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Smart city: cos’è, come funziona, caratteristiche ed esempi
Nella smart city, le tecnologie sono usate per rendere la città più efficiente, sicura e sostenibile e per migliorare la qualità della vita dei cittadini
Digitalizzazione e transizione ecologica devono andare avanti di pari passo. Insieme a logiche di open innovation e di collaborazione fattiva all’interno dell’eco-sistema smart city.
Ne è convinta Silvia Celani, Head of Innovation di Acea, che ha partecipato al convegno “Digitalizzazione di servizi per città green e resilienti: prospettive e opportunità” promosso da LUMI lo scorso 10 novembre in occasione di Key Energy – Ecomondo.
Durante l’incontro, che ha coinvolto diversi player del settore tra cui Microsoft, Engineering, Simet-Gruppo Enercom e Siram Veolia, è stato posto l’accento sul ruolo dei dati e dell’innovazione per accompagnare il processo di trasformazione dei nostri territori e delle nostre città.
“Nel corso del 2022 abbiamo lavorato insieme a partner scientifici e industriali a dei tavoli “inno-sostenibili” per mettere a sistema alcuni temi della transizione ecologica (dall’e-mobility alla biodiversità, dalle infrastrutture critiche alle risorse idriche) – ha spiegato Silvia Celani durante il suo intervento –. I tavoli, durati 6 mesi, hanno portato alla creazione di progetti concreti che proseguiranno in ottica di eco-sistema e collaborazione tra i diversi attori. Tutti questi progetti hanno come comun denominatore il tema della platformizzazione e l’uso dei dati, ovvero l’importanza di creare piattaforme che siano in grado di gestire e semplificare il concetto di comunità, sia essa idrica, ambientale o di altro tipo”.
In generale, qualsiasi aspetto legato alla vita di una città si voglia prendere in considerazione, diventa oggi indispensabile raccogliere ed elaborare i dati a disposizione per poi integrarli all’interno di un aggregatore che li traduca in servizi a valore aggiunto per i cittadini.
Ma le tecnologie, e i dati, sono solo strumenti.
“Le persone sono i veri agenti del cambiamento – ha spiegato Silvia Celani –. Se non si cambia il mindset delle persone non si potrà fare nulla di concreto. Per questo motivo noi di Acea crediamo fortemente nell’importanza della cultura dell’innovazione e diamo vita a processi continui per farne da stimolo”.
“Ad esempio, creiamo delle open call, dei programmi di corporate & entrepreneurship e dei garage per permettere alle persone di avvicinarsi alle tecnologie. Da questi garage possono uscire innovazioni di prodotto che poi possono diventare anche nostri prodotti. Come nel caso di Waidy, nata come app per la geolocalizzazione dei punti idrici in un’ottica di riduzione dell’uso di plastica monouso, e ora evoluta in ecosistema per la tutela della risorsa idrica”.
Oltre ai garage e ai contest, Acea ha un’altra anima legata allo scouting di start-up e Pmi innovative. “Lavoriamo in logica di PoC (proof-of-concept) e attraverso questi poc andiamo a testare e sperimentare nuove soluzioni – ha raccontato Silvia Celani –. Recentemente abbiamo fatto questa sperimentazione con la startup Wesii che ha sviluppato il progetto MIDA (Monitoraggio Impianti con Droni Autonomi). Grazie all’uso di un drone a guida autonoma che vola sui nostri impianti fotovoltaici riusciamo a monitorare e aumentare le performance degli impianti riducendo i tempi di rilevazione di perdite di energia dei pannelli fotovoltaici e implementando l’efficientamento energetico. Questo permette di migliorare anche la sicurezza degli impianti”.
Secondo la Head of Innovation di Acea, il modello di eco-sistema e open collaboration è l’unico possibile per garantire un futuro migliore e cogliere le opportunità del cambiamento. “La cultura dell’innovazione è alla base della trasformazione digitale dei territori”.