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Neutralità climatica degli edifici: cosa dice la Direttiva Case Green

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Neutralità climatica degli edifici: cosa dice la Direttiva Case Green

Nell’attuale contesto globale, fortemente caratterizzato dal cambiamento climatico, attraverso il Green Deal l’UE mira a trasformare l’Europa nel primo continente a impatto climatico zero entro il 2050: un traguardo ambizioso, in funzione del quale si stanno pianificando e perfezionando alcuni importanti interventi e cambiamenti da intraprendere a livello comunitario.

Una delle iniziative chiave in questo contesto è la direttiva denominata Case Green, attraverso la quale si punta all’abbattimento delle emissioni nel settore edilizio. Dai dati divulgati dalla Commissione Europea, infatti, emerge che, a livello comunitario, gli edifici sono responsabili di circa il 40% del consumo energetico e del 36% delle emissioni di gas serra dirette e indirette, quindi non solo dovute all’utilizzo, ma anche alla loro costruzione e demolizione.

Di fronte a questi numeri, la direttiva Case Green propone un quadro normativo finalizzato all’efficientamento energetico degli edifici, con l’obiettivo di rendere tutte le nuove costruzioni “a energia quasi zero” (Nearly Zero-Energy Buildings – NZEB) entro il 2030 e contestualmente adeguare il patrimonio edilizio esistente agli stessi standard di sostenibilità.

Efficienza energetica: la situazione dell’edilizia italiana oggi

In Italia, il processo di efficientamento energetico immobiliare è in atto da tempo e ad esso contribuiscono, ieri come oggi, i bonus fiscali stanziati per incentivare gli interventi, Superbonus ed Ecobonus su tutti.

Dei bonus per accedere ai quali servono però dei partner qualificati, autorevoli e competenti, come nel caso di Le Fonti Group, in grado di seguire tutto l’iter della riqualificazione edilizia.

Secondo l’ultima edizione del Rapporto annuale sulla certificazione energetica degli edifici, realizzato da ENEA e CTI (Comitato Termotecnico Italiano Energia e Ambiente) e rilasciato lo scorso settembre 2023, che analizza i dati relativi agli APE emessi nel 2022, gli immobili appartenenti alle classi energetiche peggiori (F e G) sono diminuiti del 3,7% rispetto all’anno precedente e, contemporaneamente, sono aumentati della stessa misura quelli in classe A4 e B.

Si tratta di una tendenza positiva, anche se tuttavia, quelli in classe G e F rappresentano ancora il 55% del totale degli immobili a livello nazionale.

Anche nelle analisi effettuate oltreoceano l’Italia si distingue positivamente.

Nei primi giorni del febbraio 2024, infatti, lo US Green Building Council (USGBC) ha annunciato i primi 10 Paesi e regioni nel mondo per numero di progetti con certificazione LEED realizzati nel 2023, dove LEED (Leadership in Energy and Environmental Design) è il criterio di valutazione dell’efficienza energetica degli edifici adottato negli USA e sviluppato dallo stesso USGBC.

Ogni anno l’istituto redige una classifica dei Paesi extra US che si distinguono in positivo in quanto a progettazione e costruzione di edifici ecosostenibili. Sebbene negli ultimi 2 anni il podio sia stato occupato da Cina, India e Canada, con la prima fissa sul gradino più alto, nella top ten compare anche l’Italia, che si è classificata 9° nel 2022 e guadagnando una posizione lo scorso 2023.

Case Green: la Direttiva europea per un’edilizia sostenibile

Il 14 marzo scorso la Commissione Europea ha approvato la direttiva EPBD (Energy Performance of Buildings Directive), segnando una fase cruciale per il raggiungimento dei massimi livelli si sostenibilità per l’edilizia in Europa.

Dal successivo incontro del 7 dicembre 2023, emergono i nuovi ambiziosi obiettivi della direttiva: nuovi edifici a emissioni zero entro il 2030, l’adozione di pannelli solari su determinate costruzioni, efficientamento energetico per gli immobili già esistenti e la progressiva dismissione delle caldaie a gas dal 2040.

La direttiva fa parte del progetto Fit for 55, attraverso il quale l’UE mira a ridurre del 55% le emissioni di gas serra rispetto ai valori del 1990 entro il 2030. In funzione di questo, la direttiva ha l’obiettivo di incentivare le ristrutturazioni degli edifici, pubblici e privati, nei 27 paesi dell’Unione, per renderli energeticamente più efficienti e ridurne le emissioni di CO2. Si tratta di un passaggio intermedio fondamentale in un percorso più ampio che dovrebbe portare a ottenere la neutralità climatica entro il 2050.

direttiva case green

Case Green: le scadenze

Rispetto alla prima bozza del marzo 2023, la direttiva Case Green ha subito alcune rilevanti modifiche, in particolar luogo in merito alle scadenze fissate per la sua applicazione.

