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Smart city: cos’è, come funziona, caratteristiche ed esempi
Nella smart city, le tecnologie sono usate per rendere la città più efficiente, sicura e sostenibile e per migliorare la qualità della vita dei cittadini
L’innovazione è fondamentale per il mondo dell’Energia: per rispondere, nei prossimi anni, alle sfide del climate change e della povertà energetica, gli operatori che, a vario titolo, compongono questa filiera sono chiamati a una profonda rivisitazione delle tecnologie e dei processi produttivi utilizzati per la generazione, trasporto e stoccaggio. Un cambiamento che, in realtà, è parzialmente già in atto da una dozzina di anni a questa parte, come evidenzia l’avanzata delle fonti di energia rinnovabili e delle Smart Grid su scala globale. Non c’è dubbio, però, che questa innovazione sia chiamata a un’accelerazione significativa nei prossimi anni, grazie anche al supporto dei trend tecnologici più importanti di questi ultimi anni, quali Big Data, Intelligenza Artificiale e Internet of Things.
Ma, per ottenere questi risultati, sono necessari una grande mole di investimenti, pubblici e privati. Proprio per indagare sulla consistenza di questi ultimi, l’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano, già dallo scorso anno, prepara una speciale ricerca dedicata – l’Energy Innovation Report – la cui seconda edizione sarà presentata il prossimo 30 settembre. Nei giorni scorsi, si è però tenuto il primo Comitato Guida del Report, che ha permesso di identificare alcuni dei temi sui quali verrà focalizzata l’edizione 2020.
La principale evidenza è un aumento costante, a partire dal 2016, sia del numero sia del volume finanziario dei deal di CVC – Corporate Venture Capital da parte dei fornitori di tecnologia. Questi ultimi, lo ricordiamo, sono quei particolari investimenti effettuati dalle aziende di medie grandi dimensioni in startup innovative, rilevandone quote di capitale. Un modo, è facile da capire, che può permettere alle multinazionali – comprese quelle del settore Energia – di portarsi a casa quell’innovazione laterale e fuori dagli schemi consolidati che spesso le startup sono in grado di creare.
L’Energy & Strategy Group mette in luce come il trend positivo riguardo ai CVC appaia in accelerazione negli ultimi anni, tanto da segnare un raddoppio del volume finanziario investito dal 2018 al 2019. Non solo: la classificazione delle strategie degli investimenti di CVC dei fornitori di tecnologia mostra una predominanza dell’obiettivo strategico (e non finanziario) di tali investimenti.
In particolare, il 38% di questi investimenti viene effettuato secondo un’ottica driving, cioè di sostenimento del modello di business attuale, mentre il 34% viene compiuto secondo la strategia enabling, per portare nuove tecnologie e conoscenze in aree di business non core. Gli investimenti con strategia emerging invece rappresentano il 24% del totale, e sono relativi soprattutto a tecnologie emergenti che al momento non hanno ampia diffusione ma possono avere un potenziale disruptive nel medio-lungo periodo. Gli investimenti passive, nei quali l’investitore si comporta come un attore prevalentemente finanziario, sono appena il 3% del totale.
Puntando i riflettori per l’ambito che più ci interessa, quello energetico, l’analisi dell’Energy & Strategy Group mette in luce come la Smart Mobility, con 16 deal e più di un miliardo e mezzo di dollari investiti solo nel 2019, e in misura minore, l’Energy Storage, siano gli ambiti tecnologici Energy in cui i fornitori di tecnologia hanno puntato. La mobilità intelligente, anche per vie della pressioni normative, è infatti ormai una strada obbligata per tutti gli operatori del settore, a partire dalla case automobilistiche.
Mentre invece, lo storage energetico è la tecnologia chiave per permettere alle fonti rinnovabili di esprimere appieno le proprie potenzialità, andando oltre la loro naturale intermittenza. Con tutta probabilità, dunque, gli investimenti in questi due ambiti continueranno anche nei prossimi anni. Al contrario, le anticipazioni del Report evidenziano una leggera flessione dell’interesse verso gli ambiti Smart Building e Smart Grid.
Oltre agli investimenti, è fondamentale la loro concretizzazione in tecnologie innovative che, di norma, si cerca di proteggere attraverso il complicato ottenimento di brevetti internazionali. Sempre relativamente all’ambito Energy, nell’arco temporale 2000-2020 risultano presentati quasi 51.764 brevetti, di questi il 10% è ancora «pending», il 45% risulta concesso, mentre la restante parte (45%) non risulta più in vigore. L’anticipazione del report si focalizza sull’ambito tecnologico «Energy Storage – elettrochimico»: negli ultimi cinque anni, il player più attivo in termini di application di brevetti è LG Chem e, subito dietro, ci sono altri fornitori di tecnologia molto importanti, come Samsung, Panasonic, Toyota. A ulteriore testimonianza di quanto l’innovazione nell’energia sia una necessità ormai abbondantemente compresa da tutti i principali player del settore.