Realizzato da Luminetwork
Luminetwork
Cerca
  • Città intelligente
  • Attualità

Smart City in Italia: verso nuovi modelli post Covid-19

Smart City in Italia: verso nuovi modelli post Covid-19

Cosa significa parlare, oggi, nel momento particolare che noi tutti stiamo vivendo, di Smart City in Italia? Significa parlare di città più sicure, efficienti e sostenibili. Ma anche di città inclusive, che mettano al centro il cittadino, la sua salute e il suo benessere. Di città digitalizzate e connesse, in grado di utilizzare il dato e di misurare lo stato di salute e le esigenze del tessuto urbano attraverso le nuove tecnologie per fornire servizi e soluzioni adeguate.

Sono questi alcuni degli aspetti discussi durante il Webinar gratuito “Il coronavirus spingerà verso un nuovo modello di smart city in Italia?”, organizzato dalla redazione di LUMI4Innovation lo scorso 18 maggio.

Erano presenti al tavolo dei relatori:

  • Davide Chiaroni, Vice Direttore Scientifico di Energy & Strategy Group presso il MIP-Politecnico di Milano
  • Nicoletta Gozo, Coordinatrice dei progetti Lumière & Pell, ENEA
  • Marco Mari, Vice Presidente di Green Building Council Italia
  • Alessandra Astolfi, Brand Manager, green & technology division IEG

Durante il Webinar è stato presentato l’Ecohitech Award 2020, premio ai progetti e alle soluzioni innovative per città più efficienti, sicure e vivibili, di cui alcuni dei relatori sono membri di giuria. Un progetto realizzato in partnership con Key Energy, l’evento internazionale sulla filiera dell’energia in programma dal 3 al 6 novembre 2020 presso la Fiera di Rimini.

Smart City in Italia: una fotografia pre Covid-19

Con il Prof. Davide Chiaroni si è partiti dallo scattare una fotografia alle Smart City italiane pre-coronavirus, di cui riportiamo qualche dato. Secondo i dati dell’Osservatorio del MIP-Politecnico di Milano, il segmento delle Smart City ha chiuso il 2019 con investimenti per 520 milioni di euro. Un valore ancora contenuto, ma che ha  fatto registrare una crescita del 32% rispetto al 2018.

“È interessante notare come sia aumentata la diffusione del concetto di “Smart City”: ce lo dimostra il numero di progetti esecutivi avviati dai Comuni italiani con più di 150mila abitanti, pari al 42%. Interventi concreti e sperimentazioni sul campo che dimostrano una maggiore propensione all’innovazione e all’utilizzo di nuove tecnologie da parte delle Pubbliche Amministrazioni”

Entrando nel dettaglio delle applicazioni, sebbene gli investimenti in sicurezza e controllo del territorio (con il 60%) e quelli in illuminazione pubblica (con il 58%) restino i principali, le aree che hanno riportato le crescite maggiori rispetto al 2018 sono quelle della raccolta rifiuti (48%), del monitoraggio ambientale (46%) e del monitoraggio del territorio (42%).

grafico

Verso nuovi modelli di città intelligente e sostenibile in Italia

In questo scenario, in cui si muovono sperimentazioni per città più smart, l’emergenza Covid-19 sta spingendo verso alcuni modelli in cui efficienza energetica, sostenibilità ambientale e digital transformation restano cruciali.

Secondo Davide Chiaroni, dell’Energy&Strategy Group, l’emergenza ha riportato una focalizzazione su 4 aspetti:

  1. l’attenzione all’ambiente, alla qualità della vita, alla sostenibilità ambientale in genere
  2. l’attenzione al dato e la possibilità di demandare agli oggetti il controllo del territorio grazie alle nuove tecnologie e all’IoT (si pensi ad esempio che a Singapore vengano utilizzati dei cani robot per controllare il distanziamento sociale tra le persone)
  3. la necessità di ripensare la mobilità individuale e pubblica (smart mobility significa innanzitutto un maggiore controllo dei flussi)
  4. le sfide legate alla gestione dei rifiuti (si pensi a come il ritorno al mono-uso e le mascherine necessitino di nuova attenzione)

Smart City significa prendersi cura dei cittadini

Secondo Alessandra Astolfi di IEG Group, la città va vista, oggi più di ieri, come motore di cambiamento e laboratorio di innovazione che mettano al centro il cittadino:

“Prima del Covid-19 non si può dire che le nostre città fossero in equilibrio. C’erano già stati tanti segnali da parte di scienziati ed economisti che avevano evidenziato l’importanza di seguire nuovi modelli di sviluppo che fossero più generativi di uguaglianza e tenessero conto delle esigenze di tutti i cittadini. Sviluppo sostenibile, decarbonizzazione e responsabilità sociale erano tematiche già presenti”

Questa crisi sanitaria ci ha ricordato alcuni aspetti fondamentali:

  • prima di tutto la salute del cittadino che, forse, in nome di una spinta economica legata al profitto, era rimasta in secondo piano
  • l’importanza dell’approccio scientifico e della ricerca, capace di generare energie e soluzioni positive
  • il ruolo della comunità, perché da soli non riusciremmo a gestire grandi emergenze come questa
  • il tema dell’emergenza climatica che era già nelle agende governative e che va tenuto al centro di nuovi modelli di sviluppo
  • l’utilità delle tecnologie come fattore abilitante, come strumento per supportare comunità più inclusive con minori diseguaglianze

Resilienza digitale: serve un salto culturale a tutti i livelli

Secondo Nicoletta Gozo di ENEA, ci troviamo davanti a un’enorme occasione, quella di cogliere l’attimo. In questo momento di crisi siamo più propensi a fare questo salto culturale: un cambio di mentalità che non deve arrivare solo dal cittadino, ma anche – e soprattutto – dalle istituzioni e dal governo.

“Questa emergenza ha messo in evidenza una nuova dimensione: la resilienza digitale. Chi aveva delle capacità digitali è stato facilitato ad affrontare le nuovi situazioni di comunicazione, di lavoro e a sviluppare nuovi servizi (come la telemedicina). Il modello verso cui stiamo muovendo, quello della smart city è corretto: una città digitalizzata e quindi molto più resiliente e sicura”

Il problema, oggi, è che pur avendo tante tecnologie a disposizione, non abbiamo quella preparazione culturale che ci consente di utilizzarle al meglio, per analizzare e usare i dati che abbiamo a disposizione.

Come saranno, quindi, le città del futuro italiane?

A darci una visione è ancora Davide Chiaroni, secondo il quale ci devono essere almeno 3 condizioni fondamentali per far funzionare la città del futuro:

  1. la sostenibilità energetica: la città del futuro sarà difficilmente a energia zero ma deve trovare al proprio  interno le risorse di generazione distribuita per far fronte al proprio fabbisogno. Serve una maggiore attenzione alla produzione e al consumo di energia
  2. la ri-generazione del nostro patrimonio edilizio: il tassello fondamentale della città sono i suoi edifici. Edifici che vanno ripensati in chiave smart
  3. l’accoppiamento tra dato e servizio, legato al controllo del territorio, della mobilità ecc. è cruciale. Servizi che devono avere una ricaduta positiva sul sistema

Qualità dei progetti e competenze sono al centro

“La prima riflessione che emerge da questo periodo di crisi è ben rappresentato da una frase di Papa Francesco: “Pensavamo di rimanere sani in un mondo malato”. Dobbiamo essere consapevoli di far parte di un sistema, non ne siamo scollegati. Dobbiamo quindi accettare la complessità e fornire soluzioni integrate”

Secondo Marco Mari del Green Building Council Italia, l’ambiente costruito (smart building come smart city) deve rispondere a tre elementi:

  • resilienza – capacità di rispondere a situazioni meteo particolari, a terremoti, a pandemie ecc.
  • sostenibilità – ambientale ed economica
  • salubrità – non dimentichiamoci che la nostra viene definita the indoor generation, perché viviamo il 90% del nostro tempo all’interno

Guardando all’edilizia, sappiamo che è il settore più ampio a livello economico e ha l’impatto ambientale ed energetico più elevato. Rappresenta, infatti, il 72% dei consumi energetici, il 39% della produzione di rifiuti e il 40% della domanda di materiali. Il tema dell’economia circolare resta fondamentale. Altrettanto fondamentale è avere strumenti per controllare e gestire gli edifici in maniera misurata e strutturata. Oggi questi strumenti esistono e sono sia strumenti di rating system che protocolli energetici ambientali.

