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Cosa si Intende per Consumo Sostenibile

Cosa si Intende per Consumo Sostenibile

Sostenibilità ambientale, crisi climatica, consumo sostenibile. Parole chiave alle quali le persone, soprattutto i giovani, sono sempre più attente per poi mettere in atto comportamenti corretti. Generando automaticamente un circuito virtuoso anche a livello economico e produttivo.

Cosa si intende per consumo sostenibile

L’obiettivo 12 dell’Agenda 2030 sullo sviluppo sostenibile promuove un modello di produzione e di consumo sostenibile. Il goal delle Nazioni Unite punta a far adottare un approccio rispettoso dell’ambiente e del territorio riducendo il ricorso a prodotti chimici e rifiuti.

Ma cosa significa esattamente consumo sostenibile? Il termine fa riferimento al comportamento virtuoso dei consumatori e quindi delle singole persone, che sono in grado di influenzare il mercato attraverso il loro stile di vita e le loro abitudini di acquisto. Il consumo sostenibile è strettamente correlato agli obiettivi decarbonizzazione e transizione energetica, necessari per portare un vero cambiamento su scala più ampia per la tutela del Pianeta e delle generazioni future.

Come definiti dalle stesse Nazioni Unite, il consumo e la produzione sostenibile puntano a “fare di più e meglio con meno”, aumentando i benefici tratti dalle attività economiche, attraverso la riduzione dell’uso di risorse e dell’inquinamento lungo l’intero ciclo produttivo, migliorando così la qualità della vita. Ciò coinvolge imprese, consumatori, decisori politici, ricercatori, rivenditori, media e agenzie di cooperazione allo sviluppo. Serve un approccio sistematico e cooperativo tra i vari soggetti attivi nelle filiere e un maggiore coinvolgimento dei consumatori attraverso iniziative di sensibilizzazione e informazione dettagliate su standard, label ed etichette per orientare nella scelta dei prodotti.

Alcune cifre

Ogni minuto, vengono vendute quasi 1 milione di bottiglie di plastica in tutto il mondo. Se al posto di questa azione, ognuno di noi scegliesse di riempire una borraccia o di bere l’acqua del rubinetto, il risparmio in termini di risorse e la riduzione di inquinamento ed emissioni di CO2 sarebbe evidente.

Allo stesso modo, pensiamo ai quasi 4 miliardi di tonnellate di cibo che consumiamo ogni anno, un terzo dei quali va perso o sprecato. Basterebbe mettere in atto iniziative di economia circolare efficaci per evitare sprechi enormi di risorse e di materie prime.

Per fortuna, la transizione verde è entrata nelle agende politiche di tutto il mondo e i consumatori sono sempre più consapevoli e responsabili rispetto a quell oche sta avvenendo. Eppure la minaccia della crisi climatica è talmente reale che ancora si parla troppo poco di quanto potrebbe fare, nel piccolo, ognuno di noi.

Qualche altro dato:

  • Ogni anno, 1,3 miliardi di tonnellate di cibo, per un valore pari a 1.000 miliardi di dollari, viene buttato o sprecato, mentre quasi 2 miliardi di persone soffre di denutrizione o di fame. All’opposto, 2 miliardi di persone nel mondo sono sovrappeso o obese.
  • Se la popolazione mondiale dovesse raggiungere 9,6 miliardi di persone entro il 2050, servirebbero tre pianeti per soddisfare la domanda di risorse  necessarie a sostenere gli stili di vita attuali.
  • Meno del 3% dell’acqua mondiale è potabile e oltre un miliardo di persone non accede all’acqua potabile.
  • L’uomo sta inquinando l’acqua in maniera più rapida rispetto alla sua capacità naturale di rigenerarsi e purificarsi.
  • Le famiglie consumano il 29% dell’energia globale, contribuendo al 21% delle emissioni di CO2
  • Il settore alimentare rappresenta il 30% del consumo totale di energia, ed è responsabile del 22% delle emissioni di gas serra.

Altre cifre e trend provengono dall’Osservatorio nazionale sullo stile di vita sostenibile di LifeGate (sesta edizione, 2021).
In sintesi:

  • il 38% degli italiani è appassionato alla sostenibilità e un altro 34% interessato alle sue tematiche;
  • il 21% consuma alimenti bio e il 29% cerca prodotti a km zero. Un altro 30% degli italiani sta andando verso la riduzione se non l’eliminazione del consumo di carne, soprattutto rossa;
  • la raccolta differenziata è arrivata a un tasso del 58,1% sul totale rifiuti.

Al di là delle percezioni, non c’è dubbio che il cambiamento climatico stia producendo disastri economici oltre che ambientali. Secondo gli esperti è costato, tra il 1980 e il 2017, oltre 450 miliardi di euro solo in Europa determinando oltre 90mila morti. Secondo il Natural Resources Defence Council americano, il riscaldamento globale costerà, in termini energetici, di danni legati a uragani e fenomeni estremi, una quota pari al 3,6% del PIL entro il 2100.

Consumare in maniera sostenibile

Poco tempo fa, la Commissione europea ha lanciato il suo “Green Consumption Pledge”, una iniziativa che fa parte del Patto europeo per il clima sui temi della produzione e del consumo sostenibile, in sintonia con il Green Deal Europeo.

Obiettivo dell’impegno europeo è quello di accelerare il contributo delle imprese verso una ripresa economica sostenibile e di costruire la fiducia dei consumatori nelle prestazioni ambientali di aziende e prodotti.

Le cinque aree principali di impegno sono le seguenti:

  1. Calcolare l’impronta di carbonio dell’azienda (il carbon footprint)
  2. Calcolare l’impronta di carbonio dei prodotti di punta selezionati
  3. Aumentare la vendita di prodotti o servizi sostenibili
  4. Impegnare parte della spesa per le relazioni pubbliche nella promozione di pratiche sostenibili
  5. Garantire le informazioni ai consumatori in relazione all’impronta di carbonio dell’azienda e del prodotto

Anche le aziende giocano dunque un ruolo centrale nella trasformazione del modello di consumo.
Per loro, la sostenibilità ambientale e la decarbonizzazione rappresentano un importante fattore competitivo per distinguersi sul mercato. Non si tratta solo di una questione di reputation.
Puntare sulla sostenibilità significa investire sull’innovazione, ridurre gli sprechi e consumare di meno, che si traduce anche nell’avere meno costi nel medio e lungo periodo oltre che nel ridurre il proprio impatto ambientale.

Giornalista e communication manager è stato collaboratore, capo redattore e direttore di riviste specializzate con focus su smart technologies, industria elettronica, LED e illuminazione e sostenibilità ambientale. Laureata in Lingue, ha acquisito nel corso degli anni forti competenze in ambito Smart City e Smart building. Da oltre 10 anni, segue progetti editoriali speciali in tema di città sostenibili e intelligenti e promuove e organizza il premio Ecohitech Award. Negli ultimi 8 anni si è specializza in content marketing, editoria online e scrittura SEO-oriented. Oggi è Direttore editoriale di LUMI4innovation.it