- Scenario
Smart city: cos’è, come funziona, caratteristiche ed esempi
Nella smart city, le tecnologie sono usate per rendere la città più efficiente, sicura e sostenibile e per migliorare la qualità della vita dei cittadini
I lampioni saranno oggetti sempre più intelligenti e multitasking mentre l’illuminazione pubblica sarà sempre di più al centro delle strategie smart city delle Pubbliche Amministrazioni.
Ne è convinta AIDI (Associazione Italiana di illuminazione) che ha incentrato parte del suo XIX Congresso Nazionale su queste tematiche.
Nelle giornate di lavoro, si sono succeduti diversi interventi che hanno fornito uno scenario di riferimento.
A partire da Mauro Annunziato, Direttore Divisione “Smart Energy” del Dipartimento Tecnologie Energetiche di ENEA, che ha sottolineato come le nuove tecnologie stiano rivoluzionando il modo di gestire l’ambiente urbano e come la pubblica illuminazione rappresenti l’infrastruttura di partenza che impatterà 3 ambiti principali.
“Mentre prima si parlava di smart service, ovvero di servizi intelligenti che andavano ad aggiungersi all’illuminazione pubblica – ha dichiarato Mauro Annunziato – Oggi si parla invece di un’infrastruttura integrata e di smart road.” E l’integrazione è sicuramente una delle prime parole chiave che emerge dalla discussione.
“La capillarità della rete di illuminazione pubblica, se trasformata con l’innovazione, offre enormi opportunità non solo a grandi città e non solo su scala urbana”. Con queste parole, Giada Maio, Referente Energia, mobilità sostenibile e TPL in ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) ha invece introdotto il concetto di smart land e di collaborazione.
“Tutti i Comuni sono interessati da questa innovazione – ha detto ancora il referente dell’ANCI – ma a volte devono affrontare criticità diverse, anche in funzione della loro dimensione. Problemi di carattere legale-amministrativo, legati a problemi di proprietà mista dei pali della luce. Ma anche problemi di tipo finanziario. È per questo motivo lo strumento del PPP diventa vincente quando al Comune mancano risorse e competenze verticali.”
L’importanza del PPP ovvero del partenariato pubblico privato e del project financing è stato ribadito anche da Raffaele Gareri, Direttore del Dipartimento Trasformazione Digitale di Roma Capitale e Co-Founder di TSCAI (The Smart City Association Italy). “Il PPP ha un valore fondamentale – ha detto Gareri – ma è altrettanto importante sottolineare la necessità di una maggiore trasparenza sulle specifiche all’interno degli accordi. Solo sedendosi intorno al tavolo per coniugare ambiti diversi potremo usare al meglio risorse e lavorare con trasparenza. Serve valutare aspetti come la gestione delle tecnologie e dei dati, il governo delle tecnologie e nuovi modelli di business che tengano conto anche della remunerazione dei servizi.”
Come rilevato dallo stesso Raffaele Gareri: “Stiamo convergendo verso il consolidamento di una nuova rete, per costruire sulla illuminazione pubblica una infrastruttura di connettività che sia aperta ai dati con l’obiettivo di creare nuovi servizi. La PA deve giocare il ruolo di orchestratore in questo processo e quindi garantire regolamentazione ed equilibrio degli investimenti (in ottica di ecosistema).”
“I PPP nello smart lighting ci incoraggiano a costruire un veicolo di crescita dei servizi smart che dovranno inevitabilmente essere integrati tra loro e in cui serviranno competenze diverse.”
La centralità del dato e la criticità di come venga trattato e gestito è un tema ribadito anche da Laura Morgagni, Segretario Generale del Cluster Nazionale Smart Commuties Tech in una delle altre giornate del Congresso.
“Oggi sono disponibili tanti dati, ma non è scontato che questo si traduca nella capacità di trattarli e usarli al meglio – ha detto la Morgagni -. Il tema, oggi, non riguarda solo la standardizzazione e la certificazione dei dati, ma anche la sicurezza ovvero il poterli trattare in modo sicuro”.
Collegato al tema delle infrastrutture e della digitalizzazione emergono infatti anche nuove problematiche e nuovi rischi, come quello della cybersecurity e della sicurezza.
“Va vista la possibilità di gestire l’intero contesto urbano come una struttura critica mentre i dati vanno usati per l’allineamento tra sicurezza reale e percepita per evitare distonie” ha detto Laura Morgagni.
Sempre sull’uso del dato e sulla sicurezza ha incentrato il suo intervento Giulio Iucci, Presidente di Anie Sicurezza.
Secondo Iucci, ci sono 3 tematiche fondamentali correlate ai dati da tenere in considerazione.
1. Usabilità dei dati: il problema è che questi dati devono avere un linguaggio comune perché possano dialogare tra di loro.
Ci sono tanti interrogativi da porsi a monte…
I sistemi seguono una architettura e una visione strategica globale? Dove arriva il collegamento e come viene processato? I sensori sono mappati? Chi legge questi dati e come viaggiano? Quali sono i software? C’è un’interfaccia standardizzata?
Per avere una operatività e dare un valore aggiunto è necessario che i dati parlino una stessa lingua. Per questo si sta procedendo sulla strada della standardizzazione e della interoperabilità.
2. Sicurezza: siamo tutti connessi e insieme rappresentiamo “un unico organismo connesso”. Questo significa che ci sono dei rischi maggiori per la nostra sicurezza. Possiamo essere attaccati anche da punti laterali o residuali. Devono essere pensate misure per proteggere i dati. Non c’è un sistema di sicurezza assoluto. Tutto va proporzionato in funzione di un bene o di un contesto.
Oggi ci sono nuove vulnerabilità. La protezione fisica e quella cyber vanno a concentrarsi in logiche comuni e quindi il concetto di rischio si concentra.
3. Caratteristiche del dato: un dato deve essere riservato, integro (non modificabile) e sempre disponibile.
Nel nuovo disegno della network security ci sono altri due temi: l’autenticità del dato e la sua non repudiabilità. Aspetti che sono sui tavoli di discussione europei e italiani per definire meglio regole e linee guida.
In generale, servono nuove procedure e nuove logiche di intervento, di accesso, di gestione ecc.
Per fare questo occorre agire in modo coeso. Anche il tema della collaborazione lungo la catena del valore
diventa prioritario e rappresenta uno dei punti di partenza per la vera trasformazione delle città in smart city.