“Tra gli aspetti, per affrontare la complessità di un sistema (come un edificio o la smart city) bisogna evidenziale la centralità della qualità del progetto e delle competenze. Non si può affrontare un progetto complesso con soluzioni parziali. L’edificio, così come la città, vanno trattati come un sistema e va visto nel suo insieme. L’altro aspetto è quello della misurazione. Abbiamo a disposizione degli strumenti per valorizzare le nostre competenze sull’ambiente costruito, valorizziamole”

Monitoraggio per una città in salute

“Il monitoraggio è legato al concetto di Smart City e si deve parlare non solo di monitoraggio energetico ma di monitoraggio delle esigenze. Per rispondere a queste esigenze dobbiamo avere dei sistemi che monitorano la domanda e poi che controllano i flussi energetici”

Le parole sono di Nicoletta Gozo, che sottolinea come sia necessario ripensare il modello gestionale e ripartire dalle infrastrutture. ENEA ha sviluppato, ad esempio, la piattaforma PELL (Public Energy Living Lab) che si occupa delle prestazioni energetiche e dello stato di salute delle infrastrutture di pubblica illuminazione. Grazie al monitoraggio dei dati, è possibile applicare il principio dell’energy on demand: produrre dell’energia solo laddove viene richiesto (es. illuminazione solo dove c’è un passaggio pedonale o stradale).

“Il tema del monitoraggio è assolutamente centrale. Una Smart City è una città monitorata, conscia del proprio stato di salute e delle proprie esigenze, in grado di cambiare in funzione di queste esigenze”

Modelli di città Smart ed esempi virtuosi

Durante il Webinar si è parlato anche di altri temi centrali, come quello della smart mobility e dei nuovi modelli di mobilità piuttosto che di oggetti intelligenti come telecamere sensore per applicazioni che vanno dallo smart parking al monitoraggio del traffico fino al monitoraggio ambientale.
Si è parlato anche di case history e di città virtuose che, anche durante il periodo Covid-19 hanno sviluppato soluzioni per i cittadini, come Torino City Love.

Città e realtà virtuose che saranno premiate dall’Ecohitech Award 2020, riconoscimento italiano ai progetti innovativi per rendere più efficienti, più sicure e più vivibili le nostre città.

Un premio a cui è possibile iscriversi entro gli inizi di settembre, presentando la propria candidatura in una delle seguenti categorie:

  • Efficienza energetica e sostenibilità ambientale
    Premio al migliore progetto italiano in materia di efficientamento energetico e sostenibilità ambientale.
  • Illluminazione intelligente
    Premio al migliore progetto italiano di Smart Lighting basato su tecnologia LED e ad elevato contenuto innovativo.
  • Servizi al cittadino
    Premio al migliore progetto italiano che pone al centro l’utilizzo innovativo di servizi e tecnologie per il bene dei cittadini, anche in contesti di emergenza come legati all’epidemia Covid-19.
  • Progetti internazionali
    Premio al migliore progetto internazionale.

Scopri come partecipare al premio

Giornalista e communication manager è stato collaboratore, capo redattore e direttore di riviste specializzate con focus su smart technologies, industria elettronica, LED e illuminazione e sostenibilità ambientale. Laureata in Lingue, ha acquisito nel corso degli anni forti competenze in ambito Smart City e Smart building. Da oltre 10 anni, segue progetti editoriali speciali in tema di città sostenibili e intelligenti e promuove e organizza il premio Ecohitech Award. Negli ultimi 8 anni si è specializza in content marketing, editoria online e scrittura SEO-oriented. Oggi è Direttore editoriale di LUMI4innovation.it