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Healthy, oltre che smart e green building. Edifici a misura d’uomo

Healthy, oltre che smart e green building. Edifici a misura d’uomo

Non possiamo più permetterci di parlare soltanto di green building o di smart building. Non è abbastanza. Oltre a essere intelligenti, efficienti e sostenibili, gli edifici di oggi devono essere “in salute”. Un aspetto che spesso si dà per scontato ma che deve essere invece ritenuto prioritario.
Ancora una volta, l’attenzione si focalizza sugli individui che vivono negli ambienti ai quali è necessario poter garantire i massimi livelli di comfort, benessere e sicurezza. Livelli che in ogni caso vanno sempre misurati e monitorati.

In un recente convegno organizzato dall’IFMA, l’International Facility Manager Association – Italian chapter, si è parlato di “Healthy building” intendendo con il termine healthy dei luoghi (di lavoro innanzitutto, ma non solo) sani e salubri, oltre che sostenibili e confortevoli.

Healthy building: ambienti in salute

In sostanza gli healthy building devono potersi reggere su tre pilastri:

  • Benessere delle persone, creando ambienti di lavoro capaci di stimolare produttività e concentrazione
  • Produttività del lavoro, realizzando sistemi innovativi che rendano più agile e dinamico il lavoro
  • Sostenibilità, andando a implementare strategie di efficienza energetica e di basso impatto ambientale.

Non dimentichiamoci che tutti noi trascorriamo il 90% del nostro tempo in ambienti confinati e che quindi il luogo in cui viviamo e lavoriamo gioca un ruolo fondamentale sul nostro stato psico-fisico e sulla nostra salute.

Da alcuni studi emerge infatti che chi lavora in ambienti sostenibili, con una ventilazione efficiente e un alto livello di comfort interno, migliora decisamente la sua concentrazione (+101%). Lo stesso vale per l’illuminazione basata su luce naturale (human centric lighting) che porta a molteplici benefici.
Ricerche scientifiche mostrano infine che una migliore qualità dell’aria interna aiuta ad aumentare la produttività sul lavoro dell’8%.

L’importanza della qualità dell’aria indoor

Uno degli aspetti di cui si sta dibattendo molto in questo periodo riguarda proprio la qualità dell’aria indoor. Sicuramente per contrastare il contagio da Covid-19, ma anche per ridurre i livelli di inquinamento che, mediamente, negli spazi al chiuso è 5 volte superiore rispetto all’inquinamento che troviamo all’esterno.

In un recente speech dedicato all’indoor air quality, Alessandro Miani, medico, professore universitario di Prevenzione Ambientale all’Università degli studi di Milano e presidente della Società Italiana di Medicina Ambientale, ha sottolineato i rischi legati all’inquinamento indoor e a come esistano davvero tanti inquinanti cui prestare attenzione, come gli ftalati, derivanti dal progressivo consumo di arredi e tessuti, che possono causare gravi problemi per la salute umana.

Purtroppo, l’Italia ha raggiunto un brutto primato in fatto di inquinamento. È il Paese con il maggior numero di morti premature per inquinamento atmosferico, circa 76.200. E l’inquinamento atmosferico ha un’incidenza media del 10% sul PIL di ogni singolo Paese europeo, equivalente a 1.600 miliardi di euro in costi sanitari diretti.

Facility Manager: un gioco di squadra

Oggi più che mai, i facility manager devono fare i conti con nuove tematiche e integrarle con altre già esistenti, come i servizi di pulizia e sanificazione che diventano cruciali per assicurare ambienti salubri. Ma devono anche conciliare il tema della qualità dell’aria a obiettivi di efficienza energetica cercando soluzioni innovative ed efficaci al tempo stesso.

Inoltre, la loro funzione aziendale si integra sempre di più con quella di energy manager, RSPP, IT manager e risorse umane perché solo agendo come team e attraverso una visione di insieme su tutti gli aspetti è oggi possibile ottenere spazi confortevoli e sicuri, ma anche a basso consumo energetico, con interventi che favoriscano lo smart working e che pianifichino l’uso degli ambienti in piena sicurezza e nel rispetto delle normative.

Il Green Building Council promuove sostenibilità e benessere

Per qualificare un edificio come efficiente e sostenibile, uno dei principali enti di riferimento è il Green Building Council, che promuove certificazioni volontarie per valutare le performance energetiche e ambientali (LEED) ma anche il benessere degli occupanti (WELL) di ogni building.

Interventi e misure di efficienza energetica nell’edilizia potrebbero avere ricadute enormi a livello di riduzione dei consumi e delle emissioni di CO2, oltre che ricadute positive sui livelli di occupazione e di produttività del Paese. Basti pensare che nei prossimi dieci anni il mercato dei green building potrebbe portare a un valore di 187 miliardi di dollari a livello globale.

Giornalista e communication manager è stato collaboratore, capo redattore e direttore di riviste specializzate con focus su smart technologies, industria elettronica, LED e illuminazione e sostenibilità ambientale. Laureata in Lingue, ha acquisito nel corso degli anni forti competenze in ambito Smart City e Smart building. Da oltre 10 anni, segue progetti editoriali speciali in tema di città sostenibili e intelligenti e promuove e organizza il premio Ecohitech Award. Negli ultimi 8 anni si è specializza in content marketing, editoria online e scrittura SEO-oriented. Oggi è Direttore editoriale di LUMI4innovation.it