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Certificati verdi: cosa sono e come richiederli (2022)

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Certificati verdi: cosa sono e come richiederli (2022)

I certificati verdi sono stati introdotti per promuovere la tutela dell’ambiente e responsabilizzare più persone possibili a un comportamento consapevole che impatti positivamente il nostro pianeta.
Cosa sono nello specifico? Quali sono le norme al riguardo?

Vediamo ogni dettaglio in questo articolo.

Cosa sono i certificati verdi

I certificati verdi – chiamati anche CV – sono delle incentivazioni rilasciate dal GSE (Gestore Servizi Energetici) sotto forma di titoli negoziabili.
Vengono concessi per incoraggiare la produzione di energia tramite impianti alimentati da fonti rinnovabili (ossia qualificati IAFR) che abbiano iniziato la propria attività entro il 31 dicembre 2007.

Per ottenere il certificato è necessario dimostrare di produrre energia sostenibile con un’emissione complessiva di CO2 inferiore a quella proveniente da fonti di energia tradizionali.
Tale quota è pari al 2% dell’energia elettrica prodotta o importata da fonti non rinnovabili nell’anno precedente ed eccedente i 100 GWh/anno.
Dopo il rilascio il certificato può essere rivenduto alle imprese o alle industrie che in autonomia non raggiungono la quota di energia rinnovabile richiesta.

Lo scopo è tutelare l’ambiente e salvaguardare il nostro ecosistema riducendo l’inquinamento dell’aria e proponendo uno sfruttamento sostenibile delle risorse.

Differenza tra certificati verdi, bianchi e neri

I certificati verdi non sono gli unici titoli rilasciati in Italia in merito alla sostenibilità.

Esistono infatti altre due categorie di certificati, note con il nome di certificati bianchi e certificati neri:

  • Certificati bianchi: sono chiamati anche Titoli di Efficienza Energetica (TEE) e nascono con il pacchetto Clima-Energia 20-20-20 che comprende gli incentivi a livello europeo. Gli obiettivi sono ridurre del 20% le emissioni di CO2 del 20%, portare al 20% la quota di energia proveniente da fonti energetiche rinnovabili e aumentare il risparmio energetico del 20%. Certificano un concreto risparmio di energia e vengono rilasciati a seguito di interventi o progetti che incrementano l’efficienza energetica. Godono di importanti contributi economici e sono stati introdotti in Italia nel 2004.
  • Certificati neri: nascono grazie al protocollo di Kyoto del 1997 e hanno come obiettivo ridurre le emissioni di CO2 e altri gas serra applicando criteri di efficienza economica e di efficacia dei costi. Stabiliscono che gli impianti possono emettere gas serra solo dopo aver ottenuto uno speciale permesso e solo se a fine anno si impegnano a certificare ogni singola emissione prodotta tramite un certificato apposito. Le quote di emissione C02 non utilizzate possono essere vendute alle aziende che non riescono a rispettare gli obblighi di sostenibilità.

Come funzionano i certificati verdi

I CV vengono rilasciati a seconda alla tipologia di fonte rinnovabile impiegata e in base agli interventi impiantistici realizzati (per esempio nuova costruzione, potenziamento, riattivazione o rifacimento).
Rispondono all’obbligo sancito per legge di immettere annualmente nel sistema elettrico nazionale una quota minima di elettricità proveniente da impianti alimentati da fonti rinnovabili.

A rilasciarli è il Gestore dei Servizi Elettrici (GSE), che emette il titolo in nel caso la procedura di verifica vada a buon fine.
L’impianto deve dimostrare di avere una potenza nominale media annua non superiore a 1 MWh e pari a 0,2 MWh nel caso si tratti di un impianto eolico.
Se non si è in grado di raggiungere tali requisiti è possibile acquistare i certificati verdi dai produttori di energia verde.
In questo modo si crea un valore di mercato definito dall’aumento o dalla diminuzione della richiesta dei CV.

Quando il GSE emette un certificato, al produttore di energia viene assegnato un codice identificativo con cui si attiva il conto proprietà consultabile online per monitorare variazioni o cessioni.

Quanto valgono i certificati verdi?

I certificati verdi non hanno una validità a tempo indeterminato, ma cessano di essere negoziabili o ritirabili dal GSE dopo tre anni.

A partire dal 1 gennaio 2016, però, il meccanismo dei certificati verdi è cambiato ed è stato sostituito da una nuova modalità di incentivo.
Il nuovo Decreto prevede infatti che i soggetti che già hanno dimostrato i requisiti per ottenere un CV possono conservare il beneficio per il restante periodo agevolato, ma in una forma diversa.
Il GSE erogherà i CV su base trimestrale entro il secondo trimestre successivo a quello di
riferimento.
Nel frattempo gli operatori potranno ottenere la certificazione mensile della produzione incentivata, del controvalore economico relativo all’incentivo e della data di erogazione da parte del GSE.

Se la produzione di energia degli impianti non è determinabile su base mensile o se si tratta di impianti di cogenerazione abbinati a teleriscaldamento, allora gli incentivi verranno erogati dal GSE su base annuale.

Chi può richiedere i certificati verdi

Chi ha diritto a richiedere un certificato verde?
Possono ottenerlo tutti coloro che producono energia elettrica da fonti rinnovabili e con impianti qualificati IAFR (Impianti Alimentati da Fonti Rinnovabili).

Per misurarne la quantità si tiene conto della produzione netta dell’impianto, ossia la produzione lorda meno l’energia necessaria per il funzionamento dell’impianto (servizi ausiliari e perdite nei trasformatori).
I dati sono ricavabili dalla dichiarazione di produzione che il produttore deve presentare all’Ufficio Tecnico di Finanza o possono essere dedotti da autocertificazioni apposite nel caso in cui gli impianti non siano soggetti a presentazione della dichiarazione di produzione.

Per la richiesta si procede in via telematica registrandosi al portale del GSE e allegando i documenti necessari.