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Smart lighting in città: i lampioni connessi aumentano i servizi ai cittadini

Smart lighting in città: i lampioni connessi aumentano i servizi ai cittadini

Quando si parla di smart lighting, ovvero di illuminazione intelligente, si fa riferimento a sistemi più o meno complessi in cui, accanto all’utilizzo di sorgenti luminose a LED, si adottano dispositivi di connettività IoT che ne permettono la gestione e il controllo a distanza.

La rivoluzione dello smart lighting

La combinazione di queste due tecnologie – LED e IoT – sta portando a una vera e propria rivoluzione.
Questo è particolarmente vero in ambito urbano, dove l’illuminazione pubblica a LED, in cui la luce connessa e controllabile permette di gestire gli impianti al meglio, ottimizzandone l’utilizzo e i relativi consumi, è centrale per la creazione di una smart city e l’erogazione di nuovi servizi a valore aggiunto.

Secondo un recente studio dell’analista Berg Insight, il mercato dello smart lighting in ambito urbano sta crescendo a un ritmo molto veloce, pari al 24,8% l’anno, e si stima possa raggiungere entro il 2025 un numero pari a 48,8 milioni di lampioni connessi. L’Europa rappresenta il mercato principale, con il 35% dei lampioni intelligenti installati e numerose applicazioni già attive in diverse città. Un trend confermato anche da un’altra società di analisi di mercato, Mordor Intelligence, che prevede per il settore una crescita composta annua del 20,4% da qui al 2026.

Tra le soluzioni di connettività, si sta in particolar modo affermando l’adozione di tecnologie a bassa potenza, come il NarrowBand IoT (NB-IoT).

Grafico a torta
Ripartizione costi illuminazione pubblica – Fonte: IEE

Illuminazione pubblica intelligente: quali vantaggi per la PA

Ma vediamo quali sono le esigenze da un lato e le opportunità dall’altro che stanno spingendo verso questo cambio di paradigma e verso una maggiore diffusione dello smart lighting (o connected lighting) nelle città e sulle strade.

In primo luogo, c’è la necessità di ridurre i costi operativi e di migliorare i risultati di efficienza energetica degli impianti di illuminazione pubblica. Un aspetto che è ormai sotto gli occhi di tutti. Tanto che la maggior parte delle Amministrazioni Pubbliche ha già compiuto il primo passo verso l’illuminazione pubblica a LED, ottenendo risparmi energetici che vanno dal 30 al 70%.

Grazie a una luce intelligente e connessa, è poi possibile rilevare inefficienze, intervenire in modo puntuale e tempestivo nelle attività di manutenzione e adattare luminosità e intensità di ogni lampione o corpo illuminante alle reali necessità di utilizzo (ndr. si parla di luce adattiva). Ne conseguono risparmi economici legati ad attività di gestione e manutenzione che incidono sulle spese delle Pubbliche Amministrazioni, come evidenziato nel grafico dell’IEE – Intelligent Energy Europe.

Lampioni connessi per erogare servizi ai cittadini

Una migliore gestione e manutenzione degli impianti di illuminazione pubblica e risultati di efficienza energetica si traducono naturalmente in una ottimizzazione dei costi, ma non rappresentano i soli vantaggi che una Pubblica Amministrazione deve considerare nel passaggio allo smart lighting.

“Poter usufruire di un sistema di illuminazione intelligente significa, grazie all’IoT, poter trasformare ogni punto luce, e quindi ogni lampione, in un oggetto smart e connesso alla rete – ci ha confermato Luigi Capobianco, vice presidente Southern & Western Europe di 1NCE, azienda specializzata nella connettività IoT -. Una centralina di dati insomma, un piccolo hub tecnologico in grado di scambiare informazioni aggiungendo servizi di valore per cittadini e comunità”.

I lampioni intelligenti e connessi possono diventare il fulcro di una nuova gestione urbana, grazie alla possibilità di sfruttare i punti di una rete già esistente e strutturata, quella dell’illuminazione pubblica. I lampioni smart possono infatti integrare nuove tecnologie ed erogare nuovi servizi, quali ad esempio:

  • Sistemi di monitoraggio del traffico e gestione della mobilità urbana.
  • Sistemi per l’invio di informazioni ai cittadini.
  • Soluzioni per la rilevazione di situazioni critiche o di emergenza.
  • Dispositivi per il monitoraggio ambientale (inquinamento, qualità dell’aria ecc.).
  • Sistemi di videosorveglianza urbana.
  • Soluzioni per la raccolta e la gestione dei rifiuti.

Grazie alla connettività IoT, i lampioni possono inoltre trasformarsi in colonnine e infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici, che, come sappiamo, sono ancora insufficienti sul territorio.

Monetizzare i dati con lo smart lighting

E non è tutto, perché se è vero che i dati sono il petrolio del futuro, sempre più aziende di servizi, multiutility e società produttrici di corpi illuminanti possono trovare nella connettività IoT un nuovo strumento per essere competitivi e attrattivi agli occhi della Pubblica Amministrazione avendo, allo stesso tempo, la possibilità di raccogliere, elaborare e distribuire i vari dati provenienti dagli oggetti intelligenti situati in una città.

“Trovare nuovi modi per monetizzare i dati che provengono da sensori e oggetti intelligenti come possono essere i lampioni situati nei vari punti di una città può rappresentare, per molti fornitori di soluzioni per l’illuminazione pubblica, un modo per cambiare il proprio approccio al mercato – ci ha spiegato Luigi Capobianco di 1NCE. – La possibilità di trasformarsi da produttore di hardware a fornitore di soluzioni e servizi intelligenti diventa centrale per essere più competitivi e avere successo in un comparto in continua evoluzione come quello attuale.”

“La possibilità di vendere prodotti nativamente connessi è un grosso vantaggio – ha detto ancora Capobianco – perché permette di differenziarsi sul mercato e, allo stesso tempo, controllare tutti i dispositivi gestendone i dati. Per contro, non tutti sono pronti a cambiare il proprio business model, che richiede di pensare alla servitizzazione della filiera”.

Smart lighting: serve un cambio di paradigma

Come rendere, quindi, concreta questa trasformazione?
1NCE ce lo ha raccontato molto bene nel suo insight rivolto al mercato dello smart lighting. “Grazie al semplice inserimento di una SIM in un palo della luce, il lampione può diventare intelligente e connesso alla rete – ha commentato infatti Luigi Capobianco –. L’operazione è semplice e il time-to-market molto veloce. Un passaggio che non richiede costi di cablaggio elevati né procedure complesse.”

La società di connettività IoT fornisce già connettività cellulare NB-IoT per diversi player nel mercato dello smart lighting. Tra questi, possiamo citare Flashnet, azienda del gruppo Engie con deployments in Italia, Europa e Sud America, e l’azienda inglese Urban Control.

Giornalista e communication manager è stato collaboratore, capo redattore e direttore di riviste specializzate con focus su smart technologies, industria elettronica, LED e illuminazione e sostenibilità ambientale. Laureata in Lingue, ha acquisito nel corso degli anni forti competenze in ambito Smart City e Smart building. Da oltre 10 anni, segue progetti editoriali speciali in tema di città sostenibili e intelligenti e promuove e organizza il premio Ecohitech Award. Negli ultimi 8 anni si è specializza in content marketing, editoria online e scrittura SEO-oriented. Oggi è Direttore editoriale di LUMI4innovation.it