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Certificati bianchi: cosa sono e come funzionano
I certificati bianchi, o titoli di efficienza energetica (TEE) sono incentivi per favorire interventi di efficientamento energetico.
Ridurre i consumi energetici è fondamentale. Lo chiede l’Unione Europea, che paga a caro prezzo i consumi, soprattutto perché deve fare affidamento sui combustibili fossili.
Solo in termini di import energetico, l’UE nel 2017 ha pagato ai fornitori di combustibili fossili di altri Paesi 266 miliardi di euro, facendo registrare un aumento del 26% rispetto al 2016.
Per questo, la strategia europea al 2030 intende porsi l’obiettivo del 32,5% in termini di efficienza energetica. Da qui discende che le organizzazioni aziendali devono ottimizzare la gestione dell’energia. E la ISO 50001 definisce i requisiti per un Sistema di Gestione dell’Energia (SGE).
La nuova norma ISO 50001:2018 facilita l’integrazione del SGE con tutti gli altri sistemi di gestione aziendale e contribuisce a migliorare la gestione energetica come elemento strategico e di business di ogni organizzazione. Essa si basa sul modello di sistema di gestione del miglioramento continuo utilizzato anche per altre norme note come ISO 9001 o ISO 14001.
Questo rende più facile per le organizzazioni integrare la gestione energetica nei loro sforzi globali per migliorare la qualità e la gestione ambientale. Questo avviene perché, la nuova norma è stata rivista in base alla struttura di alto livello (High Level Structure), comune ad altri standard ISO e questo «permette l’eliminazione delle sovrapposizioni, creazione di sinergie, ottimizzazione dei tempi e dei costi, facilitazione della digitalizzazione, integrazione dei processi» ha rilevato di recente il Chief Technology Officer Daniele Forni.
Caratteristica di questa norma – come delle altre che adottano sistemi di gestione – è la struttura basata sull’approccio PDCA (plan-do-check-act) del ciclo di Deming, mirato al controllo e al miglioramento continuo dei processi e dei prodotti.
Proprio a quest’ultimo riguardo, la versione 2018, oltre a dare esplicita definizione di “miglioramento delle prestazioni energetiche”, pone un accento particolare su come e in quali tempi il miglioramento continuo possa essere perseguito e dimostrato.
Le novità si estendono anche al monitoraggio. «Tra i dati da raccogliere, si includono per la prima volta le caratteristiche operative legate agli usi energetici significativi e si richiede di determinare i metodi adottati per monitoraggio, misurazione, analisi e valutazione» specifica Alessandro Abbiati, responsabile marketing Kerberos e consulente LUMI4Innovation.
L’applicazione della ISO 50001 permette di cogliere diversi vantaggi. «Adottare un sistema di gestione dell’energia può aiutare a soddisfare alcuni obiettivi del Global Sustainable Development delle Nazioni Unite» ha segnalato lo stesso Forni, illustrando anche altri effetti benefici collegati all’efficientamento energetico, in grado di avere un peso importante nelle scelte dell’organizzazione, se correttamente presentati alle funzioni aziendali che potrebbero beneficiarne e ai decisori.
“Su questo aspetto FIRE (Federazione Italiana per l’uso Razionale dell’Energia) ha portato avanti diverse attività, tra le quali il progetto europeo M-Benefits, che svilupperà un toolkit per aiutare le imprese ad identificare e valorizzare i benefici multipli dell’efficienza energetica.”
L’utilità dell’applicazione di questo standard è avvallata anche da due indagini condotte da AFNOR, dalle quali si evidenzia come l’adozione di un sistema di gestione dell’energia produca molti vantaggi, di solito ben maggiori nel confronto con i costi di implementazione.
«Emerge anche come spesso i risparmi siano addirittura superiori alle attese – ha fatto notare Forni – Rispetto al 2017, inoltre, sono diminuiti i casi in cui chi risponde non ha elementi per valutare il ritorno degli investimenti rispetto a quanto previsto, a dimostrazione del fatto che lo strumento stia diventando sempre più funzionale».
Così si spiega il successo crescente del numero di certificazioni ISO 50001 dal 2011 al 2017, passando da 459 a 21.501 nel mondo, e il fatto che la ISO 50001 risulta essere il quarto standard più utilizzato, dopo quelli di qualità, ambiente e quello sulle tecniche di sicurezza IT (ISO 27001:2013).
I sistemi di gestione dell’energia sono uno strumento potente per facilitare il percorso delle imprese verso un migliore uso delle risorse e una maggiore competitività. E lo si nota anche dalla presenza di professionisti dell’energy management. Lo stesso responsabile tecnico FIRE ha segnalato che «su 517 organizzazioni certificate ISO 50001 in Italia nel 2018, 250 hanno un energy manager nominato. La percentuale è in crescita, in linea con l’aumento delle certificazioni registrato nel Paese.
Infine, vale la pena considerare che gli aspetti non energetici, spesso, in azienda, sono più importanti rispetto alle sole questioni energetiche e alle loro implicazioni economiche.
«L’applicazione della ISO 50001 può aiutare ad identificare una serie di altre opportunità di risparmio o benefici apparentemente non collegati all’efficienza energetica su cui l’organizzazione può puntare di più», ha evidenziato Forni.
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