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Efficientamento energetico degli edifici pubblici: la transizione ecologica passa da qui

Efficientamento energetico degli edifici pubblici: la transizione ecologica passa da qui

Nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) pronto per l’UE, transizione energetica ed ecologica sono parti integranti, ma anche l’efficientamento energetico degli edifici pubblici e privati. In questo senso il Governo sottolinea come siano previsti corposi incentivi fiscali per incrementare l’efficienza energetica del patrimonio edilizio privato e pubblico, con misure in grado di effettuare la ristrutturazione di circa 50mila edifici l’anno.

Ciò significa un impegno profondo che ha necessità di contare su attori in grado di combinare efficienza e intelligenza. Proprio così: il patrimonio immobiliare ha estrema necessità di risparmiare energia, ma anche di ottimizzarla al meglio così come deve fornire i migliori presupposti per il comfort abitativo. Vale non solo per il residenziale, ma anche per edifici pubblici, ancor più se luoghi dedicati alla cura, come sono gli ospedali.

Maurizio Saitta, Edison
Maurizio Saitta, Edison

«Essi sono ancora spesso delle strutture sovradimensionate, inefficienti e inefficaci dal punto di vista energetico. Il bisogno attuale, che è emerso sempre di più in questo periodo, è però quello di realizzare degli ospedali di prossimità, più vicini alla quotidianità e alle esigenze delle persone e dei territori che ne fanno parte. è in atto un processo di trasformazione del parco sanitario, che porterà ad avere ospedali più a misura d’uomo, ecosostenibili, interconnessi e veloci, dove l’efficienza energetica non sarà il fine, ma il risultato di una corretta gestione di tutti i vettori energetici: termici, elettrici e idrici». Ad affermarlo è Maurizio Saitta, Head of Services Delivery & Contract Management – PA & Buildings Edison.

Oltre a essere uno dei principali operatori di energia in Italia, Edison offre un’ampia offerta di servizi per l’efficienza energetica, tra i protagonisti nel settore dei servizi per l’industria e per l’efficientamento energetico degli edifici pubblici.

Abbiamo voluto comprendere meglio il punto di vista di un attore così importante, specie in un momento così rilevante per il futuro dell’Italia, attraverso un’intervista dedicata.

Ing. Saitta, partiamo dall’edilizia pubblica. Si sa che la gestione intelligente dei consumi e l’ottimizzazione anche attraverso la riqualificazione energetica è uno dei presupposti della smart city. Come è possibile metterla in pratica, tenendo conto delle difficoltà economiche che scontano spesso i Comuni?

La pubblica amministrazione in Italia è uno dei più grandi consumatori di energia, a causa del numero di immobili e di attività svolte ogni giorno in questo ambito. Gli edifici scolastici, il patrimonio culturale ed artistico e in particolar modo gli ospedali risultano essere tra le strutture più energivore del Paese. A nostro parere i modelli di Partenariato Pubblico Privato sono quelli che meglio coniugano l’opportunità per il privato di intervenire a supporto dello sviluppo con la riqualificazione energetica e strutturale degli edifici pubblici, mettendo a disposizione i propri capitali ma anche assumendosi la responsabilità dell’efficacia delle azioni di efficientamento nel breve – medio e lungo termine. Il pubblico può contribuire in questi termini alla realizzazione dell’investimento ma beneficiare anche dell’intervento di operatori qualificati e in grado di essere partner affidabili e responsabili nella realizzazione e gestione dell’opera nel tempo.

Transizione energetica ed ecologica sono due concetti di grande attualità. Come si coniugano nello sviluppo delle città e dei territori?

La transizione energetica oggi parte innanzitutto dai territori, sempre più consapevoli delle proprie potenzialità in termini di risorse e del fatto che occorra strutturarsi in termini tecnologici, di competenze e di capacità di investimento per potere essere al centro – o ancora meglio guidare – una transizione che non è “semplicemente” energetica, ma è ambientale, digitale e naturalmente culturale.

Sostenibilità e intelligenza come si possono coniugare e combinare nelle azioni di sviluppo delle smart city e smart land?

Il Digitale è il DNA delle smart city e delle smart land oggi necessariamente improntate alla sostenibilità delle scelte. Abilitante e facilitante della transizione energetica, il digitale è al contempo strumento per progettare e gestire in maniera intelligente e innovativa il nostro ecosistema (dal micro al macro), ma anche strumento per il cittadino per riappropriarsi delle proprie scelte energetiche e non solo. Se guardiamo più in generale al digitale fuori dal contesto specifico, noi abbiamo sempre spinto per un approccio innovativo presso i nostri clienti e i nostri stakeholder: dall’utilizzo di modelli di progettazione e gestione in efficienza degli edifici attraverso il BIM e il BEMS all’applicazione di sistemi di gestione digitale dell’energia nei processi industriali EMS, dall’analisi dei consumi energetici alla loro ottimizzazione attraverso sistemi di smart audit, dalla creazione di digital twin, gemelli digitali delle città e dei territori per il supporto alla programmazione energetica e ambientale, alla progettazione di piattaforme digitali per la gestione dell’IoT nelle città. È solo l’inizio di una grande trasformazione, l’unico limite da superare è il gap culturale di alcuni interlocutori chiave come ad esempio alcune pubbliche amministrazioni ancora forse abituate a percorsi, strumenti e modalità più tradizionali.

