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nZEB, come funzionano gli edifici a energia quasi zero
Dall’inizio del 2021 la costruzione di edifici nZEB (a energia quasi zero) è obbligatoria nell’edilizia pubblica e privata e nelle ristrutturazioni. Vediamo cosa significa di preciso.
Gli edifici sono responsabili di oltre un terzo delle emissioni di gas serra nell’Unione Europea. Ridurre queste emissioni — attraverso una maggiore efficienza energetica o una riduzione dei consumi energetici — è un aspetto fondamentale per poter conseguire gli obiettivi di decarbonizzazione e transizione ecologica previsti entro il 2050.
In questo articolo vedremo quali strategie e misure mettere in campo per ridurre l’impronta carbonica (o carbon footprint) degli edifici e raggiungere questi target.
Il 75% dei building esistenti è inefficiente dal punto di vista energetico e richiede interventi massicci di riqualificazione per poter diventare a emissioni zero entro il 2050 e raggiungere così la neutralità climatica richiesta dall’Ue.
Ecco alcune azioni da avviare per poter ridurre il carbon footprint e il consumo energetico degli edifici.
Una delle prime strategie da adottare è quella di migliorare l’efficienza energetica dell’edificio. Questo può essere ottenuto attraverso un migliore termico delle pareti e del tetto, nonché la scelta di elettrodomestici a basso consumo energetico. Inoltre, l’utilizzo di lampade a LED e di sensori di movimento per la gestione dell’illuminazione può ridurre consumi e, di conseguenza, le emissioni di CO2.
Oltre ai cambiamenti strutturali, un aspetto che resta molto importante è legato al monitoraggio.
Uno dei principali strumenti utilizzati per monitorare l’efficienza energetica degli edifici è il sistema di gestione energetica (SGE). Questo sistema prevede l’installazione di sensori e contatori per monitorare i consumi energetici dell’edificio in tempo reale ed eventuali sistemi di energy management che raccolgono informazioni dettagliate sui consumi e sulle emissioni di CO2. Grazie a queste informazioni, è possibile identificare eventuali sprechi energetici e implementare interventi mirati per ridurre i consumi.
Un’altra strategia efficace per ridurre il l’impronta carbonica degli edifici è quella di utilizzare fonti di energia rinnovabile. L’installazione di impianti fotovoltaici e il ricorso alle biomasse per il riscaldamento può fornire energia pulita e sostenibile all’edificio, riducendo così la dipendenza dalle fonti di energia tradizionali.
Una maggiore sostenibilità ambientale dei building può essere ottenuta attraverso la sostituzione dei sistemi di riscaldamento e raffreddamento inefficienti con altri sistemi a basso impatto ambientale. Ad esempio, l’utilizzo di pompe di calore o di sistemi di riscaldamento radiante a bassa temperatura offrono una valida alternativa rispetto ai sistemi di riscaldamento tradizionali.
Nell’adozione e nella sostituzione di impianti per la produzione di elettricità e calore, un ottimo sistema è poi rappresentato dalla cogenerazione.
In una centrale termica, cogenerazione indica il processo ad alta efficienza di produzione contemporanea di energia elettrica e termica in un unico impianto che utilizza, come fonte di energia primaria, combustibile liquido, solido e gassoso.
Il principio fondamentale della cogenerazione è la possibilità di recupero dell’energia termica inutilizzata evitando sprechi. Questa tecnologia può raggiungere efficienze superiori all’80%.
Un’ulteriore alternativa è quella della trigenerazione in cui si utilizza il calore prodotto dal motore endotermico (il generatore di energia elettrica) per produrre energia frigorifera sfruttata per le necessità di raffrescamento, aumentando l’efficienza globale del sistema. Un buon esempio di trigenerazione è quello realizzato a Verona presso l’Ospedale civico maggiore di Borgo Trento a cura di Carbotermo che ha permesso di evitare 9.813 ton/anno di CO2.
Un altro esempio è rappresentato dal progetto di trigenerazione realizzato, sempre dalla ESCo milanese Carbotermo, per l’aeroporto militare di Cameri dove, grazie alla combinazione di tecnologie innovative è stato possibile ottenere risultati eccellenti e sono state evitate 3053 tonnellate di emissioni di CO2 l’anno.
A fronte di questi interventi di efficientamento energetico e decarbonizzazione, esistono degli incentivi governativi e dei programmi dedicati.
In Italia, esiste ad esempio il Conto Termico, un incentivo governativo che prevede il finanziamento di interventi volti ad aumentare l’efficienza energetica degli edifici, come l’installazione di pannelli solari, pompe di calore e impianti di cogenerazione. Anche il Superbonus 110% di cui si è tanto parlato in questi anni prevede incentivi fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici.
A livello europeo, il programma nominato Renovation Wave e il Green Deal puntano fortemente sulla riqualificazione energetica degli edifici e la riduzione del loro impatto ambientale. Non solo. Esistono anche delle attestazioni volontarie, come il programma LEED (Leadership in Energy and Environmental Design) dell’US Green Building Council che prevede la certificazione di edifici a basso impatto ambientale.
Proprio il Green Building Council Italia si è fatto promotore di una roadmap per raggiungere gli obiettivi climatici al 2050. Un documento che si pone l’obiettivo di mostrare la strada per il raggiungimento della neutralità climatica per l’ambiente costruito, mediante un approccio sistemico.
Basandosi sulle analisi fatte da ENEA e FEEM con lo studio “Pathways to Deep Decarbonization in Italy”, GBC mette in luce i pilastri fondamentali per attuare la decarbonizzazione:
L’associazione individua, inoltre, il ruolo del settore delle costruzioni: tutti i nuovi edifici, le ristrutturazioni e gli edifici esistenti saranno progressivamente caratterizzati da materiali e processi a zero impatto ambientale e climatico e dall’uso di fonti energetiche rinnovabili e decarbonizzate, nell’arco dell’intero ciclo di vita.
Ridurre il carbon footprint degli edifici è un obiettivo cruciale per mitigare l’impatto ambientale dell’industria edilizia. L’adozione di strategie di efficienza energetica, l’utilizzo di fonti di energia rinnovabile e l’adozione di sistemi di riscaldamento e raffreddamento a basso impatto ambientale, anche in collaborazione con società ESCo e operatori dell’efficienza energetica, possono contribuire significativamente a ridurre le emissioni di CO2 e migliorare la sostenibilità ambientale degli edifici.