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Trasformare le scuole in modelli di efficienza energetica e sostenibilità
Attraverso l’uso di rinnovabili, la cogenerazione e sistemi ad alta efficienza, le scuole possono diventare più efficienti e sostenibili
La gestione efficiente dell’energia e il tema dell’autoconsumo incrociano il tema dello sviluppo di sistemi a rete di carattere privato, costituiti esattamente per fronteggiare esigenze di condivisione efficiente di vettori e servizi energetici: tali sono i Sistemi di Distribuzione Chiusi (SDC), una fattispecie di reti di distribuzione di energia elettrica riconosciuta ufficialmente dalla normativa europea e presente anche nel nostro ordinamento nazionale.
La definizione di Sistemi di Distribuzione Chiusi, già presente nella direttiva 2009/72/CE (UE), è stata, in pratica, ripetuta tale e quale dalla direttiva (UE) 2019/944.
In particolare, la predetta direttiva del 2019 indica che gli Stati membri possono stabilire che le autorità di regolazione o altre autorità competenti classifichino come “sistema di distribuzione chiuso” un sistema che distribuisce energia elettrica all’interno di un sito industriale, commerciale o di servizi condivisi, geograficamente limitato e, fatte salve alcune condizioni particolari (citate al paragrafo 4 dell’articolo 38 della Direttiva), non rifornisce clienti civili se:
a) per specifiche ragioni tecniche o di sicurezza, le operazioni o il processo di produzione degli utenti di tale sistema sono integrati
b) il sistema distribuisce energia elettrica principalmente al proprietario o al gestore del sistema o alle loro imprese correlate. Inoltre, come già detto, la direttiva stabilisce che i sistemi di distribuzione chiusi sono considerati sistemi di distribuzione potendo, per essi, stabilire che le autorità di regolazione esentino il gestore di un sistema di distribuzione chiuso da una serie di obblighi che ricadono, invece, di norma sui gestori di reti concessionari. Il principale dei predetti obblighi è quello di applicazione di tariffe di trasporto regolate che, invece, in un SDC possono essere autonomamente definite, senza necessità di approvazione da parte dell’autorità di regolazione
Attualmente, non possono essere costituiti nuovi SDC: la normativa vigente consente la gestione dei soli sistemi esistenti al 15 agosto 2009.
L’attesa principale è che il recepimento della nuova direttiva europea consenta la creazione di nuovi SDC, definendo in maniera precisa le modalità e le condizioni per la loro costituzione.
Per quanto concerne gli aspetti di regolamentazione, l’Italia gode di una regolamentazione tra le più avanzate a livello europeo in materia di SDC, che sarebbe prontamente applicabile anche a eventuali nuovi sistemi.
Al regime di gestione di un SDC, sono attualmente associati dei benefici di carattere tariffario, corrispondenti a quelli associabili all’autoconsumo.
In pratica, l’energia prodotta all’interno di un SDC, e localmente utilizzata dalle utenze connesse alla rete dell’SDC (sulla base di un bilancio orario), viene trattata alla pari di un autoconsumo.
Il costo evitato associabile a tale assunzione ricade, quindi, su tutti gli utenti dell’SDC. Tale modalità di trattamento del bilancio energetico SDC non è esplicitamente richiamata a livello di normativa europea, anche se costituisce un elemento caratterizzante dell’attuazione degli SDC: si veda, ad esempio, il caso della Spagna che, con il Real Decreto-ley 20/2018, ha accompagnato la costituzione di nuovi SDC con specifiche assegnazioni di benefici, collocandole esplicitamente nell’ambito di “misure generali di sostegno all’industria”.
L’adozione di un simile modello rappresenta l’opportunità di rilevanti risparmi economici per le aziende eventualmente ricomprese nell’ambito territoriale di SDC.
Ma quello che potrebbe rappresentare uno dei maggiori vantaggi, è il fatto che le imprese si inseriscono in un contesto in cui l’energia viene prodotta e gestita in maniera efficiente, anzi, come visto nel precedente paragrafo, è proprio la necessità/opportunità di una gestione efficiente e condivisa dell’energia il motivo alla base della costituzione di un SDC. È del tutto evidente che, in tale contesto, l’Esperto in Gestione Energia gioca un ruolo fondamentale.
Uno degli elementi caratterizzanti la regolamentazione degli SDC è quello per cui il gestore dell’SDC, in qualità di distributore, ha l’obbligo di installazione dei misuratori e l’obbligo di gestione delle misure.
Si tenga anche conto che la regolamentazione impone che il trattamento delle misure all’interno di un SDC sia sempre di tipo orario, indipendentemente dal livello della potenza disponibile di ciascun utente.
Sulla base della predetta disposizione, unitamente al fatto che la gestione efficiente e condivisa dell’energia è l’elemento caratterizzante degli SDC, si comprende come i medesimi rappresentino un ambito privilegiato per la costituzione di sistemi di monitoraggio avanzati, che servano contemporaneamente alle soluzioni di efficientamento dell’uso dell’energia e alla regolamentazione di carattere economico dei servizi erogati.
L’appartenenza agli SDC non impedisce, in genere, l’accesso al sistema dei Certificati Bianchi per i singoli soggetti partecipanti all’SDC. La questione fondamentale è se i certificati bianchi in futuro potranno essere connessi alla costituzione di un SDC. In tale caso, dovrebbe poter essere dimostrabile che il ricorso a un SDC consente l’adozione di soluzioni che comportano un miglioramento della prestazione dell’uso dell’energia. Le motivazioni alla base della definizione di SDC lasciano presupporre che tale percorso sia possibile: ovviamente ciò è tutto da sviluppare.
Sulla base di quanto sopra indicato, si comprende come, di fatto, i concetti di Smart Grid ed SDC siano tra loro convergenti. Infatti, le caratteristiche di un SDC hanno tutte le connotazioni che portano tali sistemi nell’alveo della materia delle Smart Grid. In tale contesto, il fatto che i Sistemi di Distribuzione Chiusi vengono regolati alla pari di una rete di distribuzione, non deve essere interpretato come un impedimento, ma piuttosto come un’opportunità per poter ordinare i processi sottesi alla gestione di un SDC a beneficio dello sviluppo del singolo SDC, nonché della replicabilità e scalabilità di nuovi modelli di SDC.
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“Dopo la laurea in Ingegneria Elettronica, ho iniziato la mia attività nel campo della modellistica e degli studi dei sistemi elettrici presso il Centro Elettrotecnico Sperimentale Italiano. Nel 2001 sono entrato in “Autorità per l’energia elettrica e il gas“ dove, nel 2003, ho assunto la carica di responsabile dell’unità Reti Elettriche e, nel 2007, quella di responsabile dell’Unità Fonti Rinnovabili, produzione di energia e impatto ambientale nell’ambito della Direzione Mercati. Dall’inizio del 2010 svolgo attività professionale di consulenza nel settore energetico. Ho insegnato come Visiting Professor presso l’Università Luiss Guido Carli di Roma e il Politecnico di Milano”.