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Human centric lighting: l’influenza della luce sull’uomo

Human centric lighting: l’influenza della luce sull’uomo

L’opinione

Francesco Iannone e Serena Tellini dello studio di lighting design ConsulineFrancesco Iannone e Serena Tellini sono due lighting designer di fama internazionale, fondatori dello studio Consuline con sede a Milano.
L’architetto Francesco Iannone è stato inoltre tra i fondatori dell’associazione europea PLDA – Professional Lighting Designer Association. Attualmente è presidente del Codega Award, premio alle eccellenze nel lighting design.


Qualche anno fa, “human centric lighting” era soltanto uno slogan. Ora è invece una realtà… L’uomo è al centro di ogni progetto di illuminazione e il suo comfort e il suo benessere sono di prioritaria importanza per i professionisti che progettano, sviluppano e realizzano ogni tipo di spazio.

A confermarcelo, Francesco Iannone e Serena Tellini di Consuline che ci spiegano come la tecnologia sia un mezzo potente nelle mani del progettista, che riesce a plasmare e a controllare ogni punto luminoso. Così come pure il processo di digitalizzazione (la digital transformation) stia cambiando radicalmente il nostro modo di vivere e di pensare gli ambienti che ci circondano.

Il Metodo Monza e l’illuminazione museale

Facciamo un passo indietro.
Il punto di partenza della ricerca di Iannone e Tellini nel settore dell’illuminazione dinamica e dello human centric lighting è il Metodo Monza, creato in prima battuta per applicazioni in ambito museale, ma oggi replicabile praticamente in qualsiasi applicazione, dall’ufficio alle case di cura…

Il “Metodo Monza” è un sistema di illuminazione a percezione tridimensionale basato sull’uso dell’illuminazione a LED integrata con discipline quali per esempio le neuroscienze (neuroni a specchio) e la neuroestetica.

Prende il nome dal progetto di illuminazione realizzato per la Cappella di Teodolinda a Monza, primo caso applicativo. Da allora, la sperimentazione si è spinta alla ricerca di una luce modulabile in grado di variare da opera a opera ricalcando inoltre la luce naturale e il cambiamento che si avverte durante la giornata al variare della posizione del sole.

Il progetto di illuminazione della Galleria dei Carracci di Palazzo Farnese a Roma, l’illuminazione delle Scuderie del Quirinale, sempre a Roma, e il progetto per le opere di Simone Martini al Museo Civico di Siena sono sono degli esempi dei risultati eccellenti riportati dal Metodo Monza in ambito museale.

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Galleria dei Carracci – Palazzo Farnese, Roma – Foto: Vandeville
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Illuminazione delle Opere di Simone Martini nel Duomo di Siena

L’influenza della luce sull’uomo

Dopo la scoperta dei Premi Nobel per la Medicina Jeffrey C. Hall, Michael Rosbash e Michael W. Young sui meccanismi molecolari che controllano il ritmo circadiano, abbiamo avuto la certezza di quello che in parte sapevamo già: il nostro orologio biologico si adatta e si regola in funzione della situazione esterna, quindi anche della luce. E la luce ha un impatto fortissimo sull’uomo, sul suo stato psichico e fisico, sul suo umore…

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Applicando il Metodo Monza in altri ambiti, come l’ufficio i risultati sono incredibili. Basti pensare al progetto di illuminazione per gli uffici di Edison in cui è stata ricreata la luce naturale (e il suo variare) all’interno di uno spazio chiuso.

Oppure all’applicazione in una casa di cura, come nel caso del Paese Ritrovato.
Inaugurato a febbraio 2018 a Monza, il Paese ritrovato è l’esempio di quello che si potrebbe concretamente fare, attraverso un mix di discipline, studi e scienze, per aiutare le persone a vivere meglio. In questo caso stiamo parlando di un vero e proprio paese, con una piazza, un minimarket, una chiesa, un bar ecc., ricreato per curare 65 malati di Alzheimer. Un luogo in cui medici e infermieri si muovono vestiti “in borghese” e in cui l’obiettivo principale è far sentire i pazienti come a casa propria.

Un villaggio che rivoluziona il modo di intendere la cura e l’assistenza offrendo alle persone malate la possibilità di vivere in libertà e al tempo stesso di usufruire della necessaria assistenza. Qui l’illuminazione è stata studiata nei minimi dettagli per offrire quel calore e quel comfort che non si è soliti trovare nelle case di cura. La luce, insieme a suoni, profumi e altri elementi, rimandano alla percezione di un ambiente naturale che aiuta il malato ad avere un atteggiamento positivo.

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Le nuove frontiere dell’illuminazione smart

Questi sono degli esempi ma non sono certamente il punto di arrivo della ricerca.
La ricerca è e deve essere continua, con l’obiettivo di realizzare smart spaces in cui lo human centric lighting sia reale e porti dei benefici veri.

Inutile negare come in questo meccanismo di ricerca, studio e sviluppo siano fondamentali due aspetti: 1. il confronto con altri professionisti e altre competenze, come ingegneri elettrici ed elettronici, architetti, interior designer, software developer: lavorare in team diventa davvero importante in questo tipo di progetti; 2. la tecnologia, senza la quale molte cose non sarebbero possibili. Oggi, il controllo e la gestione dell’illuminazione, il fatto di avere lampade intelligenti, l’IoT come filo conduttore per l’integrazione e l’interconnessione dei vari dispositivi sono aspetti importantissimi.

Giornalista e communication manager è stato collaboratore, capo redattore e direttore di riviste specializzate con focus su smart technologies, industria elettronica, LED e illuminazione e sostenibilità ambientale. Laureata in Lingue, ha acquisito nel corso degli anni forti competenze in ambito Smart City e Smart building. Da oltre 10 anni, segue progetti editoriali speciali in tema di città sostenibili e intelligenti e promuove e organizza il premio Ecohitech Award. Negli ultimi 8 anni si è specializza in content marketing, editoria online e scrittura SEO-oriented. Oggi è Direttore editoriale di LUMI4innovation.it