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Transizione 5.0: gli Investimenti Trainanti per l’Efficienza Energetica

Transizione 5.0: gli Investimenti Trainanti per l’Efficienza Energetica

Il Piano Transizione 5.0 nasce per sostenere la transizione del sistema produttivo «verso un modello di produzione efficiente sotto il profilo energetico, sostenibile e basato sulle fonti rinnovabili». Per farlo, prevede importanti stanziamenti incentivanti.

Come illustra il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), assomma a 12,7 miliardi di euro il totale delle risorse stanziate per il biennio 2024-2025, circa la metà (6,3 miliardi) dei quali espressamente destinati a Transizione 5.0.

Transizione 5.0: il percorso normativo, dal Decreto Legge al decreto attuativo

Istituito lo scorso marzo, con il Decreto-Legge 2 marzo 2024, n. 19, in cui si sottolineava la sua finalità di sostegno del processo di transizione digitale ed energetica delle imprese, il Piano Transizione 5.0 ha visto nei mesi successivi la propria definizione, con le “misure per il monitoraggio dei crediti d’imposta per investimenti in beni strumentali e per attività di ricerca, sviluppo e innovazione”.

Il decreto attuativo, firmato il 24 luglio 2024, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale e la successiva circolare attuativa (agosto) e la pubblicazione delle prime FAQ sul sito del GSE. Esso disciplina le modalità attuative dello stesso piano, riconoscendo un credito d’imposta alle imprese che effettuano nuovi investimenti in strutture produttive e beni strumentali volti a ridurre i consumi energetici.

Tra i beni e le soluzioni che possono godere del credito d’imposta c’è anche EcoBlackBox, un dispositivo in grado di migliorare la power quality e ottenere risparmi energetici importanti, fino al 12%.

Ma vediamo meglio cosa dice normativa e chi può beneficiare degli incentivi legati alla Transizione 5.0.

Fondi e opportunità per le imprese

Sul totale dei 6,3 miliardi di euro stanziati, con fondi PNRR, la quota maggiore (3,8 miliardi) è destinata ai beni strumentali in tema di riduzione dei consumi, una parte (1,9 miliardi) è riservata a impianti energetici rinnovabili per autoproduzione e autoconsumo; la restante parte (600 milioni di euro) viene destinata alla formazione.

La legge prescrive che siano ammissibili al beneficio i progetti di innovazione relativi a investimenti effettuati in uno o più beni materiali nuovi, strumentali all’esercizio d’impresa, in grado di ridurre i consumi energetici della struttura produttiva, localizzata in Italia. Specifica, a questo scopo, che tale riduzione non può essere inferiore al 3%, oppure deve prevedere una riduzione di almeno il 5% dei consumi se calcolata sullo specifico processo interessato dall’investimento.

Incentivi, requisiti e opportunità

Il Piano Transizione 5.0 riconosce un credito d’imposta alle imprese che effettuano nuovi investimenti in strutture produttive situate in Italia. Come specifica il GSE,

«il Piano ha l’obiettivo di sostenere la transizione dei processi di produzione verso un modello efficiente sotto il profilo energetico, sostenibile e basato sulle energie rinnovabili».

Chi sono i destinatari degli incentivi di Transizione 5.0? La misura riguarda tutte le imprese, di qualsiasi dimensione, forma giuridica, attività economica e regime fiscale di determinazione del reddito.

Sono giudicati requisiti trainanti i progetti di innovazione avviati dal 1° gennaio 2024 e completati entro il 31 dicembre 2025.

Come si accede ai benefici fiscali?

La procedura per la richiesta del credito d’imposta per i progetti di innovazione prevede tre fasi: una comunicazione preventiva, una riguardante l’effettuazione degli ordini e una di completamento.

Tutte e tre le comunicazioni vanno effettuate tramite il portale “Transizione 5.0″ presente tra i servizi relativi alle misure PNRR nell’Area clienti – Misure PNRR – sezione “Transizione 5.0” del sito del GSE.

