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Green data center: verso l’obiettivo carbon neutral

Green data center: verso l’obiettivo carbon neutral

Tra le sfide affrontate per aumentare l’efficienza energetica e puntare all’obiettivo ambizioso di realizzare un green data center c’è il progressivo afflusso di dati, in quantità sempre più voluminose. Il loro utilizzo ed elaborazione, come la mera conservazione, richiede un consumo energetico assai elevato. Streaming video e giochi online trainano questo flusso: i soli servizi di streaming costituiranno l’87% del traffico internet dei consumatori quest’anno. C’è poi da considerare il consumo di energia elettrica legato ai data center causato dai bitcoin, criptovalute il cui aumento dei prezzi ha anche portato ad un aumento dell’uso di energia, con i sistemi di mining – processo di condivisione della potenza di calcolo degli hardware dei partecipanti alla rete – avviati a consumare circa 100 TWh in un solo anno.

Basti pensare, come rileva Statista, che una singola transazione bitcoin richiede più di 2250 kWh. Giusto per un confronto: una transazione con una carta di credito VISA richiede poco più di 143 kWh.

confronto bitcoin visa
Confronto transazione bitcoin e Visa

C’è poi il consumo energetico richiesto dall’adozione di tecniche di Intelligenza Artificiale. Tra l’archiviazione dei dati in data center su larga scala e l’utilizzo di quei dati per addestrare un modello di Machine Learning o Deep Learning, il consumo energetico dell’AI è elevato.

Giusto un esempio: è stato calcolato che per addestrare la versione finale del modello linguistico MegatronLM, Nvidia ha consumato 27.648 kWh in nove giorni. Per fare un confronto, una famiglia media consuma 10.649 kWh all’anno, secondo la U.S. Energy Information Administration. Pertanto, l’addestramento della versione finale di MegatronLM ha impiegato un quantitativo di energia quasi corrispondente a quello di tre famiglie in un anno.

Di Green data center ed efficienza energetica si parlerà nel webinar in programma il 28 aprile dal titolo: Digital Transformation per i data center. Energia, sicurezza e monitoraggio delle utilities a supporto della continuità di business”.

Green data center: gli obiettivi al 2050

Che fare allora per avvicinarsi sempre più all’obiettivo di creare green data center? Limitare il consumo energetico e l’impatto ambientale dei data center richiederà azioni ambiziose. Non sarà facile. I data center sono infrastrutture essenziali ed in continua crescita. Sulla loro ottimizzazione energetica passa anche una parte delle strategie per la transizione energetica ed ecologica.

La Commissione europea ha condotto uno studio sulle tecnologie di cloud computing efficienti dal punto di vista energetico e sulle politiche per un mercato cloud ecologico, affrontando la questione del crescente consumo di energia dovuto all’espansione dei servizi cloud in Europa. La stessa, parlando di Green cloud and green data centres ha affermato:

“Il tema del cloud computing ad alta efficienza energetica è diventato una priorità per l’UE. I data center devono diventare più efficienti dal punto di vista energetico, riutilizzare l’energia di scarto, come il calore, e usare più fonti di energia rinnovabile, con l’obiettivo di diventare neutrali rispetto al carbonio entro il 2030”.

Per raggiungere questo obiettivo, la Commissione si baserà su un mix di strumenti esistenti, revisioni della legislazione esistente e nuove iniziative.

Con questa consapevolezza è stato realizzato nel 2021 il Climate Neutral Data Centre Pact, un accordo degli operatori di data center e delle associazioni di categoria per rendere i data center carbon neutral entro il 2030, vent’anni prima dell’obiettivo europeo fissato nel Green Deal. Oggi ne fanno parte quasi 70 società e 22 associazioni.

Efficienza energetica: i consigli dell’Energy Star USA

Negli Stati Uniti, Energy Star, programma governativo statunitense per promuovere l’efficienza energetica – il cui marchio compare su svariati prodotti IT – ha elencato una serie di misure utili per fare efficienza energetica nei data center. Sono misure pratiche e relativamente semplici da attuare, sottolinea.

Una prima raccomandazione è di aumentare la temperatura nei data center. Le operazioni di raffreddamento costituiscono la maggior fonte di carico non informatico in un moderno data center. Meno raffreddamento implica meno costi, e più alte sono le temperature d’entrata, più elevata è la percentuale di tempo che uno stabilimento può spendere per far entrare aria esterna senza un raffreddamento basato su altri processi. L’esempio di quanto possa essere benefico lo porta Microsoft: aumentare la temperatura da 2 °C a 4 °C in uno dei suoi centri posti nella Silicon Valley ha permesso di risparmiare fino a 250mila dollari in costi energetici annui.

“Virtualizzare” i server è un altro consiglio utile: la virtualizzazione dei server implica la conversione di un server fisico in più macchine virtuali, caratterizzandosi come opzione in grado di far risparmiare energia. Così pure individuare e rimuovere server inutilizzati. Secondo un’indagine, circa un terzo dei server non stanno facendo alcun lavoro utile, eppure consumano elettricità 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Secondo Uptime Institute, smantellare un singolo server può far risparmiare 500 dollari di energia, 500 dollari di licenze del sistema operativo e 1.500 dollari di costi di manutenzione dell’hardware ogni anno.

Altre misure vanno da specifici accorgimenti tecnici (come sostituire le ventole standard con quelle a velocità variabile, ottimizzando il raffrescamento e consentendo di risparmiare energia) alla possibilità di raffreddare il data center utilizzando aria dall’esterno.

Giornalista freelance specializzato in tecnologia e in modo particolare in tematiche che hanno un impatto significativo sulla vita quotidiana e su quella futura: smart energy, smart building, smart city.