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Digitalizzazione e sostenibilità: Cineca, una sfida per il Facility Management

Digitalizzazione e sostenibilità: Cineca, una sfida per il Facility Management

Coniugare digitalizzazione e sostenibilità, efficienza energetica e performance eccezionali: è la sfida che devono affrontare il Facility Manager e l’Energy Manager che operano in una realtà italiana di fama mondiale qual è Cineca. Nel caso specifico, la figura di riferimento sia per l’Energy che per il Facility Management è Massimo Mauri, che ne ha parlato al convegno “Digital Estate: la trasformazione tecnologica della filiera immobiliare”, tenutosi durante l’edizione 2019 di LUMI Expo (21 e 22 novembre scorso, BolognaFiere).

Digitalizzazione, supercomputer e sostenibilità: cos’è Cineca

Fiore all’occhiello dell’Italia, vanto tecnologico di livello internazionale: questo è Cineca, Consorzio Interuniversitario senza scopo di lucro al servizio del sistema accademico nazionale. È nato 50 anni fa dalla felice intuizione dell’allora Ministero della Pubblica Istruzione (oggi Miur) e di quattro atenei per “promuovere l’utilizzo dei più avanzati sistemi di elaborazione dell’informazione a favore della ricerca scientifica e tecnologica, pubblica e privata”. Da allora gli atenei consorziati sono aumentati, rappresentando oggi circa il 90% delle università statali italiane.

supercomputer Marconi
Il supercomputer Marconi di Cineca

Il Consorzio ha sede in provincia di Bologna e fin da subito ha risposto alle esigenze del mondo accademico italiano di contare su macchine potenti per il calcolo scientifico. Attualmente ospita il supercomputer Marconi, considerato uno dei più potenti a livello globale. Ma Cineca è il coordinatore del progetto, in collaborazione con INFN e Sissa, che nel prossimo futuro porterà al Tecnopolo di Bologna uno dei supercomputer di classe pre-exascale, ossia in grado di eseguire oltre 150 Petaflop, ovvero 150 milioni di miliardi di calcoli al secondo. L’arrivo del supercomputer è frutto degli accordi di hosting, recentemente firmati, tra l’impresa comune europea di calcolo ad alte prestazioni (EuroHPC JU) e gli otto siti europei in cui saranno installati i potentissimi sistemi di elaborazione. Arriviamo così alla prima sfida per l’energy management: la potenza di calcolo, infatti, richiede una notevole dose di energia. Basti dire che Cineca è il primo utente energivoro dell’Emilia-Romagna. Da solo consuma quanto tutta la cittadina di Casalecchio di Reno (36.500 abitanti), dove è ubicato. Diventa quindi importante considerare l’efficienza energetica tra gli obiettivi prioritari, ma anche la sostenibilità ambientale e non solo. L’impegno del Consorzio è dimostrato, per esempio, dalla volontà di centrare la certificazione LEED Gold per l’edificio polifunzionale, un vero smart building dotato di dispositivi in grado di recuperare il calore generato dall’elaborazione dei dati, con un risparmio energetico del 30% rispetto ad altri immobili comparabili.

Ma Cineca ha intrapreso una nuova strada che lo porterà verso la certificazione LEED Data Center. Come riuscire in tutto questo? Qui entra in gioco la digitalizzazione, l’integrazione tecnologica e sicuramente l’impegno profuso da Massimo Mauri, Facility ed Energy Manager, e del suo team.

Resilienza ed efficienza energetica: la sfida del Facility ed Energy Manager

Lo stesso Mauri ha illustrato a LUMI Expo la vera sfida per chi si occupa di Facility Management: «garantire la resilienza del Centro Elaborazione Dati – CED, cercando nel contempo di fare efficienza energetica, obiettivo dell’energy manager. Per farlo occorre contare su sistemi in grado di provvedere alla conduzione ottimale a livello strutturale, impiantistico e gestionale». Parliamo di sistemi di monitoraggio in grado di contemplare tutti i parametri, davvero tanti, considerando impianti di grandi dimensioni (come una cabina di trasformazione) fino a soluzioni mini quali le CPU.

Massimo Mauri
Massimo Mauri, Facility ed Energy Manager Cineca

«Il nostro sistema si basa sulla sensoristica ed è un DCIM – Data Center Infrastructure Management, ovvero una piattaforma gestionale dell’infrastruttura in grado di misurare, monitorare, mettere in relazione e capire cosa sta succedendo – spiega ancora – Tutto questo è disponibile in un’unica console centralizzata. Si tratta di mettere a fattore comune dati provenienti da vari sensori di campo».

Va considerato, inoltre, che la struttura di calcolo del Cineca è però nata cinquant’anni fa, quindi ha vissuto svariati upgrade: «eppure non ci siamo mai fermati, malgrado gli ampliamenti, le implementazioni avvenute nel tempo e la complessità di far comunicare sistemi datati con quelli intelligenti di nuova generazione, protocolli proprietari con open».

Digitalizzazione ed energia: Facility Management e manutenzione predittiva

Come si può ottimizzare ulteriormente una struttura di questo genere? «Verificando costantemente il nostro parametro principale di efficienza di un data center: il PUE – Power Usage Effectiveness, tanto semplice quanto efficace. È il rapporto tra la quantità totale di energia utilizzata da un centro elaborazione dati e l’energia fornita alle apparecchiature di elaborazione. Ogni anno cerchiamo di migliorare questo parametro, per esempio sostituendo attrezzature datate o sfruttando ancora meglio i dati a disposizione per migliorare la loro collocazione. In ogni caso il PUE offre la possibilità di andare ad agire su tutta l’infrastruttura tecnologica del data center».

Non solo: grazie al DCIM è possibile effettuare manutenzione predittiva. La frontiera prossima possibile grazie all’utilizzo dei dati e all’innovazione e integrazione tecnologica sarà riuscire a calcolare perfettamente l’installato con quanto effettivamente utilizzato, un aspetto assai complesso in un centro di questo genere.

Digitalizzazione e LEED: il data center, smart building sostenibile

Cineca sta lavorando, come detto, a raggiungere la certificazione LEED Data Center. Come si riesce a mantenere un elevato grado di innovazione, dovendo però prevedere una struttura capace di esprimere efficienza e sostenibilità? «Il BIM è un fattore essenziale in questo percorso, non tanto a livello progettuale quanto soprattutto nella gestione della vita dell’edificio», risponde Mauri. Contrariamente a quanto si possa pensare, i costi più elevati nel data center non sono legati alla realizzazione, ma ai costi di esercizio legati alla manutenzione dei sistemi. «Quindi, è fondamentale contare sulla possibilità di avere tutti i dati a disposizione, come il BIM può fare – e nel nostro caso il DCIM è considerabile come un Building Information Modelling avanzato – per riuscire a gestire tutto in maniera molto più sostenibile».

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Giornalista freelance specializzato in tecnologia e in modo particolare in tematiche che hanno un impatto significativo sulla vita quotidiana e su quella futura: smart energy, smart building, smart city.