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Digital Transformation: i contributi per le PMI

Digital Transformation: i contributi per le PMI

PMI e Digital Transformation: un binomio che viene ritenuto necessario per consentire a queste imprese di guadagnare quelle caratteristiche di flessibilità e rapidità necessarie per competere su mercati sempre più incerti e interessati a cambiamenti repentini. D’altra parte, però, è molto difficile vedere effettivamente concretizzato questo connubio: innanzitutto le PMI sono costantemente sotto organico, dunque soltanto una minoranza può contare internamente su professionalità capaci di spingere e accompagnare l’intera azienda in questo difficile percorso/passaggio. Non solo: prese dalla operatività quotidiana le imprese possono faticare a trovare la forza e la convinzione per effettuare investimenti nella digitalizzazione, che prevedono un immediato esborso e un pieno ritorno economico soltanto nel medio-lungo termine. Per questi e altri motivi, in tutti i settori produttivi, le PMI sono nettamente in ritardo sulla Digital Transformation rispetto alle aziende enterprise e alle multinazionali. Da tempo, dunque, esperti e analisti sostengono la necessità di incentivare le imprese in questo passaggio, attraverso provvedimenti strutturali e organici, senza ricorrere soltanto a misure estemporanee.

Cosa prevede il bando Digital Transformation per le PMI

Dallo scorso anno, complice la necessità di far ripartire il Paese dopo l’emergenza pandemia, il Decreto Crescita ha previsto un provvedimento di questo tipo, in particolare con l’obiettivo di spingere la trasformazione digitale del settore manifatturiero (la cosiddetta Industria 4.0). Si tratta di Digital Transformation”, un apposito meccanismo incentivante istituito all’articolo 29 del Decreto Crescita, progettato per favorire la trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi delle micro, piccole e medie imprese, attraverso l’applicazione di tecnologie avanzate previste nell’ambito di Impresa 4.0 e di quelle relative a soluzioni tecnologiche digitali di filiera. Dotato di risorse finanziarie abbastanza cospicue (100 milioni di euro, di cui circa la metà ad aprile risultavano ancora disponibili) è promosso dal Ministero dello Sviluppo Economico e gestito da Invitalia e risulta operativo dallo scorso dicembre. Come anticipato in precedenza il bando si rivolge alle medie e piccole imprese (con un bilancio pari almeno a 100.000 euro), operanti in via prevalente o primaria nel settore manifatturiero e/o in quello dei servizi diretti alle imprese manifatturiere e/o nel settore turistico e/o nel settore del commercio.

Incentivi in ottica Industria 4.0

In effetti anche le tecnologie individuate come capaci di innescare la Digital Transformation delle PMI sembrano soprattutto essere pensate per il mondo industriale. Possono infatti essere finanziati progetti che puntano alla trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi attraverso tecnologie abilitanti individuate dal Piano Nazionale Impresa 4.0 (advanced manufacturing solutions, additive manufacturing, realtà aumentata, simulation, integrazione orizzontale e verticale, industrial internet, cloud, cybersecurity, big data e analytics). L’alternativa è quella di puntare su tecnologie relative a soluzioni tecnologiche digitali di filiera: in questa categoria rientrano soluzioni per l’ottimizzazione della gestione della catena di distribuzione e della gestione delle relazioni con i diversi attori, nonché software e piattaforme e applicazioni digitali per la gestione e il coordinamento della logistica.

Non solo industria

Viene comunque riconosciuta la possibilità di incentivazione anche per tutta una serie di “altre tecnologie” di norma utilizzate anche in settori non industriali: sistemi di e-commerce, sistemi di pagamento mobile e via internet, fintech, sistemi elettronici per lo scambio di dati (Electronic data interchange – EDI), geolocalizzazione, tecnologie per l’in-store customer experience, system integration applicata all’automazione dei processi, blockchain, intelligenza artificiale, internet of things. Da notare che le PMI possono presentare domanda anche congiuntamente (fino a un massimo di 10) o mediante il ricorso del contratto di rete o ad altre forme contrattuali di collaborazione, compresi il consorzio e l’accordo di partenariato.