In origine, infatti, la direttiva EPBD sanciva che:

  • gli edifici residenziali sarebbero dovuti venire ristrutturati per raggiungere la classe energetica E entro il 2030 e, successivamente, la classe D entro il 2033
  • gli altri edifici non residenziali e pubblici avrebbero dovuto raggiungere la classe E entro il 2027 e la D entro il 2030
  • tutti gli edifici di nuova costruzione a partire dal 2028 sarebbero dovuti diventare a emissioni zero.

infografica case green

In seguito alle discussioni di dicembre, però, tali termini sono stati modificati in una chiave meno restrittiva, differenziandosi da Paese a Paese.

A oggi, infatti, ogni Stato membro dovrà definire un programma per il miglioramento energetico degli immobili residenziali, al fine di ottenere una riduzione del 16% del consumo medio di energia primaria entro il 2030 e di puntare a una riduzione ulteriore, tra il 20% e il 22%, entro il 2035.

Entro il 2030, poi, almeno il 15% degli edifici residenziali meno efficienti dovrà essere rinnovato. Successivamente, l’obiettivo per il 2033 è di riqualificare il 26% degli edifici meno performanti, stabilendo i criteri di efficienza energetica minimi. Complessivamente, il 55% della riduzione dei consumi energetici dovrà essere ottenuto attraverso la ristrutturazione degli edifici con le prestazioni inferiori.

Per quanto riguarda gli edifici non residenziali, la nuova normativa prevede che si rinnovi il 16% degli immobili meno efficienti entro il 2030 e il 26% entro il 2033.

Dal punto di vista delle nuove costruzioni, dovranno essere a emissioni zero gli edifici residenziali a partire dal 2030, quelli di proprietà della Pubblica Amministrazione dal 2028. Diversamente, gli edifici già esistenti dovranno raggiungere questo obiettivo entro il 2050.

Gli edifici di nuova costruzione dovranno prevedere l’installazione di impianti fotovoltaici o solari termici. Gli immobili non residenziali o pubblici già esistenti che subiranno una ristrutturazione che necessita di permessi, dovranno dotarsi di impianti di energia solare a partire dal 2027. Rimangono esclusi da questo onere gli edifici residenziali.

A partire dal 2040 dovranno essere eliminate le caldaie a combustibili fossili, ma già dal 2025, i Paesi UE dovranno interrompere l’erogazione di sussidi per la loro installazione.

Case Green: quali immobili sono esclusi dalla direttiva

Oltre a differenziare le scadenze di edifici pubblici e privati, residenziali e non residenziali, la direttiva Case Green prevede anche alcune eccezioni. Gli edifici che rimangono esclusi dagli obblighi imposti sono:

  • immobili di particolare valore storico o architettonico protetti
  • monumenti
  • luoghi di culto
  • immobili a uso temporaneo e seconde case (case vacanza) utilizzate meno di 4 mesi l’anno
  • abitazioni unifamiliari di superfice inferiore a 50mq

Case Green: come prepararsi e mettersi in regola

Con l’avvento della direttiva UE Case Green, la figura del General Contractor assume un ruolo sempre più determinante.

Navigare tra le frequenti variazioni delle normative, le complessità delle agevolazioni fiscali e dei vari bonus per la ristrutturazione e riqualificazione energetica richiede una conoscenza approfondita dei regolamenti e grandi capacità di gestione.

In questo contesto, Le Fonti Group, azienda specializzata nell’operare come General Contractor nell’ambito dei bonus edilizi e della riqualificazione immobiliare, si distingue per un’offerta di servizi che spaziano dalla building automation alla cybersecurity, dal waste management alla gestione di comunità energetiche rinnovabili, fino alla gestione distribuita di energia.

La capacità di integrare digitalizzazione e transizione energetica, aspetti cruciali per il rinnovo del patrimonio immobiliare italiano, fa di Le Fonti Group un punto di riferimento per chiunque intenda avviare un percorso di efficientamento energetico per edifici pubblici, residenziali e non residenziali.

Affidarsi a un General Contractor come Le Fonti Group significa non solo assicurarsi una gestione competente e all’avanguardia dei progetti di ristrutturazione nel pieno rispetto delle normative europee, ma anche anticipare le scadenze imposte dalla Commissione Europea, evitando di trovarsi impreparati di fronte agli obblighi futuri dettati dalla direttiva Case Green.