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Smart city now, città italiane alla prova della digital transformation

Smart city now, città italiane alla prova della digital transformation

Le città italiane sono pronte per diventare smart city? La sfida in diversi casi è stata accettata come dimostrano i dati emersi in occasione del convegno “Scenari evolutivi per servizi urbani sempre più efficienti”, organizzato oggi presso il MIND – Milano Innovation District all’interno dell’evento Smart City Now.

Ha aperto il convegno Roberta Cocco, assessora del Comune milanese per Trasformazione digitale e Servizi civici, illustrando quanto si stia facendo a livello cittadino. Ha sottolineato il valore dell’innovazione tecnologica e, in particolare, l’importanza del 5G, standard per la comunicazione che promette di «rappresentare una autentica rivoluzione, offrendo opportunità straordinarie per le aziende e per i cittadini».

Sulla rilevanza dell’innovazione tecnologica è concorde anche Alvise Biffi, presidente Piccola Industria di Confindustria Lombardia. Grazie alla possibilità di gestire dati strutturati «si aprono maggiori opportunità anche per le piccole e medie imprese per fornire prodotti e servizi più puntuali ed efficienti».

Parlando di smart city si è illustrato proprio l’esempio di MIND che si sta preparando a essere il fiore all’occhiello, potendo ospitare un polo quale lo Human Technopole, capace di accogliere 1500 ricercatori; poco distante la struttura sanitaria del Galeazzi disporrà delle migliori infrastrutture per offrire ai pazienti (si prevedono più di 500 posti letto degenti) il meglio in termini di healthcare. Poi ci sarà spazio al campus universitario dell’Università degli Studi e per altre realtà innovative: si prevede già di ospitare startup innovative in quello che sarà uno smart district d’eccellenza, in cui si progetta modalità di trasporto tramite veicoli a guida autonoma.

Dal futuro al presente, ci ha pensato Marco Menna, senior advisor EY – Ernst & Young, a fare il punto sull’evoluzione delle smart city italiane. Illustrando il modello EY per progettare smart city ha sottolineato anche lui il fattore 5G come abilitante per creare nuove infrastrutture e opportunità, ha segnalato come i due punti determinanti nello sviluppo delle smart city gli strati della sensoristica e dei dati. Il valore dell’Internet of Things ormai è chiaro, meno quello di predisporre piattaforme per coordinare e gestire al meglio i servizi.

Un esempio lo fa a proposito della smart energy: «il 91% delle città ha servizi di smart metering ma solo il 5% delle città conta su piattaforme che integrino i dati energetici». Meglio va nel campo della mobilità, ossia nella capacità di integrare piattaforme nei propri servizi. C’è ancora molto da fare, come mostra nel grafico dello Smart City Index in cui si mostra che accanto a realtà di assoluta eccellenza (Milano) e altre di buon livello (Bologna, Roma, Bergamo solo per citarne alcune) ci sono ancora molte città che non hanno attivato servizi smart o che comunque dimostrano palesi ritardi.

Peggio ancora va se si considera la diseguaglianza a livello di smartness tra le città italiane e internazionali: sottolinea Umberto de Julio, presidente Anfov, che nelle classifiche internazionali dedicate, le realtà nazionali non compaiono praticamente mai. La situazione ancora troppo disomogenea che si vive nelle regioni italiane è fin troppo evidente: «alcune aree d’Italia, in primis la Lombardia e Milano, stanno acquisendo competenze e aree d’eccellenza, ma appare ancora forte il divario tra Nord e Sud, come pure tra grandi città e piccoli Comuni».

A quest’ultimo proposito, da parte delle aziende c’è interesse a sviluppare servizi e soluzioni che possano stimolare una maggiore “smartizzazione” delle piccole realtà. Luigi Ferraris di Italtel segnala l’importanza del concetto di smart city applicato alle piccole realtà, per evitare l’allontanamento dalle piccole realtà e creare un legame forte col territorio. A questo proposito la tecnologia può aiutare in termini di salute (telemedicina e teleconsulto, per esempio) e di lavoro (smart working).

«Tutti i servizi possono essere possibili solo grazie a un efficiente rete di telecomunicazioni», sottolineando anche in questo caso l’opportunità offerta dal 5G anche in questo caso. Anche Luca Cavabianchi di Eolo, fornitore di banda ultra larga wireless, ha presentato il progetto “Missione Comune”, mirato a creare una campagna di investimenti per attuare servizi smart nei piccoli borghi. Significa «portare internet, servizi di realtà virtuale, sicurezza, multitasking», sottolinea.

Giornalista freelance specializzato in tecnologia e in modo particolare in tematiche che hanno un impatto significativo sulla vita quotidiana e su quella futura: smart energy, smart building, smart city.