- Scenario
Il V Rapporto di ENEA sulle Certificazioni Energetiche degli Edifici
Come stiamo progredendo nel miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici in Italia? Quali sono i numeri che descrivono la nostra situazione…
Fare efficienza energetica nel building è un’attività fondamentale per raggiungere risparmi economici sensibili, ma anche per tagliare le emissioni climalteranti. L’edilizia, si sa, è uno dei settori più energivori e impattanti: circa il 40% dell’energia consumata nell’UE viene utilizzata negli edifici. Non può essere altrimenti, dato che l’85% degli edifici dell’Unione Europea è stato costruito prima del 2000 e, tra questi, il 75% presenta scarse prestazioni energetiche, ricorda la Commissione Europea. Per migliorare la situazione e ambire a centrare l’obiettivo net zero al 2050, il parco immobiliare dovrà essere soggetto a importanti cambiamenti, anche grazie all’azione della Direttiva EPBD (detta anche “Direttiva Case Green”) e della direttiva sull’efficienza energetica, il principale strumento legislativo per promuovere il rendimento energetico degli edifici e favorire il rinnovamento all’interno dell’UE.
Oltre alla necessità di apportare determinati interventi “fisici”, in termini di migliore isolamento, di ottimizzazione impiantistica, di produzione energetica da fonti rinnovabili, servirà apportare maggiore “intelligenza” agli stabili, sotto forma di hardware, di software e – soprattutto – mediante l’impiego dei dati. Si aprono così, spazi di manovra che vedranno direttamente coinvolti i professionisti del management, energetico e del costruito: energy manager e facility manager.
Per svolgere un lavoro a regola d’arte in termini di efficienza energetica nel building, è bene partire da un’esatta consapevolezza del patrimonio esistente. Quindi, oltre a conoscere la classe energetica da cui si parte, occorre fare un’attenta pianificazione dei consumi.
Altrettanto importante è comprendere lo stato dell’edificio, in termini di involucro: in questo caso è consigliabile svolgere una valutazione dei ponti termici, necessaria per valutare in modo corretto le prestazioni energetiche, sapendo così rispondere adeguatamente alle normative e intervenire in modo mirato.
Altrettanto importante è valutare lo stato dell’impiantistica, termica e idrica, in modo da prevedere dove e come intervenire. Insieme a un adeguato isolamento, contare su impianti efficaci di riscaldamento e raffrescamento è indispensabile per garantire il giusto comfort ottimizzando i consumi. Migliorare il sistema di illuminazione dell’edificio è un altro modo efficace per aumentare l’efficienza energetica.
Oltre alla parte hardware, si deve intervenire sulla parte software, ormai imprescindibile, specie negli edifici più complessi.
La digitalizzazione ha il potenziale per accelerare gli sforzi di decarbonizzazione e per elevare l’efficienza energetica. A questo proposito, serve contare su sistemi di gestione intelligente degli edifici: la logica degli smart building è ormai fondamentale e caldeggiata anche dall’avvento della EPBD, in cui si parla di smart readiness indicator, indicatore che valuta la “prontezza intelligente” degli edifici in base alla loro capacità di: ottimizzare l’efficienza energetica e le prestazioni complessive in uso; adattare il loro funzionamento alle esigenze dell’occupante; adattarsi ai segnali della rete (ad esempio flessibilità energetica).
Il ritorno sull’investimento (ROI) è una misura di performance per valutare la redditività di un investimento. Per riuscire a valutare il ROI di un intervento di efficienza energetica nel building occorre, anche in questo caso, definire il contesto da cui si parte e comprendere quale siano i consumi e le spese.
È possibile valutare il return on investment prima dell’inizio di un progetto per stimare il costo e il ritorno. Il ROI effettivo si ottiene una volta che un progetto è terminato e dimostra il profitto reale per il progetto.
Una volta identificate le opportunità di efficienza energetica, è necessario stabilire le priorità in base ai costi e ai benefici. Come detto, è essenziale confrontare i costi iniziali di implementazione dei progetti, come materiali, manodopera e attrezzature, con i risparmi previsti e il periodo di ammortamento. Il periodo di ammortamento è il tempo necessario affinché i risparmi siano pari ai costi. In genere, si desidera iniziare con i progetti che hanno i costi più bassi e i periodi di ammortamento più brevi, per ottenere benefici in tempi rapidi.
Per calcolare il ritorno sull’investimento dei progetti di efficienza energetica, occorre stimare i risparmi energetici annuali e i costi annuali dei progetti. I risparmi energetici annuali sono la differenza tra il consumo energetico attuale e previsto e le bollette, moltiplicata per il numero di anni in cui si prevede di utilizzare il progetto. I costi annuali sono i costi iniziali divisi per la vita utile del progetto, più eventuali costi di manutenzione o operativi.
Dopo aver implementato i progetti di efficienza energetica, è bene monitorare e verificare i risultati per assicurarsi che producano i risparmi e le prestazioni attesi. Ciò significa tracciare e misurare il consumo energetico e le bollette, e confrontarli con la baseline e le proiezioni. In questo caso è bene impiegare strumenti hardware e software per raccogliere e analizzare i dati.