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Comunità energetiche e sviluppo in Italia: a che punto siamo

Comunità energetiche e sviluppo in Italia: a che punto siamo

Lo sviluppo delle Comunità energetiche è ancora embrionale in Italia. «Oggi sappiamo che almeno una quindicina di realtà hanno avviato il percorso di accreditamento», delinea Matteo Zulianello, vice responsabile del Progetto Comunità energetiche presso RSE – Ricerca sul Sistema Energetico. Insieme a LUISS Business School stanno lavorando a una mappatura delle realtà che, a livello “sperimentale”, sono sorte e stanno sorgendo in Italia.

Si attende ufficialità da parte del GSE. Intanto, però, si comincia a tratteggiare e localizzare la diffusione delle realtà nate secondo le indicazioni della Legge 8/2020. Si tratta della conversione del Decreto Legge cosiddetto “Milleproroghe”. Esso anticipa il recepimento complessivo della Direttiva Rinnovabili EU 2001/2018 e che concede la possibilità di realizzare da subito Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) e schemi di autoconsumo collettivo. Sono tutti elementi, questi, abilitanti la transizione energetica, ma anche le smart city.

Comunità energetiche: il lavoro di RSE

Matteo Zulianello RSE
Matteo Zulianello, RSE

«Stiamo realizzando una mappatura ragionata, cercando di includere anche quelle iniziative nate prima della Legge 8/2020 che condividono le finalità delle CER. L’obiettivo è mettere in luce lo stato dell’arte e favorire lo sviluppo di queste realtà. Inoltre si vuole fornire al legislatore e all’Autorità di regolazione un quadro quanto più chiaro possibile per rendere efficaci gli strumenti di incentivazione e l’iter di accreditamento di queste iniziative», spiega Zulianello.

Siamo ancora agli inizi e ben lontani dalle previsioni che attestano vantaggi economici e occupazionali enormi. Lo studio Elemens per Legambiente ipotizza investimenti in nuova capacità rinnovabile stimati in 13,4 miliardi di euro nel periodo 2021 – 2030 e 19mila addetti diretti sugli impianti. Sono ipotesi possibili solo in caso di attivazione di tutto il potenziale e valide con il completo recepimento della Direttiva RED II, un passaggio non ancora attuato.

Comunità energetiche e sviluppo in Italia: la mappa attuale

La mappatura delle comunità energetiche in Italia da parte di RSE è l’esito di un piano di lavoro triennale, avviato nel 2019 e che si concluderà quest’anno. Nata in un quadro legislativo in piena definizione, intende fornire a regolatore e legislatore strumenti utili per definire al meglio quali siano le condizioni di sviluppo delle iniziative di autoproduzione e autoconsumo.

mappa comunita energetiche italia
La mappa delle comunità energetiche in Italia (cortesia: Matteo Zulianello, RSE)

Cosa compare in questa mappa? «Partiamo dalla legge 8/2020. Essa ha permesso di avviare delle sperimentazioni, ha definito i soggetti che possono svolgere un ruolo significativo per la nascita. Essi sono innanzitutto gli enti pubblici. Diverse amministrazioni comunali si sono assunte la responsabilità di favorire la costituzione delle CER. Si tratta di iniziative dal forte sapore politico, positivo, che intende promuovere il coinvolgimento dei propri cittadini e delle realtà locali nelle politiche di transizione».

Altri attori che stanno partecipando attivamente alla promozione di CER e schemi di autoconsumo collettivo sono le associazioni ambientaliste. Esse hanno la potenzialità di aggregare attorno a un tema. «Stiamo parlando di comunità che, prima di essere energetiche, sono comunità d’intenti. Si promuove, infatti, la possibilità di mettersi insieme per realizzare qualcosa di condiviso». È una finalità decisamente virtuosa, quella della partecipazione dal basso, spesso mancata, a causa della “sindrome Nimby”. Un fenomeno diffuso, che ha bloccato centinaia di opere di pubblica utilità, impianti rinnovabili compresi.

Un altro importante soggetto è quello composto dalle realtà industriali e dalle utility che possono trarre un vantaggio indiretto. Potrebbe essere quindi un volano utile per le PMI, per quelle migliaia di piccole e microimprese che costellano l’Italia? «Queste realtà potrebbero giocare un ruolo attivo. Il problema è che spesso non hanno né competenze né interesse sul tema energetico, sebbene ne avrebbero tutte le condizioni», sottolinea Zulianello. C’è una grossa necessità di formazione e di conoscenza sul tema, che potrebbe essere svolta da realtà associative o confederate. «Iniziative come le CER possono essere utili per abbassare i costi energetici di questi soggetti, seppure in maniera indiretta».

