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La sicurezza stradale passa dalla smart mobility, ovvero da strade dotate di infrastrutture tecnologie che assicurino spostamenti efficienti, evitando quanto più possibile code e incidenti. È possibile tutto questo? Sì, se si lavora sulla possibilità di applicare la trasformazione digitale su strade e autostrade.
Anas crede fortemente a queste potenzialità, tanto che ha deciso di investire 1 miliardo di euro per avviare il progetto Anas Smart Road, tecnologia abilitante per lo sviluppo della “mobilità intelligente” e propedeutica ai futuri scenari di guida autonoma dei veicoli.
Tale progetto si inserisce nel più ampio piano Smart Mobility Anas per riuscire a raggiungere una “mobilità a misura di utente della strada, ad alto contenuto tecnologico e a basso impatto ambientale”, come segnala la stessa società. Grazie a questo punta a centrare quattro obiettivi: il controllo del traffico, l’innalzamento della sicurezza stradale, la gestione della mobilità e il controllo dell’infrastruttura. Per questo sta lavorando per… mettere a terra la tecnologia, adottando una complessa piattaforma digitale articolata sulla rete stradale che richiede il supporto delle tecnologie IoT, ma conta anche su intelligenza artificiale, gestione dei Big Data e sensoristica avanzata attraverso lo sviluppo della rete di banda ultra larga nazionale.
Cominciate a intravederla? Lampioni intelligenti, droni per il monitoraggio, sensori diffusi per raccogliere informazioni e inviarle alla piattaforma per la gestione. Il tutto senza che l’automobilista si accorga (o quasi) di viaggiare su strade sicure e “intelligenti”.
Il progetto parte da una constatazione fatta in modo più ampio a livello istituzionale: la necessità di aumentare la sicurezza stradale. Si è partiti da una constatazione: il 94% circa degli incidenti stradali sono addebitabili a comportamenti errati del conducente, dalla distrazione all’uso di alcool o droga. Nel 2019, pre Covid-19 e lockdown, l’Istat riporta 172.183 incidenti stradali con lesioni a persone in Italia, con ben oltre tremila morti e più di 241mila feriti.
Già tre anni prima il MIT – Ministero delle infrastrutture e dei trasporti cominciava a ragionare con i principali attori del settore automobilistico e non solo, di avviare un processo di trasformazione digitale di strade e autostrade per renderle più sicure. Si è arrivati così al decreto 28 febbraio 2018, focalizzato a individuare modalità attuative e strumenti operativi della sperimentazione su strada delle soluzioni di Smart Road e di guida connessa e automatica.
Nello stesso anno, a dicembre arrivò al MIT la prima domanda di sperimentazione di un veicolo automatico e connesso in ambiente urbano e ultimo miglio, avanzata dalla VisLab di Parma.
L’anno successivo sono stati presentati diversi progetti in ambito smart road e veicoli automatici e connessi che hanno ricevuto l’attenzione e l’approfondimento dell’Osservatorio tecnico ministeriale.
Ma Anas stava già lavorando su questo filone ed è arrivata così al suo progetto di smart road e smart mobility. L’investimento complessivo per la realizzazione del programma è di 1 miliardo di euro con la previsione di avere 3000 km di strade intelligenti fra dieci anni. «Attualmente è in corso una prima fase con un investimento di circa 250 milioni euro, anche grazie a contributi europei, nell’ambito del Programma Operativo PON Infrastrutture e Reti 2014-2020 del Ministero delle infrastrutture e dei Trasporti e del Connecting Europe Facility per le reti Trans Europee TEN-T 2014-2020», afferma Matteo Castiglioni, Direttore operation e coordinamento territoriale di Anas.
Questo primo step riguarda alcuni dei più importanti assi strategici del Paese: l’itinerario E45-E55 ‘Orte-Mestre’, in Veneto la statale 51 “di Alemagna”, in Sicilia la Tangenziale di Catania e la A19 ‘Autostrada Palermo-Catania’, nel Lazio le autostrade A90 ‘Grande Raccordo Anulare di Roma’, A91 ‘Autostrada Roma-Aeroporto di Fiumicino’ e la A2 ‘Autostrada del Mediterraneo’.
