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La centralità dell’Energy Manager per l’efficienza energetica

La centralità dell’Energy Manager per l’efficienza energetica

Vittorio Cossarini AssoescoL’opinione

Vittorio Cossarini è presidente AssoESCo, associazione di categoria nata nel 2005 che riunisce oltre 70 aziende italiane. La Community è composta non solo da ESCo – Energy Service Companies, ma anche operatori accomunati dall’efficienza energetica come mission dell’attività.

L’Energy Manager per l’efficienza energetica è una figura professionale riscoperta in piena pandemia. Lo confermano i risultati di un sondaggio di Adecco che ha individuato le figure professionali più ricercate dalle grosse aziende in questo momento storico caratterizzato dalla crisi post Covid-19. Tra le sei più rilevanti – annoverando data scientist e cloud architect, tra gli altri – trova posto proprio il manager dell’energy efficiency. Una figura ricercata, tanto quanto gli EGE (Esperto Gestione Energia) dalle aziende attente al “green”, il cui compito è “individuare il modo attraverso il quale l’azienda può arrivare in ogni ambito a effettuare un uso razionale dell’energia”.

La pandemia, quindi, ha acuito il bisogno di scelte più sostenibili all’interno dell’azienda, o anche la necessità di risparmio energetico. Ma è davvero così? C’è stata una “riscoperta” del valore di esperti di gestione energetica?

A rispondere è Vittorio Cossarini, presidente AssoESCo, Associazione italiana delle Energy Service Company e degli operatori dell’efficienza energetica: «come Associazione rappresentiamo aziende che in linea di massima in questo periodo hanno continuato a operare, anche se con qualche difficoltà organizzativa in più. La crescita dell’interesse per gli investimenti in efficienza energetica e in generale per sostenibilità e decarbonizzazione continua e anche la crescita della notorietà delle ESCo. Tuttavia, il passaggio dall’interesse alla messa in pratica è oscillante. Ciò dipende più dall’incertezza del sistema incentivante, dalla situazione politica e dall’attesa per il Recovery Fund, che frenano, appunto, il passaggio alla pratica. A nostro avviso il Fondo per la ripresa dovrebbe essere una leva di crescita, ma altrettanto importante è che si rinnovi il meccanismo dei Certificati bianchi per dare certezze al sistema».

Il ruolo chiave degli energy manager

Domanda: Presidente Cossarini, il rapporto FIRE 2020 ha decretato una crescita di nomine di Energy Manager nel 2019. Ma che sfide vivono oggi i professionisti dell’efficienza energetica?

Parlando da Azienda, sono importanti le competenze. È importante che ci siano, tanto nelle ESCo quanto nei loro clienti. L’efficienza energetica è un mondo che richiede competenze diverse e trasversali, posta com’è all’incrocio fra tecnologia, sistema regolatorio, finanza e comportamenti. EGE ed Energy Manager sono figure che sanno fare da integratori fra le varie competenze e da facilitatori dell’incontro fra domanda e offerta: prevedo un ruolo sempre crescente.

Domanda: Nelle proposte al Governo per il Recovery Plan di AssoEsco risaltano, in particolare due punti: favorire la generazione distribuita e la diffusione dell’autoconsumo collettivo e comunità energetiche, insieme allo sviluppo della cultura dell’efficienza energetica. Nel primo caso quale ruolo possono svolgere EM/EGE anche alla luce della riforma dei Certificati bianchi e nello sviluppo delle Comunità energetiche?

Da esperti, gli EGE sono attori del sistema dei Certificati Bianchi e lo saranno ancora quando ci sarà la riforma, molto attesa per dare stabilità a un sistema che ha dimostrato la sua indiscussa validità per incentivare gli investimenti in efficienza e rendicontarli per gli obiettivi europei. Ma, purtroppo, non si vede ancora. I nuovi obiettivi europei al 2030 ne hanno ancora più bisogno di prima. Per il resto, per le Comunità energetiche, parliamo sempre di integrazione e facilitazione, in questo caso dei rapporti con il territorio, dove queste si sviluppano, ricordando sempre che il professionista è comunque un anello del sistema.

Domanda: Perché sono ancora importanti i Certificati Bianchi?

È un meccanismo irrinunciabile che ha dimostrato fino a poco tempo fa di essere efficace per sostenere gli investimenti nell’efficientamento energetico, soprattutto nell’industria, e – ribadisco – ha contribuito alla necessaria rendicontazione dell’efficienza energetica per rispondere agli obiettivi europei. Un punto di forza dei TEE è che permettono la misura dell’efficienza e della certezza dei risultati, oltre a essere una spinta a un miglioramento continuo.

La cultura dell’efficienza energetica

Domanda: A proposito di cultura dell’efficienza energetica: quanto ce n’è bisogno in Italia e come agire per promuoverne lo sviluppo?

L’industria e parte del terziario hanno competenze tecniche. Una volta compreso che la decarbonizzazione non è un optional, ma uno strumento di business, di competizione e di valorizzazione del brand o del posizionamento nella filiera, e si comincia a misurare e ad analizzare le misure, allora si trovano gli stimoli giusti per includere l’efficienza energetica fra i propri valori e poi nei propri piani. Il percorso sarà più o meno veloce, ma è tracciato. Anche il privato si sta muovendo, sottoposto a stimoli sociali e più pratici degli operatori energetici e dei fornitori di soluzioni retail. La stampa e la comunicazione in generale sono alleate perché si parla tanto di sostenibilità ed efficienza. Si tratta di quanto spingere sull’acceleratore, ma le basi ci sono.

Il pubblico è il grande dilemma. Molte amministrazioni sono troppo piccole anche per avere la possibilità di conoscere le misure che potrebbero attuare, gli strumenti giuridici e i finanziamenti connessi. Personalmente, credo ai progetti pilota di smart land, di amministrazioni che mettono a fattor comune bisogni e risorse, e che possono fare da traino.

Domanda: La tecnologia che aiuto può dare all’azione degli Energy Manager e agli EGE?

Ha un ruolo fondamentale. A oggi esistono tecnologie verticali e di integrazione: nel primo caso, per esempio, rientra la sostituzione di un impianto con uno nuovo, che garantisce prestazioni e funzionalità migliori. Ma la vera efficienza energetica oggi si fa grazie all’integrazione tecnologica mediante la gestione dei flussi, che ha un aspetto essenziale tanto nei processi industriali quanto nelle nascenti comunità energetiche.

In questo senso la digitalizzazione diventerà sempre più determinante in tutto questo: occorrono misure, sistemi che sappiano leggerle coadiuvate dall’Intelligenza artificiale… tutto questo fa capire quanto sia importante che Energy Manager ed EGE abbiano competenze adeguate: sono loro che possono usare e integrare tali soluzioni tecnologiche. Ma ripeto: servono anche competenze trasversali, perché non è un singolo professionista a gestire tutto, ma l’insieme di chi opera all’interno di un insieme. Quindi, accanto all’integrazione tecnologica serve un’integrazione di competenze.

In tema di energy manager ed EGE, AssoESCo patrocina la survey di LUMI4Innovation dedicata proprio a comprendere quali sono le sfide, gli strumenti e le prospettive di queste figure che svolgono un ruolo centrale nella gestione dell’energia.

Giornalista freelance specializzato in tecnologia e in modo particolare in tematiche che hanno un impatto significativo sulla vita quotidiana e su quella futura: smart energy, smart building, smart city.