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Telecamere di videosorveglianza a bordo di metropolitane, autobus, taxi e – sulla scia dei recenti fatti di cronaca – ambulanze: la sicurezza pubblica passa anche attraverso soluzioni anticrimine dissuasive nei confronti di potenziali autori di comportamenti antisociali sui mezzi di trasporto. Soluzioni in grado di proteggere il personale di guida e i passeggeri da aggressioni, nonché di salvaguardare il mezzo mobile da atti vandalici.
Telecamere di videosorveglianza sono presenti ormai da diversi anni sulle linee metropolitane e sugli autobus delle maggiori città italiane, con Milano, Roma, Torino e Bologna in testa per numero di dispositivi utilizzati. E sono presenti anche sui taxi di Milano, Roma e Napoli, con progetti pilota in altre città.
E proprio a Napoli, nei giorni scorsi, per contrastare il fenomeno delle ripetute aggressioni ai danni degli operatori sanitari, è stata installata la prima telecamera a bordo di un’ambulanza del servizio 118 con, in più, un pulsante rosso che consente di collegarsi direttamente alle centrali operative di Polizia e Carabinieri, oltre che con la centrale del 118. A questo si aggiunge un sistema di geo-localizzazione, che consente agli operatori di sapere in ogni istante dove si trova l’ambulanza e da dove chiede soccorso.
Funzione di deterrenza a parte, la finalità principe delle telecamere di videosorveglianza sui mezzi di trasporto, così come a bordo di taxi e ambulanze, è trasmettere alle centrali operative immagini il più possibile nitide di quanto accade all’interno dei veicoli, per poter consentire, in caso di reato, interventi puntuali e mirati, oltre a fornire immagini di alta qualità, utilizzabili in sede investigativa e di processo.
Dunque, la prima caratteristica delle telecamere deve essere quella dell’alta risoluzione. La compattezza, le dimensioni ridotte, il fatto di essere progettate per le riprese in movimento e in grado di sopportare vibrazioni, sono ulteriori peculiarità da considerare con attenzione. Aggiunge il System Integrator Stefano Moretto:
“Per la videosorveglianza su metropolitana, autobus, ambulanze, taxi e, più in generale, su tutti i mezzi mobili, servono tecnologie specifiche. In particolare, occorrono telecamere di rete, antivandalo, a elevata risoluzione e in grado di eseguire riprese fino a 60 fotogrammi al secondo. Caratteristiche peculiari sono anche il supporto della rete WiFi e Mobile 3G o 4G, oltre alla presenza del sistema di posizionamento GPS, acronimo dell’inglese Global Positioning System. Queste ultime peculiarità permettono al centro di controllo di tracciare in tempo reale la posizione del mezzo e di ricevere live eventuali allarmi con riscontro video”
Le telecamere a bordo autobus vanno posizionate in corrispondenza delle porte o in modo da riprendere quanto più possibile tutto l’interno del veicolo, col fine di garantire la sicurezza dei passeggeri e del guidatore. Esiste anche la possibilità di installare telecamere sulla porta di accesso al veicolo con, all’interno, un algoritmo per il conteggio dei passeggeri.
A differenza dell’autobus, il taxi e l’ambulanza presentano spazi interni più ridotti. In particolare, a bordo di questi mezzi, il problema è legato alla sicurezza personale del conducente, nel primo caso, e degli operatori sanitari nel secondo caso.
Riguardo alla tipologia di telecamere da utilizzare su taxi e ambulanze, sono indicati modelli dalle dimensioni ridotte e con algoritmi di video analisi a bordo, per rilevare i movimenti delle persone all’interno. Queste mini telecamere vanno occultate nei montanti oppure possono essere lasciate a vista, con funzione deterrente.
Il Provvedimento del Garante della Privacy del 2010, al punto 4.4, prevede, laddove vi siano concrete e documentabili situazioni di rischio, l’installazione di sistemi di videosorveglianza sui mezzi di trasporto pubblici.
Restano imprescindibili – sia per quanto riguarda le telecamere di videosorveglianza sugli autobus che su taxi e ambulanze – i due adempimenti previsti dal Provvedimento: il primo riguarda l’area inquadrata dalle telecamere, il secondo l’informativa sulla privacy mediante il cartello “Area videosorvegliata”.
Il primo prevede che le telecamere installate sui mezzi mobili inquadrino solo l’interno degli abitacoli, passeggeri e conducente, non andando a riprendere chi si trova all’esterno.
Sempre d’obbligo è il cartello che informa che il mezzo mobile è videosorvegliato, il quale va posto all’ingresso. Ricordiamo che un cartello che informa in ritardo, non mette i passeggeri nelle condizioni di scegliere se dare il proprio consenso o meno alle riprese video della propria persona.
Un’informativa sulla privacy non tempestiva oppure poco visibile a causa del formato del cartello o per il suo posizionamento, espone al rischio di segnalazioni al Garante, con conseguenti sanzioni penali.
La posizione delle telecamere a bordo dei mezzi di trasporto e le modalità di ripresa devono essere determinate nel rispetto dei principi di necessità, proporzionalità e finalità: occorre, dunque, evitare riprese particolareggiate nei casi in cui non siano indispensabili.