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Digital estate: la trasformazione tecnologica della filiera immobiliare

Digital estate: la trasformazione tecnologica della filiera immobiliare

La digital transformation sta prendendo piede nel real estate. Che cambiamenti sta apportando alla filiera immobiliare e quali potenzialità sarà in grado di esprimere? Guardare in avanti è importante, ma già oggi «l’apporto che il digitale sta dando alla filiera immobiliare è innegabile e irrinunciabile».

Elisabetta Bracci
Elisabetta Bracci

Lo afferma Elisabetta Bracci, fondatrice e network manager di Jump Facility, coordinatrice del convegno di LUMI EXPO (Bologna Fiere, giovedì 21 novembre 2019 ore 16) dedicato proprio al tema del “digital estate”.

Cosa significa “digital estate”?

Oggi non è più possibile parlare esclusivamente di Real Estate: il digitale sta contribuendo in maniera sensibile all’evoluzione della filiera immobiliare. Da qui nasce digital estate.

Nel secolo scorso la crescita aziendale era perlopiù proporzionale a una maggiore necessità di spazi, finalizzati a “produrre di più”. Il paradigma sta cambiando con una rapidità disarmante, poiché è cambiato il nostro modo di lavorare e con esso le nostre esigenze. Questa radicale trasformazione, unita alla disponibilità di grandi quantità di dati e all’approccio “liquido” degli utenti alle esperienze digitali, costringe il settore immobiliare ad affacciarsi alla cultura della digitalizzazione e della servitizzazione, oggi più che mai strategiche per lo sviluppo del Real Estate e in particolare del Facility Management.

Quali opportunità apre il digital estate alla filiera immobiliare?

Il digitale ha pervaso la filiera immobiliare, a partire dal concept, che deve fornire un’esperienza immersiva, alla prototipazione e modellazione, e quindi al tema del digital twin, fino ad arrivare alla enorme quantità di dati disponibili durante la vita del building e alla complessità della loro corretta aggregazione e interpretazione. Tutto ci porta a elevare il nostro lavoro: possiamo ridurre il tempo speso sul campo, finora irrinunciabile, in favore dell’aumento delle possibilità di predizione e strategia di gestione.

Su cosa si giocherà principalmente la trasformazione tecnologica della filiera immobiliare?

La filiera sta assistendo alla nascita e allo sviluppo delle PropTech: startup e aziende che utilizzano la tecnologia e l’innovazione digitale per affrontare varie problematiche del mercato immobiliare.

Secondo Venture Scanner, il mercato globale delle Proptech ha subito una repentina accelerazione di finanziamenti ottenuti. Poiché la stragrande maggioranza delle realtà PropTech sono etichettabili come pioniere, penso che “il bello debba ancora venire”.

In occasione di LUMI EXPO, insieme a RICS delineeremo una panoramica di mercato e guarderemo ai nuovi trend tecnologici per comprendere come stiano impattando sul settore immobiliare.

In tutta questa evoluzione dove si pone l’utente finale?

Ciò che dobbiamo sempre ricordare è l’importanza dell’esperienza dell’utente, intesa come necessità di massimizzare la qualità di vita e la fruibilità degli spazi lavorativi.

Chi vive in un contesto professionale soddisfacente lavora meglio, produce di più e sente maggiormente l’appartenenza a un’azienda e più tangibili i suoi valori. Ben vengano, quindi, tecnologia e digitalizzazione disegnate sui bisogni dell’utente e finalizzate a colmare col minor sforzo possibile il digital gap a oggi pesantemente presente in molte PMI. Sarà un tema che avremo il piacere di esplorare con il professor Angelo Ciribini, dell’Università di Brescia, autentico pioniere di questi temi in Italia. Con lui parleremo di stabilimenti cognitivi e di come la connessione e l’interconnessione siano una ricchezza per l’esperienza dell’utente e per il benessere in azienda.

Quali sono le soluzioni tecnologiche più promettenti?

Sicuramente la più promettente è la modellazione BIM – Building Information Modelling, ovvero il modello di informazioni di un edificio. Il NIBS (National Institutes of Building Science) definisce il BIM come la “rappresentazione digitale di caratteristiche fisiche e funzionali di un oggetto”, ovvero lo strumento che ci permette di ottenere un digital twin, o gemello digitale, del costruito.

Gli studi tecnici di piccola dimensione hanno un forte interesse nella modellazione BIM, ma si trovano in difficoltà per i costi di change management, legati principalmente allo stravolgimento del modo di lavorare e alla formazione necessaria per il personale.

Le grandi aziende stanno invece rispondendo molto bene a questa innovazione e hanno già applicazioni di altissimo interesse e valore. Durante il convegno avremo il piacere di condividere best practice con Giampiero Brioni (BIM Manager di B&B Progetti), che parlerà delle cinque dimensioni del BIM, e con Umberto Alesi (Italy BIM Leader di Arcadis), con cui approfondiremo l’importanza del corretto approccio in WBS (work breakdown structure).

Quali vantaggi potrebbe portare la digitalizzazione al facility manager?

Ne porterà almeno tre significativi: la trasparenza delle attività di interni e terzisti, che consegue una partnership basata su condivisione reale di quanto accade in campo; il controllo puntuale dei costi e la diminuzione dei sopralluoghi necessari sul campo in favore delle analisi di fattibilità; la possibilità di creare una vera predittività del guasto attraverso l’applicazione del mix più bilanciato di tipologie manutentive per quel determinato contesto e attraverso tecniche di previsione dell’impatto e di miglioramento continuo.

Questo approccio richiederà all’offerta di servizi, quindi ai fornitori, di impegnarsi per ampliare sempre di più la parte di supporto decisionale e consulenza, e non solo quella di erogazione di servizi e manutenzioni.

Di questi argomenti e dell’approccio LEED parleremo con Massimo Mauri, Facility Manager di Cineca, per condividere applicazioni pratiche e gioie e dolori della digitalizzazione in ambito facility.

Giornalista freelance specializzato in tecnologia e in modo particolare in tematiche che hanno un impatto significativo sulla vita quotidiana e su quella futura: smart energy, smart building, smart city.