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Connettività IoT: sfide e opportunità per le smart city
Contare sulla connettività IoT è fondamentale per le smart city. Per essere intelligente, una città deve essere prima di tutto connessa. Ecco perché
La smart home è cosa da grandi. Non c’entra nulla il fatto che le soluzioni di sicurezza o gli smart speaker le usino solo persone adulte. È una questione di mercato: quello italiano deve la sua crescita elevata a Google e Amazon, colossi del web. È, infatti, merito degli assistenti vocali e al loro potere trainante se le case degli italiani sono oggi più “intelligenti” e connesse. Così si evolve il mercato che vedrà un ruolo sempre più importante delle grandi aziende.
Partiamo dai numeri e dai dati raccolti nel report dell’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano – School of Management. Il mercato italiano della smart home ha raggiunto nel 2018 un valore di 380 milioni di euro e ha fatto registrare una crescita di +52%, rispetto al 2017, pure molto positivo: aveva chiuso, infatti, con un +35% rispetto al 2016.
Ma l’elemento che caratterizza l’anno da poco concluso è l’effetto volano degli smart home speaker Google Home e Amazon Echo sulla crescita dell’intero comparto.
Lo stesso Osservatorio IoT osserva che:
“Pur pesando attualmente per il 16% del valore di mercato (circa 60 milioni di euro), essi hanno trainato buona parte della crescita complessiva. L’arrivo di Google e Amazon ha, infatti, portato con sé sforzi in termini di comunicazione e marketing senza precedenti in ambito smart home, con vendite persino superiori rispetto alle aspettative delle aziende stesse”.
Il mercato italiano della smart home evidenzia un tasso di crescita tra i più elevati a livello europeo, ma in valori assoluti è ancora indietro rispetto a Francia, Regno Unito e Germania. La prima fa segnare 800 milioni di euro e una crescita del 47%; quello britannico raggiunge quota 1,7 miliardi e +39% di crescita, la Germania è uber alles in Europa con 1,8 miliardi e +39%. Anche nel caso tedesco pesano molto gli assistenti vocali. Secondo Statista il loro peso specifico è considerevole: su una quota totale di 7,9 miliardi di dollari – comprensiva di più voci rispetto a quanto considerato come smart home puro – il segmento control and connectivity in cui rientrano Google Home, Amazon Echo & C. vale quasi 1,7 miliardi.
Il ruolo degli Over The Top e degli smart speaker si rivela sempre più forte. Secondo gli ultimi dati Strategy Analytics relativi al mercato degli assistenti vocali mostrano un quarto trimestre 2018 in crescita del 95% con 38,5 milioni di unità vendute. Amazon e Google sono letteralmente decollate, la prima con una crescita rispetto al trimestre precedente pari al 91%, la seconda addirittura del 123%. Anche Apple è in crescita (+45%), ma le sue quote di mercato sono in lieve calo. Proprio Apple starebbe pensando, stando a quanto evidenzia un report di Jp Morgan ripreso dal Sole 24 Ore, di guardare a tre settori verticali davvero promettenti per le sue caratteristiche: tra questi c’è appunto quello degli speaker per la smart home.
La vocazione dei colossi internazionali verso le potenzialità della domotica e delle case intelligenti, per trasformarle in smart spaces sempre più confortevoli, è una tendenza che sottolinea come il mercato della smart home in Italia e nel mondo diverrà sempre più appannaggio delle grandi aziende. Lo ha fatto notare Massimo Riggio, Chief marketing officer di Nice proprio in occasione della presentazione del report smart home, segnalando come «nella smart home vinceranno i grandi».
Il lancio degli assistenti vocali l’anno scorso, con Google a marzo e Amazon a novembre, ha conseguito un incremento sensibile delle vendite di altri oggetti per la casa intelligente. Quindi, gli home speaker possono far da volano per l’intero comparto.
La sicurezza è al primo posto tra le voci più importanti del mercato italiano. Ha un valore di 130 milioni e una fetta del 35% sul totale. Videocamere e sistemi di videosorveglianza sono le soluzioni più ricercate in un segmento caratterizzato da un’offerta sempre più ampia e suddiviso tra grandi aziende (42%), startup (35%) e Pmi (24%).
Anche qui gli smart speaker potrebbero aiutare ancor più la crescita. Lo confermano le parole di Laura Friedman, key account manager Europe di Ezviz, business unit Hikvision dedicata alla Smart Home e ai device IoT: «L’ambito domestico è una grande opportunità per il mercato della sicurezza. Un trend forte dato dall’introduzione degli smart speaker fa sì che l’utente possa interagire direttamente con il device».
Una buona fetta di mercato la detengono gli elettrodomestici (14%, valore di 55 milioni di euro) e riscaldamento e climatizzazione (12%). Anche in quest’ultimo comparto le potenzialità degli assistenti vocali possono incrementare le vendite grazie alla “possibilità per il consumatore di ottenere benefici importanti in termini di risparmio energetico e comfort”, segnalano gli analisti dell’Osservatorio IoT.
Da notare nel segmento di soluzioni più vario, l’ottima performance delle soluzioni d’illuminazione, grazie alla smart lighting: nel 2018 si è registrata, infatti, una crescita del +50% rispetto all’anno precedente.
La smart home in Italia e il relativo mercato cosa fanno emergere nel presente e soprattutto nel prossimo futuro? Innanzitutto si nota il calo del canale di vendita tradizionale. Anche in questo caso il boom degli smart speaker ha favorito i retailer online e offline, che insieme incidono per il 40% del mercato ed evidenziano una crescita del 160% rispetto al 2017. La filiera dei produttori, degli architetti, della distribuzione elettrica e installatori mantiene sì ancora nel 2018 la fetta più grossa di mercato (50%), ma è calata rispetto al 70% solo dell’anno precedente.
Le startup continuano a svilupparsi e oggi si contano 141 nuove imprese a livello internazionale. Le realtà innovative moltiplicano le collaborazioni con i grandi player. Inoltre crescono i finanziamenti erogati dagli investitori istituzionali.
Il legame tra colossi e startup si fa più stretto anche per le potenzialità che possono offrire queste ultime ai grandi player: è proprio di questi giorni la notizia dell’acquisizione di Eero da parte di Amazon. Perché comprare una startup specializzata in router? Perché la società di Jeff Bezos intende creare un ecosistema integrato con i suoi dispositivi IoT. Prosegue così la sua “spesa”, dopo l’acquisizione per un miliardo di dollari (!) di Ring, produttrice di “campanelli intelligenti” e videocamere connesse a internet. Apple non è stata a guardare e si è comprata la startup americana Pullstring per rafforzare le potenzialità del suo assistente vocale Siri. Google, tra l’altro, ha annunciato l’intenzione di acquisire la startup israeliana Alooma, specializzata nella migrazione dei dati. Ed è proprio la gestione dei big data un’ulteriore importante tendenza che andrà a svilupparsi nell’anno in corso e seguenti. Un’altra sarà la sempre maggiore integrazione tecnologica e l’impiego consistente dell’Intelligenza Artificiale, specie se combinata con l’Internet of Things.