio, così come le Università, per creare team con competenze trasversali”.
Leggi l’approfondimento sull’ecosistema della smart city e i suoi attori
Oggi, Pavia ha un duplice obiettivo: da una parte quello di alzare il proprio ranking nella classifica delle smart city italiane, mentre dall’altra parte punta a divenire una sorta di città laboratorio, sulla quale testare o collaudare nuovi progetti che nascano dall’interazione tra i diversi attori coinvolti, dalle realtà produttive ai consorzi di aziende.
La città si pone così come laboratorio a cielo aperto nel quale mettere a terra e validare proposte che possano poi essere replicate in altre città italiane.
In questo modo, ha sottolineato durante la presentazione ufficiale del progetto il Sindaco Fabrizio Fracassi, emerge un terzo beneficio per la città: “Le facilitazioni rese possibili dalla tecnologia consentono di rendere le città più attrattive per turisti e investitori e rappresentano quindi anche un’opportunità economica”.