Considerato che la bolletta energetica delle PMI continua a essere la più cara d’Europa il vantaggio c’è. Il fattore locale può certo aiutare la relazione tra comunità energetiche e sviluppo.

Mappa delle Comunità energetiche: le prime indicazioni

Torniamo alla mappatura delle comunità energetiche e lo sviluppo previsto in Italia. In attesa di una comunicazione ufficiale del GSE, incaricato di fare una mappatura ex lege e una relazione dettagliata, il lavoro di RSE procede e fornisce già qualche indicazione.

Oggi mancano ancora alcuni passaggi dal punto di vista legislativo. C’è da attendere il pieno recepimento della Direttiva RED II, così pure quello della direttiva 2019/944 (cosiddetta Direttiva IEM). Un primo passaggio è stato fatto con la legge di delegazione europea che incarica il Governo per il recepimento tramite decreto legislativo. Sui tempi nessuno si sbilancia, quindi non si sa se qualche passo concreto sarà fatto prima dell’estate.

«Alcune delle realtà da noi mappate non sono ancora tecnicamente approvate né ufficializzate. Tuttavia hanno avviato l’iter di accreditamento. Altre stanno facendo riflessioni approfondite in attesa del recepimento complessivo. Inoltre, andrà compreso se potrebbe avere senso dare lo status di Comunità di Energia a quelle realtà già avviate da anni, come per esempio le cooperative elettriche storiche o altri soggetti che operano in campo energetico senza la prevalente finalità di lucro», afferma il ricercatore RSE.

Una prima indicazione è che la diffusione è ubiqua: da Nord a Sud Italia ne compaiono. «Certo, dipende molto da chi investe. Un conto è se l’iniziativa è trainata dal Comune, un altro se da soggetti privati: in quest’ultimo caso prevalgono le aree dove vi sono più possibilità economiche a investire. Nel primo invece sorgono CER in ogni parte d’Italia». Nel caso di coinvolgimento diretto di enti pubblici, c’è la possibilità di sostegno per i Comuni grazie ai contributi della Norma Fraccaro, che destina 500 milioni come sostegno a progetti di efficienza energetica e di sviluppo territoriale sostenibile.

Tutto dipende dalla volontà o meno di cittadini (e di PMI) di partecipare, farsi carico di una parte delle spese e beneficiare dei vantaggi di avviare Comunità Energetica Rinnovabile.

Comunità energetiche in Italia: il ruolo di Energy manager ed ESCo

Nel mosaico che si sta costituendo di comunità energetiche e sviluppo atteso in Italia, una parte importante potrebbero svolgerla Energy manager, EGE ed ESCo. Come possono aiutare per lo sviluppo delle CER? «Possono certamente avere un ruolo. La legge lo prevede, in quanto soggetti terzi: non entrano quindi nella Comunità né nelle decisioni dirette, ma possono fornire competenze, know-how e quindi possono essere remunerati. Va stipulato, quindi, un contratto di tipo commerciale tra soggetti e la Comunità. Questo dice la Legge 8/2020. In realtà, però, sta facendo fatica ad avviarsi questo rapporto. Da una parte, economicamente parlando, i soggetti terzi non riescono a realizzare in autonomia gli investimenti per mettere poi a disposizione gli impianti. Inoltre, i soggetti industriali tendono a considerare poco interessanti investimenti con ritorni sopra 5 anni. Per le iniziative legate alle CER il Payback Time atteso varia tra i 7 e i 12 anni. Quindi bisognerebbe trovare investitori o ESCo “pazienti”, disposti a mettersi al servizio della Comunità, ma è complesso. È più probabile per questi soggetti e per le realtà industriali un ruolo che li veda impegnati nel mettere a disposizione le tecnologie, realizzare le installazioni e mettere in condivisione le soluzioni per la contabilizzazione energetica», conclude Zulianello.

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Giornalista freelance specializzato in tecnologia e in modo particolare in tematiche che hanno un impatto significativo sulla vita quotidiana e su quella futura: smart energy, smart building, smart city.