Quantificare le emissioni di CO2 risparmiate e far verificare a un ente certificatore è una scelta virtuosa. Lo è ancor di più se viene svolta in modo volontario. È quanto ha fatto Energia Europa, azienda italiana specializzata nello sviluppo e produzione di sistemi innovativi per l’efficienza energetica dei siti produttivi, commerciali, direzionali e residenziali. Il suo progetto di emissione di crediti di carbonio (VER) sul mercato libero è uno dei primi al mondo a livello industriale. È stato sviluppato con il supporto di ValoreCO2, una società di consulenza altamente professionale specializzata nei carbon credits. Il progetto è stato verificato da RINA, che lo ha approvato e validato.
Quantificare i carbon credits su base volontaria
Perché fare una scelta di questo genere? Oggi, infatti, sono davvero poche le realtà che decidono di quantificare in modo volontario i loro crediti di carbonio.
I carbon credits – ricordiamo – sono titoli equivalenti a una tonnellata di CO2 non emessa o assorbita grazie ad un progetto di tutela ambientale realizzato con la finalità di ridurre o riassorbire le emissioni globali di diossido di carbonio e altri gas ad effetto serra. Spiega Stefano De Giorgis, Ceo di Energia Europa.
«La domanda da cui siamo partiti è: come possiamo valorizzare e rendere credibile il risparmio di emissioni prodotte dalla nostra attività e dalle nostre soluzioni tecnologiche? Sappiamo che esiste un mercato regolamentato obbligatorio (ETS) che riguarda i forti emettitori, ci sono borse internazionali dove vengono scambiati i carbon credits. Da qui l’idea di dare loro un valore, dato che già lo inserivamo all’interno delle nostre offerte economiche che mettono in risalto il carbon saving, risultato dell’efficientamento energetico ottenibile grazie ai nostri sistemi».
Da qui la scelta di rivolgersi a un ente di riferimento nel settore, l’ente certificatore RINA.
Un processo laborioso, frutto di serietà e trasparenza
Il processo che ha portato RINA a verificare, approvare e validare il progetto di emissione di crediti di carbonio (VER) sul mercato libero, attribuendone la proprietà e la facoltà di generazione dei crediti sulla base delle quote di riduzione di emissioni climalteranti a Energia Europa è durato un anno circa.
«Energia Europa è riuscita a completare questo processo con un ente prestigioso come Rina, in virtù del fatto che utilizziamo un protocollo di misura certificato da IMQ, oltre a fornire dati online, verificabili in tempo reale»,
sottolinea Gabriele Paltrinieri CMO della società vicentina.
Questo percorso, quindi, è caratterizzato da due istanze: precisione e trasparenza.
Misurare in maniera scientifica è sinonimo di serietà, e non lo nasconde certo Energia Europa. Il suo successo si basa su soluzioni tecnologiche che intendono garantire alle aziende clienti un effettivo efficientamento energetico, i cui risultati siano misurabili.
Oltre 23mila tonnellate di CO2 evitate
Il percorso di certificazione ha riguardato la soluzione E-Power System (EPX). Essa è stata considerata eleggibile per la generazione di crediti di carbonio sul mercato libero in quanto rientra nelle categorie indicate nel protocollo di Kyoto e rispetta i criteri stabiliti dal UNFCCC.
RINA ha verificato e certificato i dati trasmessi da Energia Europa relativi agli anni 2021 e 2022 per un certo numero di dispositivi regolarmente connessi e funzionanti che hanno prodotto un risparmio di CO2 pari a 23.346 tonnellate, equivalenti ad altrettanti VER.
Non solo: l’ente certificatore ne ha attribuito la proprietà e la facoltà di generazione dei crediti sulla base delle quote di riduzione di emissioni GHG al promotore del progetto stesso, cioè Energia Europa: i crediti generati sono di sua proprietà.
A quanto corrisponde il risparmio verificato? Bisogna pensare che una tonnellata di CO2 corrisponde a piantare 22 alberi di media grandezza (come un melo). In questo caso parliamo di oltre 513mila e 600 alberi.
Il VER – crediting period del progetto, partito da gennaio 2021, è di 10 anni, rinnovabile di altri 7 anni sulla base dell’andamento del mercato.
Opportunità future: dallo scambio dei carbon credit alla tokenizzazione dei VER
La finalità del percorso di Energia Europa è virtuosa e avrà benefici reputazionali. Tuttavia, come spiega De Giorgis.
«L’importante per noi era avere una certezza, sotto forma di numeri, di una grandezza misurabile e reale. Ciò che ne faremo in futuro lo decideremo con calma. Intanto possiamo fornire ai nostri clienti dei numeri concreti. Dato che il nostro è uno dei primi progetti al mondo a livello industriale, siamo consapevoli di aver anticipato i tempi, anche contemplando che il mercato volontario potrebbe diventare obbligatorio».
C’è un altro aspetto da considerare: in virtù della direttiva CSRD, dal 1° gennaio 2026 scatterà l’obbligo anche per le piccole e medie imprese di redigere il bilancio di sostenibilità. Tra le varie voci, richiederà anche la contabilizzazione delle emissioni di CO2.
Per il futuro, Energia Europa si è posto qualche obiettivo, tenendo comunque in considerazione che la scelta riguardante i crediti di carbonio volontari è ancora per molti aspetti pionieristica. Tra le idee al vaglio c’è l’intenzione di iscriversi al registro individuato, ma si valuta anche la possibilità di scambio e cessione dei carbon credit.
C’è poi l’intenzione di effettuare la tokenizzazione dei VER, ovvero di rappresentare digitalmente i crediti volontari su una blockchain, per dar loro un valore, un’identificazione certa che permetta di creare un valore di scambio certo e trasparente.
Giornalista freelance specializzato in tecnologia e in modo particolare in tematiche che hanno un impatto significativo sulla vita quotidiana e su quella futura: smart energy, smart building, smart city.