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Energy Efficiency First. La Raccomandazione della Commissione Europea
Con la Raccomandazione del 29 luglio 2024, la Commissione europea offre dettagli per interpretare l’Articolo 3 della Direttiva sull’efficienza energetica,
Il programma Transizione 5.0 si pone l’obiettivo di implementare i processi produttivi a un modello energetico efficiente e sostenibile. In pratica, intende creare le condizioni per supportare misure di efficienza energetica e il passaggio dei processi produttivi a un modello energetico efficiente, sostenibile e basato su energie rinnovabili. L’intento, come si specifica nel sito ufficiale Italia Domani, è di ottenere un risparmio energetico di 0,4 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio nel periodo 2024-2026.
Per questo sono stanziati 6,3 miliardi di euro, previsti nell’ambito della nuova Missione 7 “RepowerEU” del PNRR.
Il programma Transizione 5.0 riconosce alle imprese un credito d’imposta proporzionale alla spesa sostenuta tra il 1° gennaio 2024 ed il 31 dicembre 2025 per nuovi investimenti in strutture produttive site in Italia riguardanti progetti di innovazione che comportino una riduzione dei consumi energetici non inferiore al 3% per unità produttiva o al 5% per processo.
Intanto sono compresi beni digitali (4.0 Green, certificati ISO 14024, ISO 14021, ISO 14025 o Energy Label), materiali e immateriali, funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale delle imprese, ma anche beni materiali finalizzati all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili destinata all’autoconsumo. A parte le biomasse, sono comprese tutte le FER. Per quanto riguarda l’adozione di energia solare, la disposizione incentiva moduli fotovoltaici prodotti negli Stati UE con un’efficienza a livello di modulo almeno pari al 21,5%.
Tra le spese agevolate rientra anche quelle riguardanti la formazione del personale finalizzate all’acquisizione o al consolidamento delle competenze nelle tecnologie rilevanti per la transizione digitale ed energetica dei processi produttivi. Va precisato, a tale proposito, che eventuali spese dedicate vengono validate solo se collegate all’acquisto di beni strumentali 4.0 Green.
Il credito d’imposta viene riconosciuto nella misura del 35% del costo, per investimenti fino a 2,5 milioni di euro. Per spese superiori a questa cifra e fino a 10 milioni di euro viene riconosciuto un credito del 15%. Infine, sopra i 10 milioni di euro e fino al limite massimo di costi ammissibili pari a 50 milioni di euro per anno per impresa beneficiaria viene riconosciuto un credito nella misura del 5% del costo.
La misura del credito d’imposta per ciascuna quota di investimento prevista viene rispettivamente aumentata al progredire della riduzione dei consumi. Nello specifico, se l’aumento supera il 6% o, in alternativa, la riduzione dei consumi energetici dei processi interessati dall’investimento è oltre il 10% (tramite gli investimenti previsti) il credito d’imposta viene aumentato rispettivamente al 40%, 20% e 10%. Tale quota viene elevata al 45%, 25% e 15% se i risparmi conseguiti sono superiori al 10% sulla struttura produttiva oppure sopra il 15% relativamente ai processi.
Tra le soluzioni tecnologiche agevolabili tra i beni strumentali 4.0 Green c’è anche la serie EP-X di Energia Europa, soluzione per l’efficienza energetica delle imprese che interviene a migliorare la qualità dell’energia (power quality) riducendo i disturbi presenti nell’alimentazione elettrica.
Non solo: abbinata al fotovoltaico, questa soluzione è in grado di migliorare le prestazioni e ottimizzare i consumi.
Come evidenzia la stessa azienda, investire in EP-X comporta:
“ulteriori vantaggi, perché rientra tra i beni trainanti grazie ai quali è possibile estendere il credito d’imposta anche agli investimenti relativi ad autoproduzione e autoconsumo da fonti rinnovabili”.
Per ottenere gli incentivi, prima di acquistare un bene della categoria 4.0 Green è consigliabile affidarsi a consulenti specializzati in finanza agevolata con esperienza sulle misure 4.0; nel caso, Energia Europa può consigliare il cliente in merito ai professionisti da utilizzare per l’istruzione dell’intera pratica. In caso di acquisto di EP-X, occorre, infatti, eseguire la perizia 4.0 a seguito della messa in funzione di EP-X. Inoltre è necessario effettuare la certificazione energetica ex-post, sempre rivolgendosi a una Energy Service Company (ESCo), un EGE o, comunque a un ente certificato. Si richiede, poi, di eseguire la revisione legale dei conti e la rendicontazione telematica dal sito GSE. Il Gestore dei Servizi Energetici ha dieci giorni di tempo per verificare i dati e rispondere. Avvalendosi del silenzio assenso, trascorsi i quali si procede alla richiesta di compensazione del credito d’imposta.
Il programma Transizione 5.0 prevede anche casi particolari, specie nel caso delle piccole e medie imprese: intanto, le spese sostenute per adempiere all’obbligo di certificazione sono riconosciute in aumento del credito d’imposta per un importo non superiore a 10mila euro. Inoltre, le imprese non obbligate per legge alla revisione legale dei conti, le spese sostenute per adempiere all’obbligo di certificazione della documentazione contabile previsto dal presente comma sono riconosciute in aumento del credito d’imposta per un importo non superiore a 5mila euro.
Inoltre, una Pmi ha maggiori difficoltà a livello burocratico ed economico per accedere a questi incentivi: per questo sono state messe in atto le seguenti possibilità di mitigazione dei costi dell’investimento. È possibile compensare le spese sostenute per le certificazioni energetiche prima e dopo l’intervento, in modo da aumentare il proprio credito di imposta esigibile fino a un massimo di 10mila euro.
Le imprese senza obbligo di revisione legale dei conti possono aumentare il credito di imposta fino a un massimo di 5mila euro per compensare i costi della certificazione aggiuntiva che viene loro richiesta.