Come stiamo progredendo nel miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici in Italia? Quali sono i numeri che descrivono la nostra situazione attuale e gli interventi che stiamo mettendo in atto per migliorare le prestazioni energetiche del nostro patrimonio edilizio? Queste domande sono più che mai attuali, soprattutto alla luce dei dati presentati dal V Rapporto sulla Certificazione Energetica degli Edifici redatto da ENEA e CTI per il 2024.
Secondo il Rapporto, alla fine del 2023, meno di 6 milioni di edifici erano certificati nel Sistema Informativo sugli Attestati di Prestazione Energetica (SIAPE), pari a circa il 17% del totale di circa 32 milioni di unità abitative censite da ISTAT nel 2021. Nonostante il lento ma costante aumento delle certificazioni, è evidente che molto lavoro resta da fare. In questo contesto, l’adozione della nuova Direttiva Europea 2024/1275 sulla Prestazione Energetica degli Edifici (EPBD) segna una nuova fase cruciale per migliorare l’efficienza energetica e definire il quadro normativo per i prossimi anni.
I dati chiave del Rapporto di ENEA
Il Rapporto evidenzia due tendenze principali:
- Crescita delle classi energetiche più efficienti (A4-B): è stata registrata una crescita del 6% rispetto al 2022, segno dell’efficacia delle politiche di riqualificazione energetica. In particolare, gli APE (Attestati di Prestazione Energetica) emessi a seguito di interventi di riqualificazione energetica sono aumentati del 2,3%, e quelli per ristrutturazioni importanti del 2,4%.
- Calo degli APE legati a passaggi di proprietà e locazioni: questi rappresentano il 54,2% del totale, ma hanno registrato una flessione del 5,3% rispetto all’anno precedente, un dato che suggerisce una possibile stabilizzazione del mercato immobiliare e una crescente attenzione verso la qualità degli edifici.
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Strumenti e innovazioni per la certificazione
Un tema centrale del Rapporto è l’innovazione nel campo della certificazione energetica. Sono stati sviluppati nuovi strumenti e metodi di analisi per migliorare la qualità degli APE, con particolare attenzione all’uso di tecnologie avanzate per il controllo delle prestazioni energetiche durante le varie fasi di certificazione. Tra le innovazioni più rilevanti vi è il perfezionamento dei Catasti Energetici Unici regionali (CEU), che in futuro potrebbero evolversi in un Catasto Unico Nazionale, garantendo maggiore trasparenza e uniformità dei dati a livello nazionale.
La sfida della riqualificazione energetica
La riqualificazione del parco edilizio italiano è uno degli obiettivi chiave per ridurre le emissioni e raggiungere i target di decarbonizzazione. Uno strumento proposto dalla Direttiva EPBD è il “passaporto di ristrutturazione”, che prevede una tabella di marcia per la riqualificazione profonda degli edifici, suddivisa in diverse fasi. Questo approccio permette di distribuire gli investimenti nel tempo, garantendo però una pianificazione accurata per evitare che una fase possa compromettere gli interventi successivi.
Il passaporto di ristrutturazione, pur essendo facoltativo, potrebbe diventare un complemento importante dell’APE, soprattutto se adottato su base volontaria o obbligatoria dagli Stati Membri. Tra i suoi principali vantaggi, vi è la possibilità di migliorare progressivamente le prestazioni energetiche degli edifici, con l’obiettivo finale di raggiungere le zero emissioni.
In conclusione, l’Italia si trova di fronte a una fase cruciale per il futuro del proprio parco edilizio. L’aumento delle certificazioni energetiche e il miglioramento delle classi energetiche più efficienti rappresentano segnali incoraggianti, ma la strada verso un’efficienza energetica diffusa e sostenibile è ancora lunga. Il recepimento delle nuove direttive europee e l’adozione di strumenti innovativi come il passaporto di ristrutturazione saranno determinanti per accelerare questo processo e garantire un futuro più sostenibile per il settore edilizio.