Il superbonus 110% rappresenta una leva enorme per far crescere l’efficienza energetica nell’edilizia in Italia. Ance – Associazione nazionale costruttori edili, ha stimato potenziali benefici sensibili: nel documento di Audizione alla Camera, prospetta 6 miliardi di euro di investimenti nella riqualificazione degli edifici e 21 miliardi di euro di ricadute sull’economia, da qui alla fine del 2021.
Diverse associazioni di settore, rappresentanti di vari comparti industriali, hanno espresso parere tendenzialmente positivo, pur non mancando osservazioni e riserve. Tutti, o quasi, hanno da guadagnarci: banche, assicurazioni, multiutility, per non parlare di tutta la filiera che gravita nell’edilizia. Ma l’effetto sarà forte anche per l’impiantistica nonché per la tecnologia. Vediamo come e perché.
Efficienza energetica e industria: l’effetto Superbonus 110%
Anche Anie ha provato a prospettare l’effetto generato al superbonus. Ha preso spunto dai dati forniti dall’Ufficio Studi Gabetti che hanno ipotizzato un raddoppio degli investimenti in riqualificazione energetica fino a 7 miliardi di euro. Se così fosse, si potrebbero compensare gli effetti del lockdown, incrementando il volume degli investimenti complessivi in rinnovo edilizio: dai 52 miliardi di euro realizzati nel 2019 a oltre 57 miliardi. Secondo Anie:
“I risultati potrebbero essere ancora più significativi nel 2021, arrivando a oltre 67 miliardi di investimenti complessivi. In Italia, il mercato potenziale per le riqualificazioni conta circa 2 milioni di edifici (su un totale di 12 milioni) in pessimo stato conservativo. Gli edifici residenziali in classe energetica G sono circa 9-11 milioni e rappresentano quindi il 75% del parco edifici nazionale”.
Ma gli effetti del Superbonus 110 si avrebbero anche a livello di emissioni ridotte. Come ha sottolineato Federmanager, attraverso il suo presidente Stefano Cuzzilla, “il pacchetto di interventi fiscali noto come superbonus costituisce non solo una misura importante per far ripartire un settore centrale della nostra economia, ma rappresenta anche uno strumento cruciale per centrare gli obiettivi di riconversione green del nostro parco edilizio”. Per questo l’associazione di categoria caldeggia una stabilizzazione della misura incentivante, chiedendo “che tale intervento abbia carattere strutturale”.
Ma da dove occorre partire per un’azione efficace di efficientamento energetico? Qui entra in gioco la tecnologia e le varie soluzioni. Tra queste, oltre alle soluzioni di isolamento termico dell’involucro edilizio, ci sono gli impianti per la produzione energetica, termica ed elettrica, ma anche dispositivi più efficienti e le tecnologie per il monitoraggio dei consumi e l’automazione del funzionamento dei dispositivi, spiega Enea nella “Guida pratica alla ristrutturazione e riqualificazione energetica degli edifici”.
Per quanto riguarda la produzione di energia le opzioni sono diverse: caldaia a condensazione, caldaia a biomassa, solare termico, pompa di calore, fotovoltaico.
Spazio al digitale per l’efficienza energetica: building automation, domotica, smart home
La stessa ENEA sottolinea come le tecnologie digitali consentono numerose applicazioni anche a proposito di gestione, monitoraggio e controllo dell’uso dell’energia negli edifici. “Queste applicazioni vanno sotto il nome di smart home o domotica”, scrive. Un’applicazione ormai divenuta abbastanza comune è la possibilità di gestire la caldaia e i termostati da remoto o i sensori di presenza per lo spegnimento automatico delle luci.
“Applicazioni più sofisticate e di frontiera potranno venire dalle applicazioni dell’IoT (Internet of Things), del 5G (l’evoluzione dello standard di comunicazione mobile) dell’AI (Artificial Intelligence). Attualmente, le applicazioni di domotica possono assicurare risparmi tra il 10% e il 15%.”
Nelle ventaglio di agevolazioni comprese nel Superbonus 110%, si parla esplicitamente di building automation come uno degli interventi trainati, ovvero possibili di detrazione solo se effettuati congiuntamente a uno dei “trainanti”.
Anche in questo caso le opportunità che crea al comparto sono importanti: adottando tecnologie efficienti incrementa il mercato di prodotti e servizi per l’efficienza energetica, “spesso a vantaggio di filiere produttive nazionali, con positive ricadute sul sistema economico e sull’occupazione”, segnala ancora l’Agenzia Nazionale per l’efficienza energetica.
Impiantistica e tecnologia: dal Superbonus benefici possibili per 1000 miliardi
A livello generale, il comparto industriale legato all’impiantistica guarda con particolare interesse allo scenario possibile grazie al Superbonus. Come illustrato dal Cresme, nell’ultimo rapporto Congiunturale e Previsionale del Mercato Installazione Impianti 2020-2023, il mercato ha subito un decremento sensibile dal 2019 (437 miliardi) al 2020 (401 miliardi previsti), con una possibile ripresa nel 2021 del +2,9%. Sono dati significativi visto che il comparto italiano, a livello europeo, è secondo per dimensioni solo alla Germania. Perché sarebbe importante l’effetto generato dalle agevolazioni previste per l’efficienza energetica in edilizia? Per il peso che ha l’impiantistica all’interno del mercato delle costruzioni: oggi è pari al 32,9%.
Secondo Cresme, un forte stimolo alla crescita potrebbe arrivare dal Superbonus 110%, il cui potenziale è addirittura di 1000 miliardi. Se la norma fosse estesa sino al periodo 2022-2023, nel 2022 il settore potrebbe arrivare a crescere del 9,1%. Come ha affermato il direttore di Cresme, Lorenzo Bellicini, un ruolo fondamentale sarà riservato anche alle nuove tecnologie ormai entrate a pieno in questo settore. “L’importante è che le imprese impiantistiche siano capaci di attrezzarsi per rispondere alle esigenze di una domanda sempre più complessa ed integrata per contribuire a ridisegnare nuovi modelli di abitabilità dei centri urbani”.
Da edifici efficienti a smart building: il superbonus 110% leva di sviluppo per la filiera
C’è un altro aspetto da considerare riguardante i possibili effetti del Superbonus 110%. L’insieme di agevolazioni previste, tra interventi trainanti e trainati, potrebbe spingere le aziende della filiera impiantistica e tecnologica a stringere partnership diverse dal solito. Per esempio, aziende specializzate nella building automation potrebbero trovare opportuno stringere accordi con altre più direttamente coinvolte dall’incentivo, con benefici ulteriori per tutti.
Quindi, rendere sempre più intelligente l’edificio, promuovendo così in modo integrato efficienza energetica e comfort dell’edificio, diventa un elemento di opportunità interessante. Come già evidenziato nel Libro Bianco di ANIE sull’edificio 4.0, la progressiva digitalizzazione di impianti e sistemi e l’utilizzo di tecnologie abilitanti saranno la chiave per ammodernare e riqualificare i nostri edifici.
Anche guardando alla ricerca e sviluppo si trovano conferme in tal senso. Secondo quanto riportato dallo studio condotto da Energy & Strategy Group in materia di energy innovation, uno dei tassi maggiori di crescita dei brevetti nel mondo energy è dedicato alla smart building con il 39%.