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Smart city: cos’è, come funziona, caratteristiche ed esempi
Nella smart city, le tecnologie sono usate per rendere la città più efficiente, sicura e sostenibile e per migliorare la qualità della vita dei cittadini
Oggi, i temi della digital transformation e della sostenibilità ambientale e della efficienza energetica nella PA devono andare di pari passo. Questi due macro-cambiamenti sono qualcosa di inevitabile e vanno affrontati con chiari obiettivi e con gli strumenti adeguati.
Nel webinar dell’8 ottobre dedicato alla “Efficienza energetica nella PA” e al tema della “riqualificazione urbana tra incentivi, soluzioni e casi di successo” organizzata dal Consorzio Tecno [e LUMI4innovation] insieme ad alcuni esperti del settore, abbiamo raccontato, attraverso le esperienze pratiche dei Comuni di Trento e del Comune di Serrenti e attraverso la presentazione di alcuni strumenti, come il tool di analisi predittiva per la pianificazione territoriale City Platform, cosa dovrebbero o potrebbero fare le Pubbliche Amministrazioni per raggiungere determinati standard e obiettivi di efficienza energetica. E’ possibile rivedere il video del webinar gratuitamente.
Come fotografia di partenza dello scenario italiano, Cristian Pulitano, Direttore dell’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano, ci ha fornito uno scenario sullo stato dell’efficienza energetica nelle Pubbliche Amministrazioni. Ecco i punti salienti emersi della presentazione.
Nel 2018, il totale complessivo degli investimenti in efficienza energetica realizzati in Italia è stato pari circa a 7,1 miliardi di euro. Negli ultimi 5 anni, il trend è stato positivo, registrando un tasso di crescita composto annuo (CAGR) del 12%.
Guardando al totale degli investimenti in efficienza energetica, la ripartizione risulta però disomogenea tra i vari settori. Il residenziale insieme al terziario guidano la classifica rappresentando il 65% del totale, seguito dal comparto industriale con un 33%. Mentre le Pubbliche Amministrazioni restano il fanalino di coda, rappresentando soltanto il 2% degli investimenti totali, per un valore di circa 149 milioni di euro.
Nel dettaglio, entrando nel tipo di investimento realizzato e nelle tecnologie utilizzate dalle PA, lo studio mostra come tre tecnologie da sole rappresentino i due terzi di tutti gli investimenti. Stiamo parlando di caldaie a condensazione, superfici opache e altri sistemi di isolamento.
Interessante notare come l’illuminazione – nella forma del relamping e quindi della sostituzione di corpi illuminanti all’interno degli edifici – rappresenti una delle voci di investimento maggiore se si parla di terziario privato ma non lo è più (ad oggi) nel caso della Pubblica Amministrazione. Crescono di importanza, in generale, i sistemi di building automation per il controllo e il monitoraggio degli ambienti. Pur avendo ancora un peso minimale, si parla di una crescita (2018 vs 2017) addirittura a tre cifre per la PA.
Stando agli obiettivi di efficientamento energetico fissati dal PNIEC al 2030 e divenuti vincolanti, dovremo riuscire a risparmiare 51 Mtep di energia. Questo risultato dovrebbe essere sostenuto per un quarto dal terziario (che include anche la PA). Per raggiungere questi obiettivi fissati, si prevede un contributo più o meno significativo di determinati strumenti regolatori e meccanismi di incentivazione.
Stime affermano che – partendo dagli strumenti esistenti – si potrebbe raggiungere un risultato di risparmio energetico anche più elevato, di 57 Mtep.
Ma quali sono questi strumenti? Vediamoli in sintesi.
Il contributo più significativo deriverà dal Conto Termico e dal Fondo Nazionale Efficienza Energetica, i quali contribuiranno per circa il 7% ai risparmi complessivi.
Il Conto termico è un meccanismo di incentivazione dedicato a private e Pubbliche Amministrazioni che incentiva soprattutto due tipi di interventi: l’efficienza energetica negli edifici e la produzione di energia termica da fonti di energia rinnovabile. Dal 2016 a oggi si è registrato un utilizzo crescente di questo strumento, anche se ancora basso, dei finanziamenti messi a disposizione ogni anno (ndr. 200 milioni di finanziamenti ogni anno sono destinati alle PA). Nel 2019, la PA aveva utilizzato il 53% dei fondi mentre per il 2020 si parla di un 86%. Si tratta in ogni caso di uno strumento sottoutilizzato.
Il Fondo nazionale dell’efficienza energetica, divenuto operativo ad aprile 2019, è un intervento rivolto agli edifici della Pubblica Amministrazione per interventi di efficientamento energetico. Si parla di una somma di 310 milioni di euro su base rotativa. Il FNEE è uno strumento ancora sottoutilizzato (11 M€ impiegati).
Infine, il PREPAC (Programma di Riqualificazione Energetica Pubblica Amministrazione Centrale) per la PA centrale è stato creato nel 2016 con l’obiettivo di riqualificare almeno il 3% della superficie lorda dell’amministrazione in ottica di efficientamento energetico.
Si parla di una dotazione di 355 milioni di euro complessivi nel periodo 2014-2020.
Il PREPAC è l’unico strumento utilizzato a pieno: dei 355 M€ stanziati ne rimangono 80 per ‘il 2019 e il 2020