Digital Transformation e Autonomous Building

Se si parla di Digital Transformation nell’Industry, si fa riferimento anche a quei sistemi di automazione che permettono di gestire e controllare gli edifici, sia per ottenere una maggiore efficienza energetica e una riduzione dei consumi che per una migliore manutenzione degli impianti.

In quest’ottica, i sistemi BMS (Building Management System) e BEMS (Building Energy Management System) diventano centrali per la trasformazione digitale di impianti ed edifici. Sono infatti le piattaforme che permettono un controllo e una gestione in tempo reale, attraverso una rete di sensori e dispositivi IoT.

Saia Burgess Control (SBC), parte di Honeywell Building Technologies, è specializzata in soluzioni basate sulla tecnologia PLC (controllori logici programmabili) e in piattaforme BEMS che trovano applicazione nell’ambito dell’automazione di infrastrutture ed edifici civili e industriali.

Negli edifici intelligenti, questo tipo di sistemi di controllo sofisticati possono elaborare dati, monitorare i consumi energetici, gestire l’automazione e il controllo dei diversi macchinari e impianti (HVAC, illuminazione ecc.).
Ma anche, pensando al futuro di edifici autonomi e cognitivi, abilitare nuove funzionalità, quali ad esempio: una capacità di controllo responsivo, in grado di adattarsi a ogni esigenza (di luce, di temperatura, di ventilazione ecc.); sistemi di manutenzione predittiva basati su sistemi di intelligenza artificiale e la capacità di analizzare lo stato di salute dell’edificio, avviando, dove e quando necessario, delle azioni correttive.

Come si ottiene il finanziamento

Ma come e cosa si ottiene esattamente con il finanziamento? I progetti devono prevedere un importo di spesa non inferiore a 50.000 euro e non superiore a 500.000 euro, essere avviati successivamente alla presentazione della domanda e avere una durata non superiore a 18 mesi dalla data del provvedimento di concessione delle agevolazioni (con possibilità di una proroga non superiore a 6 mesi). Venendo al nocciolo della questione, ovvero i finanziamenti, Digital Transformation prevede che le agevolazioni siano concesse sulla base di una percentuale nominale dei costi e delle spese ammissibili pari al 50%, di cui 10 % sotto forma di contributo e un altro 40 % sotto forma di finanziamento agevolato (da restituire entro sette anni senza interessi dovuti). Le domande devono essere compilate esclusivamente online, con identificazione tramite il Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID) o la Carta Nazionale dei Servizi (CNS) o, in alternativa, il sistema di gestione delle identità digitali di Invitalia. Da rilevare che i fondi di Digital Transformation non sono cumulabili con le altre agevolazioni pubbliche classificate come aiuti di Stato, mentre invece sono compatibili con gli sgravi fiscali.

A cosa serve la Digital Transformation

Ma cosa si può fare nel concreto con incentivi come quelli previsti da Digital Transformation? Come abbiamo anticipato all’inizio dell’articolo, la digitalizzazione di prodotti e processi è un percorso inevitabile per incrementare la competitività delle piccole imprese (industriali e non) e migliorarne la loro capacità di resilienza a fenomeni esterni (come l’emergenza pandemica ha clamorosamente dimostrato). Le tecnologie a cui si fa riferimento nel programma governativo (come cloud, IoT, AI e Blockchain), possono consentire alle Pmi di diventare aziende digitale e connesse con i propri partner, clienti e fornitori. Particolarmente utili, in questo senso, appaiono l’utilizzo di software – sempre più spesso equipaggiati con elementi di analytics e intelligenza artificiale – che consentono di monitorare e gestire l’andamento dei processi produttivi, formulando previsioni sull’andamento futuro. In altre parole le informazioni che arrivano dal campo in tempo reale possono essere di supporto alle decisioni di business, permettendo alle imprese di restare a galla nonostante le loro ridotte dimensioni. Questo tipo di monitoraggio può essere estremamente esteso: si va dalla progettazione di un determinato prodotto/servizio, fino alle gestione del ciclo di vita, passando per il suo smaltimento, sino alla gestione dei rapporti di fornitura e subfornitura, abilitando anche l’introduzione di nuovi servizi pre e post-vendita.

Giornalista, mi occupo da tredici anni di tecnologia e innovazione per le imprese ed energia, dalle rinnovabili all'efficientamento energetico.