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Smart city: cos’è, come funziona, caratteristiche ed esempi
Nella smart city, le tecnologie sono usate per rendere la città più efficiente, sicura e sostenibile e per migliorare la qualità della vita dei cittadini
Uno dei 17 obiettivi globali sullo sviluppo sostenibile stabiliti dall’ONU (il n.11) è dedicato alle “città e comunità sostenibili” e alla riqualificazione urbana ovvero a come rendere le città inclusive, sicure e sostenibili. Ed è in questa direzione che stanno spingendo esperti e istituzioni che devono ripensare e riprogettare gli spazi urbani per superare la situazione attuale. Rivedere il contesto urbano e rimodellare le smart city in funzione delle esigenze di sicurezza, sostenibilità, connettività e flessibilità per trasformare questo momento di crisi in un’opportunità di rinascita culturale e sociale per il miglioramento della vita e del benessere delle persone.
Un tema, questo, molto caro anche all’arch. Carlo Ratti, direttore del Seanseable Lab presso il MIT, secondo il quale gli spazi urbani saranno sempre più concepiti come smart spaces aventi possibili riutilizzi. Luoghi flessibili che saranno trasformati e riconvertiti a seconda delle necessità e che saranno pensati lungo tutto il loro ciclo di vita, in ottica di economia circolare.
Stando ai dati dell’ONU, entro il 2030, il 60% della popolazione mondiale (6 persone su 10) vivrà nelle grandi città. Per questo motivo è fondamentale lavorare affinché le città siano sostenibili e sicure.
Parlando di sostenibilità, una visione interessante è quella offerta dal Green Building Council (GBC) che è andato oltre la certificazione dei singoli edifici (green building) sviluppando protocolli che facilitano lo sviluppo di quartieri sostenibili (come per esempio GBC quartieri) o addirittura città, come nel caso di LEED for Cities.
“L’impegno dei prossimi anni richiede di passare dalla dimensione dell’edificio a quella urbana e territoriale. Sono le città, i quartieri e le comunità, gli scenari nei quali GBC Italia si confronterà sempre di più tenendo ben presente i 17 obiettivi ONU”.
A confermarcelo, Gildo Tomassetti, Segretario del Chapter Emilia-Romagna di Green Building Council (GBC) Italia e membro della Giuria del premio Ecohitech Award.
Il cambiamento sarà sempre più orientato a una integrazione strutturale, tecnologica e ambientale tra edifici, infrastrutture e spazi aperti alla ricerca di un nuovo equilibrio tra le necessità dell’uomo e quelle della sostenibilità ambientale.
Le certificazioni LEEDe WELL rappresentano aspetti cruciali in questa direzione. Così come GBC Quartieri rappresenta un utile strumento per la promozione e la riqualificazione urbana sostenibile o per la stesura di linee guida di sviluppo.
Oltre che sostenibili, le città del domani e le smart city dovranno essere digitali, connesse e safe, nel senso di sicure. Si passerà dal concetto di smart city a quello di safe city guardando a modelli di città dove la tecnologia incontra le esigenze di sicurezza e di controllo degli spazi urbani, per ripristinare un senso di tranquillità nelle persone.
Su salute e benessere, si avrà la necessità di creare ambienti sicuri dal punto di vista sanitario ponendo attenzione a tutti quei parametri che influiscono sul benessere delle persone: qualità dell’aria, comfort termico e acustico, human centric lighting. Oltre al tema dell’efficienza energetica bisognerà affrontare quello dell’efficienza gestionale. Perché il cambiamento che stiamo vivendo richiede prima di tutto un salto culturale da parte della Governance e degli stessi cittadini…
La visione del GBC e le tematiche legate ai concetti di smart e safe city e di città sostenibile sono state al centro del webinar di lunedì 18 maggio dal titolo “Il coronavirus spingerà verso un nuovo modello di smart city in Italia?”. Un evento in cui si è parlato di progetti di riqualificazione urbana e di scenari futuri insieme a: