
- Scenario
Il V Rapporto di ENEA sulle Certificazioni Energetiche degli Edifici
Come stiamo progredendo nel miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici in Italia? Quali sono i numeri che descrivono la nostra situazione…
L’edilizia e il mondo immobiliare sono al centro dell’attenzione dell’Unione Europa. C’è bisogno di costruire e ristrutturare gli edifici in modo da contare su un settore edile quanto più a zero emissioni e su un parco immobiliare NZEB, ovvero a fabbisogno quasi zero d’energia da qui al 2050. Per questo è stata messa a punto la Direttiva 2018/844, pubblicata lo scorso anno, e la Raccomandazione UE 2019/786 pubblicata dalla commissione questo mese.
Partiamo dalla Direttiva UE 2018/844, che sostituisce la direttiva EPBD (Energy Performance Building Directive), ovvero la 2010/31UE sulle prestazioni energetiche degli edifici, e la 2012/27/UE sull’efficienza energetica.
Gli Stati membri hanno tempo fino a marzo 2020 per recepire i nuovi elementi della misura che pone l’obiettivo di migliorare l’efficienza nel settore edilizio europeo, “il più grande consumatore unico di energia in Europa”, sottolinea la stessa Commissione europea, rilevando che le misure comprese nel documento permetteranno di accelerare il ritmo di ristrutturazione degli edifici verso sistemi più efficienti dal punto di vista energetico e di rafforzare il rendimento energetico di quelli di nuova costruzione, rendendoli più intelligenti.
Gli obiettivi della nuova direttiva, in pratica la terza versione dell’EPBD, dopo quella del 2002 e del 2010, sono innanzitutto quello di contare su un parco immobiliare decarbonizzato e NZEB (near zero energy building) al 2050. Obiettivi riproposti anche nella Raccomandazione, che evidenzia quali punti cardine anche la promozione di condizioni per un sistema economico-finanziario solido, con una visione a lungo termine, capace di promuovere investimenti privati per il recupero del patrimonio edilizio esistente in modo da portarlo dalle classi più infime energeticamente fino alla classe A. La direttiva incoraggia sia lo sviluppo delle infrastrutture per l’emobility, con la predisposizione di infrastrutture di ricarica per i veicoli elettrici nei nuovi edifici, ma promuove anche l’ammodernamento di tutti gli edifici con tecnologie intelligenti. Si sostiene l’uso di soluzioni informatiche ai fini dell’efficienza, del comfort e della flessibilità degli edifici.
Negli interventi di riqualificazione energetica vengono considerati aspetti quali il benessere termo igrometrico, la sicurezza antincendio e antisismico.
Il concetto di intelligenza compare più volte nel testo della Direttiva e della Raccomandazione. In quest’ultima si fa chiaro riferimento alla limitata diffusione di tecnologie efficienti e intelligenti tra i problemi che tendono a ritardare la trasformazione del parco immobiliare.
Proprio per questo la smartness diventa un tema di riferimento, ed è un elemento decisamente innovativo della terza release della Direttiva EPBD, come sottolinea ENEA in un rapporto che illustra la misura UE.
In essa, infatti, si parla esplicitamente di promozione degli edifici intelligenti “menzionati per la prima volta nella Direttiva”, aprendo così a nuove opportunità in termini di efficienza, comfort e flessibilità. Nello specifico si richiede l’installazione di sistemi di controllo building automation (BACS), non solo nelle nuove costruzioni, ma anche in quelli già esistenti. La direttiva prescrive, a questo proposito, l’adozione entro il 2025 di sistemi di building automation oltre i 290 kW di riscaldamento e ventilazione.
È previsto anche nel prossimo futuro di un sistema comune europeo facoltativo denominato Smart Readiness Indicator (SRI), con il compito di indicare la “predisposizione all’intelligenza” degli edifici. Come sottolinea l’Agenzia Nazionale, l’indicatore avrà il fine di valutare la capacità degli edifici di impiegare le nuove tecnologie “per adattarsi alle esigenze dell’occupante, interagire con la rete energetica e ottimizzare funzionamento e manutenzione”.
In pratica si pongono le basi per le smart grid: infatti, nel testo della direttiva si fa esplicito riferimento alla digital transformation del sistema elettrico. Ecco allora che per digitalizzare il settore edilizio, segnala la direttiva:
“gli obiettivi dell’Unione in materia di connettività e le sue ambizioni relative alla diffusione di reti di comunicazione ad alta capacità sono importanti per abitazioni intelligenti e per comunità dotate di buoni collegamenti. Si dovrebbero predisporre incentivi mirati per sistemi predisposti all’intelligenza e soluzioni digitali nell’ambiente edificato. Ciò offre nuove opportunità in termini di risparmio energetico, fornendo ai consumatori informazioni più precise sui loro modelli di consumo e consentendo al gestore di sistema di gestire più efficacemente la rete”.
Per quanto riguarda la SRI esso – spiega ancora ENEA – provvederà a misurare la capacità dell’edificio ad adeguarsi ai bisogni di comfort degli occupanti e renderli più attivi nel controllo dei propri consumi e/o produzione di energia, per esempio attraverso sistemi di gestione del riscaldamento basati su rilevatori di presenza e di visualizzazione dei consumi stessi.
Inoltre sarà utile anche per:
Sarà quindi un elemento importante anche in ottica smart city, per assicurare non solo edifici più intelligenti ed efficienti, ma anche per garantire un livello di comfort e di benessere di chi li vive.