Le comunità energetiche quanto e come possono aiutare a migliorare l’efficienza e a rispondere alle esigenze energetiche locali, pubbliche e private?

Il concetto delle comunità energetiche sta prendendo sempre più piede non solamente perché piano piano se ne chiariscono i risvolti normativi e applicativi, ma anche perché dietro al concetto di comunità energetiche – che siano esse REC o CEC – si nasconde la possibilità di guadagnare un’autonomia e una flessibilità molto importante e che offre grandi potenzialità in termini di gestione di risorse del territorio e di attrazione di capitali pubblici e privati vitali per lo sviluppo locale. In questi termini la collaborazione tra pubblico e privato è fondamentale per moltiplicare gli investimenti sul territorio e ingaggiare l’operatore privato in un percorso di recupero di efficienza, efficacia e qualità del patrimonio pubblico.

Detto questo, va anche evidenziato come il concetto di comunità energetica che oggi comincia a prendere anche “normativamente” forma è forse quasi diventato un po’ sorpassato se pensiamo invece al concetto di economia circolare di un territorio di cui la comunità energetica è parte, e che valorizza non solo lo scambio di energia green e autoprodotta, ma tutto il concetto di produzione sostenibile, consumo intelligente, riciclo e riutilizzo delle risorse endogene e dei materiali e nel cui perimetro considera l’elettrico ma anche per es il termico.

Esistono ancora diverse barriere alla diffusione delle comunità energetiche che sono in parte normative ma anche culturali, come la “limitata aspirazione” rispetto alle potenzialità che si sta però provando a superare: piccoli impianti al di sotto di un’unica cabina di distribuzione, partecipazione di soggetti non esperti di energia, limite del virtuale, limite in termini di fonti energetiche più che in termini di “efficacia ambientale” delle produzioni. Sicuramente per dare slancio ed efficacia alle comunità energetiche occorrerebbe guardare alle potenzialità di una piena collaborazione con gli operatori privati esperti di settore, oggi ai margini della definizione del sistema. Ugualmente sottovalutato è il ruolo che una collaborazione/ Partenariato pubblico privato potrebbe avere in questi contesti in cui anche il pubblico è “digiuno” di competenze energy sulle quali si trova invece a dovere costruire il perimetro e il ruolo della comunità energetica.

Gli ospedali sono oggi più che mai al centro dei riflettori, causa pandemia. Quanto c’è bisogno di renderli efficienti energeticamente e riuscire così a ridurre i costi energetici per meglio allocarli in altri campi di spesa?

Un ospedale che vogliamo moderno e tecnologicamente avanzato richiede comunque un utilizzo di energia di grande entità, a regime costante nel tempo, per cui è fondamentale introdurre nuove forme di autoproduzione di energia e calore efficienti e green come ad esempio fotovoltaico, trigenerazione, pompe di calore geotermiche e altre. Non esiste una tecnologia più efficace di altre, ma si tratta di individuare la soluzione più efficace per ogni ospedale e il suo territorio, riducendo l’impatto ambientale locale e valorizzando le risorse endogene.  La stessa attenzione deve essere posta nella scelta dei materiali per la riqualificazione degli edifici e degli impianti e la loro manutenzione, che devono essere sostenibili, derivati da cicli di riutilizzo e a loro volta riutilizzabili, in un’ottica di economia circolare.

Data l’esperienza consolidata di Edison, come è possibile intervenire a proposito delle strutture ospedaliere?

L’obiettivo primario degli ospedali è il benessere e la cura dei pazienti e il personale sanitario deve poter concentrare tutte le proprie energie nel rispondere a questa esigenza, soprattutto in momenti pandemici come quello che stiamo vivendo. Per questo un operatore come Edison può farsi carico di tutte le altre attività e può farlo in modo smart, sostenibile e compatibile con le risorse del territorio. Gestire in modo efficiente un edificio ospedaliero significa contribuire al benessere del paziente attraverso l’attenzione alla qualità dei luoghi di cura dal punto di vista acustico, dell’illuminazione, della qualità dell’aria in ambiente, dell’umidità e della temperatura oltre che ottimizzare in maniera consistente i consumi, e di conseguenza contenere i costi di gestione liberando risorse da poter investire diversamente. Risultati efficaci si possono ottenere attraverso, per esempio, la riqualificazione delle centrali termiche e l’utilizzo di tecnologie per l’autoproduzione di energia come dimostra l’intervento di efficientamento presso il Policlinico di Milano.

centrale energia Policlinico Milano
La centrale termica del Policlinico Milano, parte dell’intervento di Edison

Non dimentichiamoci infine che un ospedale moderno è un ospedale digitale, che si apre al territorio e prova ad uscire dai propri confini strutturali per soddisfare le esigenze degli utenti, per esempio implementando soluzioni digitali di interfaccia con l’esterno, a cui il paziente si può collegare per consultare i propri dati sanitari. Questi servizi richiedono spazi attrezzati per servizi di backoffice, data center, connessioni e quindi energia che partner esterni qualificati come noi possono offrire e/o gestire, e che permettono all’ospedale di integrarsi nell’ecosistema smart del territorio.

Giornalista freelance specializzato in tecnologia e in modo particolare in tematiche che hanno un impatto significativo sulla vita quotidiana e su quella futura: smart energy, smart building, smart city.