L’intervento più recente ha visto la sperimentazione in Sardegna sulla SS 199 Sassari – Olbia. Essa «ha riguardato una nuova tratta di 7 chilometri completata, ma non ancora aperta al traffico. Nel dettaglio, la prova si è svolta a livello 3 di guida autonoma, ovvero l’auto è in grado di gestire la guida in condizioni ordinarie, accelerando, frenando e indicando la direzione alla vettura, con la possibilità di intervento del conducente solo in caso di problemi. Nel tratto della Sassari – Olbia compreso tra il bivio di Monti e Berchidda, sono stati effettuati test di velocità, con due veicoli che a 130km/h si sorpassavano l’un l’altro», illustra Castiglioni. Lo stesso spiega che, stando alle specifiche richieste di Vislab, in questa fase la sperimentazione doveva essere svolta in un contesto di infrastruttura viaria di base (piano viabile, segnaletica verticale centrale e laterale). «In questo contesto un veicolo a guida autonoma percorrendo una strada, in linea di massima, percepisce fino a circa 70 metri oltre la posizione in cui si trova. Con la Smart road Anas potrà, invece, ‘vedere’ l’intera strada che ha davanti, sviluppando ulteriormente gli standard di sicurezza».
Il progetto di Anas, spiega la stessa società,
“si basa su una avanzata piattaforma digitale che si articola sulla rete stradale come un ‘sistema nervoso’ con il supporto delle tecnologie Internet of Things, AI, Big Data e sensoristica complessa attraverso lo sviluppo della rete di banda ultra larga nazionale.”
La Smart Road è dotata di molteplici sensori e vi saranno implementati diversi sistemi di monitoraggio che interessano l’infrastruttura stradale. Basti pensare ai sensori per il traffico, per lo stress dei manufatti o i sensori meteo, ambientali passando a quelli per il monitoraggio di ponti, viadotti e gallerie. Sono tutti garantiti dalle possibilità della tecnologia IoT. «Inoltre la Smart Road è di fatto una strada digitale che genera una molteplicità di dati di grande interesse non solo per il gestore dell’infrastruttura ma anche per le autorità e le persone in viaggio» specifica il direttore operation e coordinamento territoriale di Anas.
Anas Smart Road non termina qui. «Accoglie i principi della ecosostenibilità ed è stata progettata per ospitare le infrastrutture indispensabili allo sviluppo della mobilità elettrica – rileva Castiglioni – In particolare lungo il suo tragitto, ogni 20-30 km saranno ubicate le Green Island, aree al cui interno verrà distribuita energia proveniente da fonte rinnovabile, in grado di alimentare tutti i sistemi Smart Road in materia autonoma, per il modulo di competenza». Oltre all’installazione di sistemi di ricarica per veicoli, in ciascuna Green Island sono previste aree di ricarica e sosta per droni, i quali consentiranno di monitorare il traffico stradale in punti strategici per la viabilità e permetteranno la pianificazione e la gestione efficiente dei flussi di traffico lungo l’arteria stradale. L’investimento nelle Green Island è compreso nello stanziamento complessivo del progetto Smart road Anas e a pieno regime saranno all’incirca 100 punti di ricarica.
Come saranno allora le strade del futuro? prendendo spunto ancora dal piano Anas Smart road, propedeutico alla Smart Mobility, esso punta a realizzare una mobilità a misura di utente della strada ad alto contenuto tecnologico e a basso impatto ambientale, oltre naturalmente ad elevato tasso di sicurezza stradale. «La Smart road Anas sarà anche una strada sostenibile poiché è stata progettata per ospitare le infrastrutture indispensabili allo sviluppo della mobilità elettrica. Ma non solo. La rete stradale del futuro, grazie all’applicazione dei processi di trasformazione digitale, ci consentirà di ottenere una riduzione dell’incidentalità, un maggior comfort di viaggio, migliori condizioni di traffico e una gestione più efficiente degli eventi straordinari più critici», spiega il manager.
Saranno inoltre arricchite le informazioni all’utenza, rafforzata la resilienza delle reti di trasporto e l’interazione digitale con i territori attraversati. L’obiettivo finale è dotare l’Italia di una rete stradale efficiente proiettata nel futuro della mobilità, che vuol dire alimentazione elettrica a basso impatto ambientale, guida assistita e veicoli a guida autonoma. Strade smart per smart city: così comincia a delinearsi il futuro stesso delle nostre città.