
- Scenario
Il V Rapporto di ENEA sulle Certificazioni Energetiche degli Edifici
Come stiamo progredendo nel miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici in Italia? Quali sono i numeri che descrivono la nostra situazione…
Gestire il ciclo di vita degli edifici è fondamentale, specie pensando all’impatto che ha l’edilizia, settore che è chiamato a una profonda trasformazione nei prossimi anni. IEA ricorda che le attività degli edifici rappresentano il 30% del consumo globale di energia finale e il 26% delle emissioni globali legate all’energia. Attualmente gli edifici rappresentano oltre un terzo delle emissioni di gas serra nell’UE. Proprio in Unione Europea è stata approvata di recente la nuova Direttiva EPBD (Energy Performance Building Directive) o Direttiva Case Green, che richiede sensibili mutamenti sia per i nuovi edifici che per quelli esistenti.
Per quanto riguarda le nuove costruzioni, come riporta la Commissione Europea, si potranno realizzare unicamente edifici a emissioni zero, a partire dal 1° gennaio 2028 per gli edifici di proprietà pubblica e dal 1° gennaio 2030 per tutti gli altri nuovi edifici. Per quanto riguarda l’edilizia residenziale, ciascuno Stato membro adotterà una propria traiettoria nazionale per ridurre il consumo medio di energia primaria del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035.
Tutto questo richiederà un cambio di paradigma nel modo di intendere l’intero ciclo di vita di un edificio, dalla sua progettazione alla gestione della sua vita fino alla sua demolizione.
A questo proposito la tecnologia viene in aiuto dei professionisti che dovranno occuparsi di questi aspetti.
La valutazione del ciclo di vita degli edifici è uno strumento prezioso per valutare la sostenibilità e analizzare le conseguenze ambientali durante le operazioni di costruzione degli edifici.
I benefici offerti spaziano dalla possibilità di ridurre i consumi e le emissioni, oltre che di massimizzare la durata di vita dei sistemi edilizi.
Dato l’impatto significativo dell’edilizia, in termini di consumi energetici e di emissioni, occorre riuscire a lavorare perché questo impatto si riduca in modo sensibile. Per questo occorre puntare alla gestione di ogni aspetto del ciclo, che è multiforme e passa dalla progettazione, costruzione o ristrutturazione, manutenzione e l’eventuale demolizione.
Per gestire efficacemente il ciclo di vita degli edifici, è fondamentale adottare un approccio integrato che consideri aspetti tecnici, economici, sociali e ambientali.
Valida alleata è la tecnologia e in particolare la digitalizzazione, che offre strumenti in grado di conoscere, monitorare e prendere decisioni mirate.
Va ricordato, a proposito che il nuovo Codice degli appalti prevede che:
“le stazioni appaltanti e gli enti concedenti assicurano la digitalizzazione del ciclo di vita dei contratti nel rispetto dei principi e delle disposizioni del codice dell’amministrazione digitale”.
A partire dal 1° gennaio 2024 tutti gli affidamenti (sia quelli sopra soglia che quelli sotto soglia) sono essere gestiti per mezzo di piattaforme di approvvigionamento digitale.
Al centro di questo nuovo modo di intendere la gestione del ciclo di vita degli edifici c’è il Building Information Modeling (BIM). Si tratta di un processo, più che di uno strumento, per la creazione e la gestione delle informazioni su un progetto di costruzione durante il suo intero ciclo di vita. Come parte di questo processo, viene sviluppata una descrizione digitale coordinata di ogni aspetto del bene costruito, utilizzando una serie di tecnologie appropriate.
Utilizza la tecnologia avanzata di modellazione BIM 3D per creare una rappresentazione digitale di un progetto di costruzione prima che venga costruito.
Il software BIM funziona creando oggetti tridimensionali (3D) che costruiscono un modello di edificio che può essere visualizzato da più angolazioni e prospettive.
Il modello viene popolato con dati che descrivono la geometria, i materiali, i sistemi e i componenti dell’edificio. Esso fornisce una piattaforma in cui gli utenti possono inserire dati, come misurazioni e specifiche dei materiali, e generare elementi come disegni e programmi di costruzione.
Con l’aiuto di software BIM, architetti, ingegneri e professionisti dell’edilizia possono collaborare alla progettazione e alla struttura di un edificio in tre dimensioni e con una grande quantità di dati associati agli oggetti 3D.
Va ricordato che dal 1° gennaio 2025, il BIM diventerà obbligatorio per Opere Pubbliche superiori a un milione di euro, aumentando così il campo di applicazione del Building Information Modeling.
Già oggi, ricorda Rapporto OICE sulla digitalizzazione e sulle gare BIM 2022, pubblicato lo scorso anno, si sta diffondendo il suo impiego. Nel 2022 sono stati infatti pubblicati 1.003 bandi emessi da stazioni appaltanti con riferimento al BIM. Si tratta di un volume che rappresenta il 18,8% del totale nel numero di tutti i bandi per servizi di architettura e ingegneria. L’analisi quantitativa delle gare nelle quali si chiede la presentazione di offerte in BIM o requisiti legati ad esso, per i bandi pubblicati nel 2022 evidenzia un incremento in numero dell’87,8% sul 2021.
A proposito di gestione del ciclo di vita degli edifici è bene tornare ancora alla nuova EPBD. Essa affronta il tema delle emissioni di gas climalteranti durante l’intero ciclo di vita. Fare buone scelte su pratiche edilizie e materiali efficienti può avere un enorme effetto sulle emissioni di carbonio sia operative che incorporate.
Le nuove norme compiono diversi passi positivi verso la riduzione delle emissioni di gas serra durante l’intero ciclo di vita degli edifici. Infatti, le emissioni di gas serra durante il ciclo di vita dovranno essere calcolate e divulgate attraverso un EPC (Energy Performance Contract, tipo di contratto che stabilisce un accordo tra un cliente e un fornitore di servizi energetici) per tutti i nuovi edifici a partire dal 2030, per informare i cittadini e le imprese. Inoltre, gli Stati membri dovranno adottare tabelle di marcia nazionali e fissare obiettivi per ridurre tali emissioni durante il ciclo di vita.
Tutto questo richiede competenze, oltre che strumenti, in grado di gestire al meglio ogni aspetto e assolvere alle richieste per centrare gli obiettivi sfidanti posti dall’UE e avvallati dagli Stati membri, Italia compresa. Ecco, allora, che si evidenzia l’importanza di contare sulla figura del general contractor, referente (fisico o giuridico) selezionato dal committente per dirigere e migliorare l’intero processo di realizzazione di progetti complessi. È lui che supervisiona l’intero progetto di costruzione ed è responsabile della supervisione del cantiere, coordinando le attività quotidiane e gestendo la forza lavoro nell’attività di cantiere.
Non solo: il general contractor è chiamato a coordinare e supervisionare un progetto di costruzione. Gli appaltatori generali sono una necessità in quasi tutti i progetti di costruzione e ristrutturazione, compresi quelli di proprietà residenziali. Questi professionisti sono responsabili sia dei dettagli più fini che delle principali preoccupazioni nei progetti di costruzione.
Ci sono realtà che da tempo adottano strumenti digitali per gestire al meglio il ciclo di vita degli edifici. In Italia, per esempio, opera Le Fonti che, in qualità di general contractor, ha introdotto soluzioni di efficientamento energetico e Internet of Things nell’ambito della riqualificazione del patrimonio immobiliare. Opera con gli strumenti più avanzati proprio per assolvere a rendere più efficienti e intelligenti gli edifici, partendo dall’uso sapiente dei dati per migliorare le prestazioni del costruito.