- Scenario
Smart grid: cos’è e cosa significa
Le smart grid sono reti elettriche intelligenti basate sulla digitalizzazione e sulla generazione distribuita dell’energia. Eccone caratteristiche e vantaggi.
Cosa sono le comunità energetiche e qual è il loro ruolo nel processo di transizione energetica del Paese?
A cercare di dare una risposta a questa domanda ci ha pensato l’analista di mercato Energy & Strategy Group con l’ultimo Electricity Market Report.
La redazione di LUMI4innovation, in qualità di media partner dell’Electricity Market Report, ha presenziato all’incontro con i partner dell’iniziativa in cui sono state condivise alcune riflessioni sull’evoluzione del mercato dei servizi energetici nel percorso di cambiamento verso gli obiettivi di decarbonizzazione ed efficientamento energetico.
Durante l’incontro, si è parlato in particolare del ruolo di UVAM e di comunità energetiche. Si sono quindi analizzate le prospettive esistenti in Italia per lo sviluppo delle energy community e delle aggregazioni virtuali.
Il quadro normativo sulle Energy Community, a livello comunitario, parte con il Clean Energy Package (CEP) approvato a novembre 2016, in cui si parla di comunità energetica come di un nuovo attore del settore energetico.
Di fatto, il vero ruolo delle comunità energetiche è stato stabilito con due Direttive europee successive:
Per dare una definizione sulla base delle normative europee, la comunità energetica è un nuovo soggetto giuridico, basato sulla partecipazione volontaria di imprese, persone fisiche o amministrazioni comunali, che si pone come obiettivo quello di creare benefici ambientali, economici o sociali a livello di comunità attraverso la produzione di energia collettiva – che nel caso delle comunità energetiche rinnovabili deve provenire da fonti rinnovabili.
Le REC (Comunità energetiche rinnovabili) e le CEC (Comunità energetiche di cittadini) si pongono come obiettivo principale quello di fornire benefici ambientali e socio-economici ai loro membri e ai territori in cui operano. I membri che vogliono partecipare alla comunità energetica devono costituirsi come entità giuridica e agire quindi come una singola entità.
Le configurazioni di Comunità Energetica vogliono stimolare la creazione di una comunità di persone accomunate dall’intento di generare un impatto positivo sul territorio, attraverso lo strumento della produzione e consumo collettivo di energia.
Diverso è parlare di autoconsumatori collettivi di energia rinnovabile e di clienti attivi consorziati che rappresentano il primo livello di aggregazione di prosumer riconosciuto e che sono, di fatto, un passaggio intermedio tra l’autoconsumo individuale e le comunità energetiche. Il principale vincolo posto dalle Direttive per questo tipo di configurazione collettiva, diversa dalle energy community, è che le attività che vengono autorizzati a portare avanti non devono costituire la loro principale attività commerciale o professionale.
Il recepimento delle due direttive da parte degli Stati membri (quindi anche dell’Italia) deve avvenire entro giugno 2021 per la RED II ed entro dicembre 2020 per la IEM.
Il processo di recepimento italiano è iniziato con il Decreto Milleproroghe, entrato in vigore a febbraio 2020, con cui sono state introdotte per la prima volta le definizioni di “Autoconsumatori di energia rinnovabile” che agiscono collettivamente e di “Comunità di Energia Rinnovabile”. L’iter è poi proseguito con la pubblicazione della Delibera ARERA 318/2020 (agosto 2020) e con il Decreto attuativo del MISE di settembre 2020 sull’autoconsumo collettivo e sulle comunità energetiche.
Durante l’incontro dello Steering Committee per la realizzazione dell’Electricity Market Report è stato fatto un approfondimento sul ruolo delle tecnologie nell’abilitazione a nuove configurazioni di energy community. Stando a quanto emerso, le comunità energetiche non richiedono particolari innovazioni tecnologiche rispetto a quelle già esistenti.
Non servono quindi investimenti tecnologici particolari per abilitare una energy community o configurazioni di autoconsumo collettivo. Gli investimenti possono riguardare l’installazione di nuovi impianti di produzione dell’energia (come impianti fotovoltaici), energy storage, sistemi di ricarica veicoli elettrici o altri dispositivi hardware e software. Di fatto, uno degli elementi chiave per la gestione e il controllo di un qualsiasi modello di aggregazione di questo tipo potrebbe essere l’uso di un software di energy management e monitoraggio dei consumi.
Secondo lo studio dell’Energy & Strategy Group, nel prossimo quinquennio (2021-2025) saranno create circa 5-10 mila configurazioni di autoconsumo collettivo e circa 20.000 Comunità Energetiche Rinnovabili. Un dato che si traduce nell’installazione di oltre 3,5 GW di impianti fotovoltaici e 1,3 GWh di capacità di accumulo, per un giro di affari di 4 miliardi di euro.
Nel frattempo, compaiono i primi esempi italiani di comunità energetica. Come quella avviata a Turano Lodigiano e Bertonico (Lodi), dove saranno installati 5 impianti fotovoltaici, in alcuni edifici pubblici. Il progetto consentirà di produrre l’energia necessaria per soddisfare il fabbisogno delle due amministrazioni comunali, mettendo anche a disposizione di alcune famiglie quella prodotta in eccesso.