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Tre Bandi per finanziare la transizione ecologica ed energetica
Il Ministero per le Imprese e il Made in Italy ha pubblicato 3 nuovi bandi per supportare la transizione energetica e le città sostenibili
Se oggi la smart city, pur includendo una enorme varietà di significati e applicazioni, è ormai un concetto entrato a far parte del nostro linguaggio quotidiano, il significato di smart land merita invece ancora qualche chiarimento in più.
La definizione di smart land implica un riferimento territoriale più ampio rispetto alla smart city.
La smart land è un luogo in cui i progetti di sviluppo fondati sull’uso della tecnologia e l’ottimizzazione delle risorse prendono forma a partire dal coinvolgimento attivo delle diverse identità e realtà territoriali: ambiente, artigianato, cultura, economia, architettura paesaggistica e produttività vengono valorizzati attraverso la sinergia tra pubblica amministrazione, aziende e cittadinanza.
Nel corso del live talk organizzato da lumi4innovation.it “Smart City: i fattori di crescita e le best practices”, il professor Angelo Di Gregorio, Direttore del CRIET – Centro di Ricerca Interuniversitario in Economia del territorio – ha fornito un efficace contributo volto a definire punti di contatto e differenze tra i concetti di smart city e smart land.
“La principale distinzione è territoriale: il contesto di una grande area metropolitana, come può essere quello di città come Torino per arrivare fino al caso limite di Roma, è molto diverso da quello della maggior parte dei circa 8.000 Comuni italiani di piccole dimensioni. In queste aree, il concetto di smart city deve necessariamente essere declinato più in termini di territorio, di una smart land che in qualche modo possa aggregare diverse aree comunali per erogare quei servizi tipici della smart city”.
Queste differenze si traducono anche in difficoltà differenti: se è vero che la tecnologia oggi è relativamente accessibile ovunque in Italia, resta ancora molta differenza tra la disponibilità sperimentata nei principali centri urbani e nelle periferie.
Se la partecipazione attiva e sinergica di tutti gli attori presenti sul territorio è fondamentale per lo sviluppo della smart city, essa diviene ancor più cruciale nell’ambito della smart land.
Leggi l’approfondimento sull’ecosistema della smart city e i suoi attori
“Le imprese – spiega il professor Di Gregorio- giocano un ruolo fondamentale. La smart land richiede investimenti importanti in relazione alle infrastrutture di rete, alla loro gestione, alla gestione dei dati. Bisogna coniugare la capacità delle aziende di introdurre novi modelli di business e di generare ricchezza, creando valore e rendendo così sostenibili gli investimenti necessari. Altrimenti, la smart land faticherà a divenire realtà e la smart city rimarrà un privilegio di poche aree italiane”.
Tra questi attori, rivestono un ruolo di primo piano le Esco e le municipalizzate, in prima linea per l’efficientamento energetico che frequentemente è alla base dei primi interventi di sviluppo delle smart city e delle smart land.
“I primi progetti di illuminazione pubblica intelligente sono stati effettuati nella convinzione che in qualche modo la rete preesistente si potesse utilizzare. In realtà, la smart land ha bisogno di una rete più ampia, con caratteristiche tecniche più elevate, per permettere la diffusione dei dati”.
Esco e municipalizzate possono dunque avere un ruolo progettuale rilevante, non solo limitato a interventi particolari, ma arrivando allo sviluppo di vere e proprie innovazioni e all’introduzione di parametri innovativi per misurare l’impatto di una smart city.
“Come cittadini, negli ultimi dieci anni abbiamo assistito al crescere dirompente di grandi player nel mono digitale che si sono appropriati dei nostri dati, mentre noi abbiamo dato quasi per scontato che essi abbiano poco valore. Al contrario, sono fondamentali per fare business”, ha evidenziato il professor Di Gregorio nel corso del webinar.
I dati raccolti, cuore della smart city e della smart land, devono essere pubblici? Come si deve poter accedere ad essi? Su quali server devono essere conservati? Questi sono tra i principali interrogativi che le smart city e le smart land stanno affrontando e che richiedono una sinergia ancor più ampia tra pubblico e privato, con soluzioni condivise a livello europeo o quantomeno nazionale.
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