Quanto sia urgente la necessità di decarbonizzazione degli edifici lo rileva il report sullo stato globale delle costruzioni, curato dalla Global Alliance for Buildings and Construction (partnership legata a UNEP) e presentato in occasione della COP 27. Nel 2021, gli investimenti per l’efficienza energetica degli edifici sono aumentati del 16%, raggiungendo i 237 miliardi di dollari, ma la crescita della superficie adibita a uso immobiliare ha superato gli sforzi di efficienza. Il documento mette in luce che il settore ha rappresentato oltre il 34% della domanda di energia e circa il 37% delle emissioni di CO2 legate all’energia e ai processi.
Ma a destare preoccupazione è il divario tra le prestazioni climatiche del settore e il percorso di decarbonizzazione al 2050 che si sta ampliando.
Occorre cambiare direzione e farlo prima possibile, considerando che i benefici, ambientali ed economici, che un percorso virtuoso potrebbe generare sono significativi. Una ricerca condotta da Cushman & Wakefield ha rilevato che il costo della decarbonizzazione del mercato immobiliare globale è di circa 18mila miliardi di dollari. Affrontandola, il settore immobiliare commerciale potrebbe raggiungere 6200 Mtep, che rappresentano una riduzione di emissioni annue pari al 75%.
Un concetto fondamentale è che la decarbonizzazione degli edifici si attua con l’efficienza energetica, ma è altrettanto importante il contributo della produzione energetica sostenibile. A questo proposito è determinante l’apporto delle fonti rinnovabili, in particolare il fotovoltaico. L’elettrificazione dei consumi è un elemento imprescindibile per ridurre – anzi, azzerare – le emissioni di CO2. Non si tratta solo di decarbonizzare l’offerta, operazione più complicata e onerosa, ma anche la domanda, opzione più semplice, economica e rapida in termini di benefici.
È necessario, quindi, concretizzare quanto prima l’obiettivo, con la consapevolezza che gli strumenti tecnologici, economici e normativi per farlo sono maturi e ampiamente disponibili sul mercato. I vantaggi di una transizione più decisa in questo senso sono sensibili, anche a livello economico e occupazionale. Secondo McKinsey, la decarbonizzazione degli edifici potrebbe portare a un guadagno netto di circa mezzo milione di posti di lavoro diretti entro il 2050. Altre analisi stimano che nella sola Unione Europea, la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio potrebbe creare 1,2 milioni di posti di lavoro in più entro il 2030.
Attuare la decarbonizzazione degli edifici
La decarbonizzazione degli edifici si rende necessaria, dato l’elevato impatto ambientale costituito dagli edifici: essi consumano il 30% dell’energia mondiale e sono responsabili del 40% delle emissioni di CO2.
Occorre puntare sulle nuove costruzioni, ed è quello che vuole fare la prossima revisione della direttiva europea sulle prestazioni degli edifici (EPBD): l’obiettivo è fare sì che in tutti i nuovi edifici, dove sia tecnicamente possibile, l’intero consumo energetico in loco sia coperto da energia da fonti rinnovabili a partire dal 2030, con un’adozione anticipata al 2027 per gli edifici pubblici.
Nuovi edifici a parte, è il patrimonio immobiliare già esistente che deve essere posto al centro di importanti interventi per la sua riqualificazione, dato che rappresenta la stragrande maggioranza degli immobili a livello mondiale. Si stima, infatti, che circa l’80% degli edifici che esisteranno nel 2050 sono già stati costruiti oggi.
Sarà una sfida complessa, ma possibile. Intanto, la necessità di virare su un percorso sostenibile è ampiamente condivisa. Sono oltre 120 i Paesi che si stanno impegnando per raggiungere gli obiettivi Net Zero al 2050.
Come fare per decarbonizzare: il contributo delle soluzioni smart
Resta da comprendere come intervenire per compiere un’azione efficace di decarbonizzazione degli edifici. Più di uno spunto lo offre Schneider Electric, realtà con una profonda esperienza nel settore: è il primo consulente aziendale per l’acquisto di energia rinnovabile, con una quota di mercato del 60% negli Stati Uniti, il mercato più attivo a oggi. Inoltre è un leader riconosciuto nelle soluzioni di digitalizzazione dell’energia e dell’automazione, per settori finali quali edifici, industrie, data center ed infrastrutture. Al fianco delle soluzioni tecnologiche si impegna in un’attività di supporto della filiera, dagli investitori, a consulenti e progettisti, fino a system integrator e impiantisti, per fornire strumenti e condividere le proprie competenze specialistiche, affinché tutti siano sensibilizzati ed attivati per rendere possibile la sostenibilità degli immobili.
Schneider Electric è convinta che la decarbonizzazione degli edifici si possa affrontare con l’integrazione delle competenze. A tale proposito, EcoStruxure for Buildings offre una piattaforma di supervisione di tutti gli impianti tecnologici: dall’automazione di HVAC alla gestione dell’energia, dalla distribuzione elettrica all’illuminazione fino a safety & security. Unisce dispositivi di campo connessi, software di controllo edge e servizi di analisi dell’operatività e all’ottimizzazione continua durante il ciclo di vita dell’edificio.
