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Smart city: cos’è, come funziona, caratteristiche ed esempi
Nella smart city, le tecnologie sono usate per rendere la città più efficiente, sicura e sostenibile e per migliorare la qualità della vita dei cittadini
Monopattini elettrici, e-bike e biciclette tradizionali saranno i veri protagonisti della Fase 2. La mobilità intelligente (smart mobility) delle città dovrà infatti ripartire da qui avviando una nuova era.
Le attività di mobilità intelligente prevederanno il potenziamento dei servizi di ricarica e dei sistemi di mobility sharing (bike e car sharing), il rafforzamento delle piste ciclabili e di sistemi di smart parking oltre alla creazione di incentivi e finanziamenti a favore dei cittadini.
Paola De Micheli, Ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha recentemente sottolineato come nel Piano del Governo ci saranno incentivi per l’acquisto di bici elettriche e monopattini elettrici. Ma ci saranno anche altre iniziative a supporto di una mobilità più intelligente.
La micro mobilità elettrica, insieme all’utilizzo privilegiato delle bici, saranno quindi centrali per fronteggiare un più utilizzo rarefatto dei mezzi pubblici, visto che, per assicurare il distanziamento sociale, bus, metro e tram viaggeranno al 50% del loro potenziale in termini di occupazione.
Non dimentichiamoci inoltre che il tema della “smart mobility” va a braccetto con concetti di risparmio energetico, abbattimento del traffico e sostenibilità ambientale. Temi attuali e centrali, al di là dell’emergenza sanitaria coronavirus.
Le città italiane devono quindi puntare verso una mobilità sostenibile, efficiente e sicura.
Senza tralasciare l’aspetto della smartness, ovvero la possibilità, grazie all’uso delle nuove tecnologie, di monitorare il traffico, controllare attraverso telecamere intelligenti i varchi e i crocevia principali, usare l’IoT per raccogliere e analizzare dati in tempo reale.
Alcuni Comuni, in cui il modello di smart city è già una realtà con varie sperimentazioni in atto, si stanno già muovendo in questa direzione.
A Milano e Torino, ad esempio, aziende di bici elettriche e monopattini elettrici hanno messo a disposizione i loro veicoli, spontaneamente e gratuitamente, per il personale sanitario. Un modello virtuoso che potrebbe essere rapidamente adottato anche in altre città italiane, come Bologna, Roma, Firenze e Napoli. Così come è stato fatto a Londra durante il lockdown, con bici elettriche ed e-bike a disposizione gratuita di medici e infermieri per raggiungere il posto di lavoro.
Non dimentichiamoci poi del caso di Trento, assolutamente all’avanguardia in ambito smart mobility con il suo progetto dedicato alla “Logistica dell’ultimo miglio”. Una modalità innovativa per consegnare la merce in centro città con veicoli elettrici liberando il centro dal traffico e dalle emissioni inquinanti.
La mobility sharing con mezzi individuali, se adottata con intelligenza e prospettiva dalle smart city, potrebbe realmente dare un cambiamento significativo alla situazione.
A Firenze, ad esempio, oltre all’attivazione di incentivi per la mobilità green, l’acquisto di e-bike prima di tutto, si sta assegnando un ruolo importante alla sharing mobility. L’Amministrazione Comunale prevede di mettere a disposizione dei cittadini 800 bici elettriche, 600 monopattini elettrici e almeno 250 scooter che si aggiungono alle oltre 4.000 biciclette già presenti in città. Inoltre, un supporto per chi offre car sharing per aiutarli a far fronte ai costi di sanificazione e dei vari canoni.
Infine, una creazione di abbonamenti mensili per chi deve necessariamente spostarsi con l’auto per il parcheggio nelle aree di sosta della città.
La Regione Emilia-Romagna sta lavorando alla creazione di incentivi per promuovere l’uso di biciclette e piste ciclabili per raggiungere i posti di lavoro. Il bike to work potrebbe aiutare a ridurre il traffico veicolare e rendere la mobilità cittadina più intelligente e flessibile. Si parla di un finanziamento di circa un milione di euro per i Comuni della Regione con l’obiettivo di promuovere sistemi di bike sharing, agevolare l’acquisto di bici elettriche o tradizionali e la realizzazione di corsie e percorsi per biciclette.
Tra i punti del nuovo Piano del Governo, appare centrale anche la figura del Mobility Manager, del responsabile della mobilità in aziende, Comuni e addiritutra anche in università o centri di una certa dimensione.
Ma chi realmente è il mobility manager?
È una figura professionale che nelle aziende con più di 100 dipendenti (dalle ultime disposizioni ndr) e negli enti pubblici (con più di 300 dipendenti).
Il suo compito sarà fondamentale durante la fase 2: dovrà infatti consigliare le migliori modalità di trasporto per i dipendenti e il personale, favorendo il più possibile mezzi elettrici o a basso impatto ambientale, nel rispetto delle normative e della sicurezza.