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Efficienza energetica e smart building, esperti a confronto

Efficienza energetica e smart building, esperti a confronto

Efficienza energetica, emissioni, gestione dell’energia, norme, attenzione all’ambiente, smart building: tante sono le sfide che attendono i professionisti di energy management. La Conferenza SECEM, giunta alla sesta edizione, ha rappresentato un riferimento per i professionisti e gli esperti nel settore energetico per discutere i temi presenti e guardare agli scenari futuri.

L’appuntamento di Bologna ha permesso un confronto e momenti di approfondimento su vari temi. Ad aprire la prima giornata è stato Dario Di Santo, direttore FIRE – Federazione per l’uso razionale dell’Energia, che ha parlato delle nuove direttive europee specifiche e di come influiscono sulle attività professionali.

Riqualificazione edilizia, tra obblighi e smart building

Non poteva mancare un accenno alla proposta di Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (Pniec), su cui la Federazione per l’uso razionale dell’Energia si è resa parte attiva, e al percorso verso il 2030: il raggiungimento degli obiettivi presuppone politiche dedicate a favorire un’evoluzione consistente del mercato della riqualificazione edilizia.

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Dario Di Santo, Francesco Belcastro e Sebastiano Serra

Proprio sul tema edilizio, Di Santo ha segnalato l’importanza di intervenire sul parco esistente, per centrare gli obiettivi in tema di efficienza energetica in quanto «edifici e trasporti coprono l’80% degli obiettivi fissati al 2030». Si è soffermato sulla direttiva EPBD (Energy Performance of Buildings Directive), la cui terza revisione prevede strategie che guardano al 2050: tra le misure al vaglio, segnala il direttore FIRE «c’è la possibilità di valutare l’introduzione di una etichetta di “intelligenza” dell’edificio post 2020».

Si tratta dello Smart Readiness Indicator (SRI), un indicatore che misura la “predisposizione” di un edificio nell’essere uno smart building. «Inoltre verrà prevista l’adozione di sistemi di building automation entro il 2025» per edifici non residenziali con una potenza nominale utile per condizionamento, riscaldamento o sistemi combinati di riscaldamento o condizionamento e ventilazione superiore ai 290 kW. Le novità in campo tecnologico, come ad esempio l’intelligenza artificiale, porteranno cambiamenti non solo nel mercato ma anche nelle modalità di percezione del lavoro e delle relazioni tra le imprese.

Il sistema di emission trading e il ruolo degli EGE

I temi dell’energia e del clima sono ormai imprescindibili dall’attività di energy manager e dai professionisti del settore. Tra gli aspetti da considerare c’è sicuramente il sistema delle emissioni, su cui è intervenuto Sebastiano Serra, della segreteria tecnica del ministro dell’Ambiente che ha illustrato le novità introdotte dal nuovo schema di emission trading e ha sottolineato, in merito alle figure professionali del settore energia, l’importanza di una adeguata formazione e qualificazione.

È stato poi Francesco Belcastro a fare gli onori di casa, quale direttore SECEM, mostrando alcuni dati sulle certificazioni EGE – Esperti in Gestione dell’Energia emesse. Anticipando qualche dato sulle nomine degli energy manager rispetto al quadro complessivo che verrà illustrato da FIRE con la presentazione in estate del rapporto annuale, Belcastro ha evidenziato come su 2.382 nominati nel 2018, 826 hanno conseguito la certificazione EGE. Inoltre ha sottolineato tutte le opportunità di lavoro che sono state inviate agli EGE certificati SECEM negli ultimi anni.

Efficienza energetica, il modello ESI Europe e M-Benefits

Nel pomeriggio la sessione plenaria conclusiva si è aperta con Daniele Forni di FIRE e Laura Palazzo di ATRADIUS, che hanno parlato del contratto standard EPC e dell’assicurazione del risparmio energetico. Il tema è legato al modello ESI Europe, creato all’interno dell’omonimo progetto con l’obiettivo di sbloccare gli investimenti in risparmio energetico nel segmento di mercato largamente delle PMI.

«ESI Europe è il progetto che sta replicando in Italia, Spagna e Portogallo, l’approccio ESI che punta ad agevolare la realizzazione d’interventi di efficienza energetica e che si basa su un contratto di installazione chiavi in mano con clausole prestazioni, una validazione di parte terza e l’assicurazione del risparmio.

Questi strumenti aumentano la fiducia e riducono il rischio percepito dai clienti», ha spiegato Forni, sottolineando che l’approccio ESI è applicabile alla maggior parte delle tecnologie di efficienza energetica e potrà essere esteso anche ad altre. «Abbiamo da poco tenuto due workshop ESI dedicati ai fornitori (fornitura, installazione e manutenzione) di tecnologie, in cui sono stati presentati e discussi gli elementi del progetto ESI (contratto, procedure di validazione e assicurazione). L’interesse dei partecipanti è stato alto, a dimostrazione di quanto ci sia bisogno di uno strumento di questo tipo».

A chiudere i lavori è stato Livio De Chicchis di FIRE che ha presentato la metodologia per valutare i benefici multipli dell’efficienza energia e il progetto M-Benefits, che fornisce ad energy manager, ESCO e agli altri soggetti coinvolti nella proposta di interventi di energy efficiency il supporto giusto per comprendere gli effetti di tali soluzioni sul core business. I benefici non energetici sono tanti, De Chicchis ne ha ricordati alcuni tra cui il miglioramento dell’appetibilità economica degli investimenti e una valutazione più opportuna dei rischi connessi all’intervento.

Giornalista freelance specializzato in tecnologia e in modo particolare in tematiche che hanno un impatto significativo sulla vita quotidiana e su quella futura: smart energy, smart building, smart city.