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Contratto EPC e CAM-EPC: cosa cambia con le ultime disposizioni
Contratto EPC e CAM-EPC: come cambia il Contratto di prestazione energetica e il rapporto tra ESCo e Pubblica Amministrazione con il Decreto del MASE
Il valore del design per l’arredo urbano non si misura, ma ha un contributo essenziale per caratterizzare un contesto cittadino. La funzionalità è prioritaria, ma l’estetica non è opzionale. Pensiamo all’Italia: un Paese vocato al turismo, il cui valore assomma a 93 miliardi di euro e con un valore aggiunto generato da questo settore pari al 6% del Pil. Ecco che, allora, anche una “buona luce” per rischiarare la città – la grande metropoli come pure i borghi di cui il Bel Paese è costellato – diventa un elemento prezioso.
«La luce è una materia di progetto. Connota e caratterizza ogni ambiente, da quello domestico a quello cittadino. Da qui parte ed è finalizzata la ricerca del designer e del lighting designer: cercare di comprendere come la luce possa caratterizzare il luogo in cui verrà installato il prodotto di arredo urbano», afferma Federica Fulici, architetto libero professionista attiva nell’ambito dell’Industrial e Interior Design. È l’ideatrice di Catullo, apparecchio illuminante a LED della serie Lorelux di Niteko, che illumina il centro storico e parte delle vie di Sirmione. La città bresciana sul lago di Garda l’ha scelta per dare la giusta luce al contesto urbano, pensando anche all’aspetto funzionale ed estetico. La bellezza è un fattore non secondario, in questa città capace (in epoca ante Covid-19) di attirare più di 1 milione e 200mila turisti in un anno.
Per questo è bene comprendere il valore del design per l’arredo urbano e l’illuminazione, partendo da Catullo: un esempio in grado di abbinare funzionalità e bellezza.
Lo spunto principale da cui ho cominciato a prendere ispirazione è stata la lanterna, un oggetto simbolico tipicamente di stampo marinaro. È un oggetto nato per un ambiente suggestivo, ma fortemente aggressivo a causa della salsedine. Catullo nasce come apparecchio di illuminazione con particolare vocazione per le città costiere. La ricerca mi ha portato ad allontanarmi in parte dall’input iniziale, arrivando a concepire un apparecchio ugualmente interessante e iconico. Catullo, pur avendo una connotazione decisa, ha un profilo minimale, ma proprio per questo più duttile e capace di adattarsi ad ambienti diversi, quali un centro storico o un contesto contemporaneo. Siamo partiti dall’adozione/composizione di geometrie semplici, due tronchi di cono e una sfera, sovrapposti. Esse compongono un volume snello, con una finitura lavorata capace di spezzare la luce in modo da caratterizzarla differentemente durante la giornata.
L’elemento prioritario però è il materiale costituente la scocca: è uno dei primi apparecchi per l’arredo urbano realizzati in polietilene, più precisamente un tecnopolimero su base di HDPE, che offre diversi benefici. Tra questi la possibilità di incorporare all’interno della scocca i devices per il telecontrollo grazie alle proprietà del materiale che lo rendono permeabile alle onde radio. Nel caso degli apparecchi tradizionali in alluminio si pongono complessità di design non indifferenti da questo punto di vista. Catullo risulta scevro da sovrastrutture esterne ed è un vantaggio estetico considerevole.
Ancora più innovativo è il metodo produttivo della scocca, a stampaggio rotazionale, solitamente impiegato per realizzare oggetti molto più grandi e che offre grandi benefici dal punto di vista creativo e produttivo.
Direi la flessibilità: il suo design lineare e minimale, per quanto riconoscibile e fortemente caratterizzato. Tutto questo va unito alle potenzialità del materiale, che alle doti di duttilità unisce anche quelle di circolarità. Infatti, è totalmente riciclabile, il che è un contributo sensibile alla sostenibilità di prodotto.
Molta, ma si potrebbe e dovrebbe fare di più perché spesso si privilegia il lato estetico senza comprendere tutti gli aspetti che entrano in gioco nell’installazione di una lampada. Si pensi all’altezza a cui viene posta la fonte luminosa o al contesto paesaggistico su cui interviene. C’è quindi ancora da fare per rendere davvero efficace l’elemento illuminotecnico. Andrebbe posta concreta attenzione anche allo studio della prospettiva dell’oggetto dal basso, che è la visuale effettiva da cui l’oggetto luminoso si osserva, così come allo studio della relazione con il palo di supporto dell’apparecchio, per dare coerenza ed unità formale all’intero sistema.
Premesso che l’arredo urbano è un contesto di design che richiede prioritariamente funzionalità, specie nel caso dell’illuminazione pubblica. Non a caso l’illuminazione pubblica stradale viene anche chiamata “illuminazione funzionale”. Nei centri storici, invece, è parte dell’arredo urbano, diventa illuminazione urbana, con implicazioni di tipo decorativo. Quindi anche quando gli apparecchi non sono in funzione, durante il giorno, devono avere una propria valenza in rapporto al contesto visivo. In questo caso l’elemento estetico entra in gioco perché è in grado di abilitare e migliorare il l’ambiente in cui è inserito. Consideriamo che l’Italia ha un valore aggiunto in quanto il nostro Paese ha una connotazione turistica importante, non solo a livello paesaggistico ma anche a livello di contesto urbano.
L’esempio di Sirmione è rappresentativo: dai riscontri avuti dal Comune di Sirmione, c’è stato apprezzamento da parte dell’amministrazione, ma anche dei cittadini non solo per la qualità della luce, ma anche per la sua discrezione formale.
Dal punto di vista tecnologico, l’adozione del LED ha contribuito sensibilmente a migliorare la situazione. Il design per l’illuminazione pubblica (e non solo) è importante nei termini in cui funge da sintesi e risposta formale alle esigenze tecniche trasmesse dall’azienda (questioni costruttive, illuminotecniche e legate all’efficienza energetica), nel rispetto del contesto perlopiù pubblico, in cui interviene. Catullo a Sirmione esprime l’ottimale conciliazione tra funzionalità, efficienza ed estetica. La luce è materia di progetto in grado di modificare l’aspetto di un ambiente: nella fattispecie penso, per esempio, alla sua presenza nei viali alberati, dove sa garantire l’illuminazione ideale al fondo stradale, ma è anche capace di “giocare” con le foglie delle fronde, facendo assumere alla luce un inaspettato effetto scenografico.