
- Scenario
Smart city: cos’è, come funziona, caratteristiche ed esempi
Nella smart city, le tecnologie sono usate per rendere la città più efficiente, sicura e sostenibile e per migliorare la qualità della vita dei cittadini
Non solo città intelligenti, ma anche comunità smart: se è vero che le tecnologie sono lo strumento indispensabile attraverso il quale attuare le smart city, occorre ricordare che i protagonisti devono essere le comunità che ogni giorno le vivono.
Su questa visione si fonda il progetto europeo Sharing Cities, portato in Italia grazie alla collaborazione pubblico-privata tra Comune di Milano, mondo della ricerca, imprese e terzo settore. Il capoluogo lombardo è attualmente l’unica città italiana partecipante, mentre a livello europeo si contano Londra, Lisbona, Varsavia, Burgas e Bordeaux.
Milano Sharing Cities è un progetto inserito nel quadro del programma “Horizon 2020” (programma quadro di ricerca e innovazione – 2014/2020) che punta alla realizzazione di distretti smart a energia quasi zero attraverso tre ambiti di intervento:
• Persone, ovvero meccanismi di partecipazione finalizzati a co-progettare nuovi servizi da collocare nei quartieri e a innescare comportamenti virtuosi;
• Luoghi, resi smart attraverso nuove tecnologie per gli edifici, sistemi di gestione energetica integrata, sharing mobility e illuminazione intelligente.
• Piattaforma, una city platform di condivisione per la gestione dei dati provenienti da una vasta gamma di fonti, che spaziano dai sensori alle statistiche tradizionali.
Milano Sharing Cities ha preso il via nel 2012 con recepimento delle linee di indirizzo per l’avvio del progetto; a distanza di otto anni, lo scorso 3 dicembre un webinar ANCI ha permesso a Roberto Nocerino, Sharing City Project Manager, di illustrare gli sviluppi, gli obiettivi futuri e i risultati raggiunti sino ad ora nell’area di Milano coinvolta, ovvero Porta Romana – Vettabbia.
“Gli sforzi della città sono volti a far sì che innovazione e tecnologia possano essere messe a disposizione di percorsi di crescita economica, inclusione e accesso ai servizi, miglioramento della qualità della vita dei cittadini e un’equa distribuzione delle risorse, anche tecnologiche, per il supporto alla vita quotidiana”, ha spiegato Roberto Nocerino.
Il progetto di Milano Smart City si fonda su 7 pilastri condivisi a livello europeo:
• benessere in città
• generazione d’impresa
• semplificazione amministrativa
• inclusione sociale e diversity
• città globale
• mobilità urbana sostenibile
• politiche ambientali ed energetiche.
Al termine del primo dei due anni di monitoraggio previsti dal progetto, è possibile iniziare a tirare le somme relativamente agli interventi realizzati e ai risultati raggiunti.
Le principali azioni messe in campo sono state: la creazione di un cruscotto per la gestione dell’energia sostenibile, interventi di efficientamento energetico di edifici pubblici e privati, l’installazione di 300 lampioni smart per la riduzione dei consumi energetici, la creazione di una rete di teleriscaldamento da fonti energetiche rinnovabili, il potenziamento del servizio di car sharing e bike sharing con l’aggiunta di colonnine di ricarica in tutta l’area interessata dal progetto.
In particolare, gli interventi di efficientamento energetico degli edifici hanno consentito di ridurre del 70% i consumi, aumentando il comfort abitativo. Un risultato reso possibile da nuovi approcci di co-design e di coinvolgimento dei cittadini, per la messa a disposizione di dati raccolti attraverso sistemi di monitoraggio.
Un coinvolgimento destinato a proseguire, rendendo i cittadini protagonisti, ma anche autori dell’evoluzione della città di Milano in una smart city a misura di smart citizen: dopo soli 3 mesi dal lancio della piattaforma SharingMI, più di 1.100 utenti si sono registrati, condividendo oltre 3,600 messaggi e idee per rendere la città sempre più intelligente e inclusiva.