Dispositivi elettronici come contatori, sensori, attuatori consentono la trasmissione dei dati dalle apparecchiature connesse per una maggiore ottimizzazione dei sistemi degli edifici. Essi sono utili anche per svolgere un monitoraggio accurato e continuo dell’utilizzo dell’energia e svolgere una diagnostica in tutte le aree del sistema di distribuzione elettrica di un edificio, dall’alimentazione in ingresso ai carichi finali. Un esempio: i soli contatori consentono di sapere dove e quando intervenire per ridurre l’utilizzo di energia e favoriscono una riduzione del 20-40% dell’energia.
Altre opportunità sono fornite dall’applicazione del BIM e dei digital twin: un gemello digitale basato su cloud e una piattaforma di dati possono permettere di ottimizzare e gestire le operazioni immobiliari e la rappresentazione digitale di un portafoglio immobiliare.
EcoStruxure for Building, se implementata integralmente in un progetto, può contribuire a far ottenere all’edificio fino a 46 crediti secondo lo schema di certificazione LEED e 22 crediti secondo quello WELL. È necessaria un’integrazione a livello di processo e di filiera, affinché il valore legato alla performance di sostenibilità dell’edificio si possa mantenere dal livello progettuale a quello di costruzione fino alla conduzione di impianto e di edificio.
Una check-list per la decarbonizzazione degli edifici
A questa domanda, Schneider Electric fornisce una risposta attraverso il Framework Towards Net-Zero Buildings, sviluppato in collaborazione con il World Economic Forum per accelerare gli investimenti necessari a realizzare un ambiente urbano costruito più green. L’e-book realizzato propone e motiva delle raccomandazioni, sotto forma di check-list operativa per gli edifici, per accelerare gli investimenti finalizzati a decarbonizzare le città. L’accento è posto sulle tecnologie esistenti: combinate con il digitale, esse sono in grado di abbattere le emissioni di carbonio e di fornire un beneficio netto ai consumatori, creando valore per l’economia e le comunità.
La lista prevede tre concetti chiave: decarbonizzare, digitalizzare, aumentare. Nel primo caso si mette in evidenza la necessità di elettrificare ciò che si può. L’elettrificazione nell’uso finale consiste nella sostituzione di qualsiasi apparecchiatura a base fossile con la sua controparte elettrica, in quanto è più efficiente, ma è in grado di apportare effetti benefici anche in termini di qualità dell’aria. Un esempio, a tale proposito, sono le pompe di calore: rispetto alle caldaie a gas evidenziano un grado di efficienza maggiore di 3-5 volte.
Sempre con l’intento di decarbonizzare, occorre espandere la generazione energetica distribuita e il fotovoltaico. Non solo: serve anche incentivare l’installazione di tecnologie di efficienza energetica attiva e passiva. Mentre i mezzi passivi si concentrano sull’involucro dell’edificio, i quelli attivi si concentrano sulla riduzione delle emissioni operative mediante sensori e sistemi di automazione per fornire riscaldamento, raffreddamento e illuminazione solo dove e quando è necessario.
Aumentare è inteso nel senso di elevare il valore e il servizio ecosistemico della città. Va attuato sia supportando la rete e le comunità energetiche rinnovabili (CER), ma anche contribuendo allo sviluppo della mobilità pulita installando una ricarica intelligente per i veicoli elettrici. Come si rileva nello stesso documento:
“Sfruttando l’impiego di risorse energetiche distribuite in loco, come l’energia solare e lo storage, o il controllo del carico, gli edifici connessi alla rete possono fungere da risorsa energetica chiave in un sistema energetico più ampio. Possono supportare il funzionamento della rete elettrica fornendo servizi di riduzione della congestione, di stabilità della frequenza o di resilienza locale e della rete. Possono anche contribuire alle CER e quindi ottimizzare la decarbonizzazione a livello locale”.
Digitalizzare si traduce nella opportunità di monitorare i consumi energetici, ottimizzandone l’uso mediante i sistemi di gestione degli edifici e migliorando l’efficienza del ciclo di vita degli edifici . È altrettanto importante promuovere la possibilità di comunicazione: gli edifici devono essere in grado di comunicare con diversi ambienti e con un’ampia di apparecchiature in modo da fornire servizi agli utenti e ottimizzare le prestazioni. La digitalizzazione dell’energia abilita l’efficienza, che è la via più semplice e veloce per realizzare la transizione energetica. Un concetto recentemente ripreso da Jean-Pascal Tricoire, CEO di Schneider Electric, durante il suo intervento alla conferenza “Twinning Energy with Digital” presso il World Economic Forum (18/01/2023): “Nella storia dell’umanità, la transizione energetica si realizza perché avviene dal lato della domanda di energia”.