- Scenario
nZEB, come funzionano gli edifici a energia quasi zero
Dall’inizio del 2021 la costruzione di edifici nZEB (a energia quasi zero) è obbligatoria nell’edilizia pubblica e privata e nelle ristrutturazioni. Vediamo cosa significa di preciso.
Oggi vogliamo che i nostri edifici e i quartieri in cui si inseriscono raggiungano livelli di prestazione energetica sempre più elevati e che siano integrati nella rete grazie alle nuove tecnologie digitali. Vogliamo che siano edifici sostenibili, che consumino poca energia, ma che siano anche ambienti salubri e confortevoli per chi ci vive e ci lavora. Allo stesso tempo, cerchiamo soluzioni che permettano di realizzare e di mantenere building in modo efficace e ottimizzato, a costi contenuti, lungo tutto il ciclo di vita.
Proprio “L’ambiente costruito nella sfida con la digital e green transformation” sarà al centro di un webinar gratuito, il 19 maggio h 11.30, promosso da LUMI in partnership con Key Energy. Un’occasione per confrontarsi insieme alcuni esperti, tra cui:
Gli edifici rappresentano un elemento centrale nella politica di efficienza energetica dell’Unione Europea (UE): basti pensare alla strategia “Renovation Wave” e ai finanziamenti messi a disposizione attraverso il Next Generation UE e i relativi Recovery Funds.
Proprio in questo contesto rientra il progetto di ricerca Zero-Plus che riguarda la realizzazione di edifici e insediamenti a energia quasi-zero e a energia positiva in Europa basata sull’uso di tecnologie energetiche avanzate.
Il progetto europeo Zero-Plus si è posto come obiettivo principale quello di fornire al mercato un sistema innovativo, ma immediatamente applicabile, per creare distretti a energia quasi zero e zero energy building attraverso l’uso di tecnologie avanzate.
Gli straordinari risultati dell’iniziativa – conclusasi a fine 2020 – si sono rivelati vincenti in quattro progetti pilota che hanno coinvolto: Regno Unito (York), Francia (Voreppe), Italia (Granarolo dell’Emilia) e Cipro (Nicosia).
Il progetto ha perseguito i seguenti obiettivi:
Il primo obiettivo del progetto riguarda la riduzione del consumo di energia operativa negli edifici residenziali a una media di 0-20 kWh/m² all’anno, rispetto all’attuale media di 70-230 kWh/m². La riduzione del consumo di energia è ottenuta con l’applicazione di alcune tecnologie, come sistemi di riscaldamento e illuminazione altamente efficienti, e, soprattutto, grazie all’uso di sistemi di gestione energetica degli edifici (Building Energy Management Systems – BEMS).
In ogni distretto considerato, l’obiettivo di produrre energia da fonti rinnovabili si ottiene con l’integrazione di tecnologie innovative per la generazione dell’energia come collettori solari a concentrazione o sistemi fotovoltaici ed eolici avanzati.
Per raggiungere una maggiore efficienza energetica serve la transizione dai singoli edifici a distretti a energia positiva attraverso l’adozione di soluzioni di digitalizzazione della rete di distribuzione e la creazione di micro-reti intelligenti.
L’obiettivo di ridurre i costi si ottiene attraverso l’utilizzo di sistemi costruttivi e abitativi modulari.
Due ulteriori obiettivi correlati agli zero energy building riguardano: l’impatto ambientale e la diminuzione delle emissioni di CO2 nell’atmosfera; l’impatto sull’industria edilizia che deve avere un’ottica sempre più rivolta ai principi di economia circolare.
I risultati ottenuti dai 4 progetti pilota, di cui uno in Italia, sono stati addirittura superiori alle previsioni e agli obiettivi prefissati. Stiamo infatti parlando di una riduzione dei costi fino al 26,7% e di un contenimento dei consumi energetici fino a 123 KWh/m2 l’anno.