Il credito fiscale potrà essere fruito in un’unica rata entro il 31 dicembre 2025.

L’incentivo è cumulabile con altri aiuti di Stato e altre agevolazioni finanziate con risorse nazionali.

Esempi di investimenti trainanti e trainati

Quali sono i beni incentivati? Tutti i beni materiali nuovi strumentali all’esercizio d’impresa collegati alla riduzione del consumo di energia finale (di almeno del 3%) a livello di sito produttivo, oppure al risparmio energetico sul singolo processo (almeno del 5%) e possono essere Trainanti o complementari (trainati).

Gli Investimenti Trainanti sono gli investimenti primari che un’impresa deve intraprendere per migliorare direttamente l’efficienza energetica o per implementare tecnologie digitali avanzate. Si tratta di investimenti che “guidano” o “trainano” ulteriori sviluppi e sono elencati nell’Allegato A e B della normativa.

Possono essere, ad esempio:

  • Beni strumentali con funzionamento controllato e/o gestiti tramite opportuni sensori e azionamenti;
  • Dispositivi per l’interazione uomo macchina e per il miglioramento della sicurezza del posto di lavoro in logica 4.0;
  • Sistemi per l’assicurazione della qualità e della sostenibilità;
  • Beni strumentali finalizzati alla produzione di energia da fonti rinnovabili finalizzata all’autoconsumo.
  • ecc.

Sono agevolabili, grazie al Piano Transizione 5.0, anche i gruppi di generazione dell’energia elettrica, i trasformatori posti a monte dei punti di connessione della rete elettrica, nonché i misuratori dell’energia elettrica funzionali alla produzione di energia elettrica. Altrettanto, vale per gli impianti per la produzione di energia termica utilizzata esclusivamente come calore di processo e non cedibile a terzi, con elettrificazione dei consumi termici, alimentata tramite energia elettrica rinnovabile autoprodotta e autoconsumata ovvero certificata come rinnovabile.

Tra gli Investimenti Trainati rientrano i beni previsti nell’allegato A e B della normativa che non riescono a garantire il risparmio minimo del 3% e i beni per l’autoproduzione e l’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili come gli impianti fotovoltaici.

EcoBlackBox
EcoBlackBox

EcoBlackBox: un Investimento Trainante per ottenere fino al 12% di risparmio energetico

Tra gli investimenti trainanti ammissibili al credito d’imposta Transizione 5.0 rientrano anche i dispositivi che intervengono per migliorare la power quality.

L’energia non è tutta uguale: la sua qualità è influenzata da diversi fattori: sovra o sottotensioni di rete, armoniche, cali di tensione, gli stessi impianti fotovoltaici. La qualità dell’energia influenza l’efficienza energetica, perché le macchine e le applicazioni sono state progettate per essere alimentate da una energia pulita e costante.

Una scarsa qualità dell’energia può portare a numerose conseguenze negative, come la scorretta alimentazione dei carichi, la diminuzione della vita delle apparecchiature, la rottura di schede elettroniche e altri componenti, fermi e ritardi nella produzione, danni economici e molto altro.

Perché si possa contare su determinati fattori in grado di assicurare un’ottimale power quality è possibile installare un impianto specifico. Un esempio è Ecoblackbox, dell’azienda italiana Elettrone, la cui tecnologia di efficientamento lavora su tutti i carichi collegati a valle del dispositivo stesso e permette di realizzare un risparmio energetico generale dal 4 al 12%.

EcoBlackBox è stata progettata per soddisfare il bisogno di efficienza energetica delle aziende coprendo le potenze da 40 kVA 2800 kVA ma oltre a ottimizzare i consumi energetici, protegge anche impianti e macchinari più complessi, migliorando, di fatto, la produttività delle aziende.

Risponde alle caratteristiche attese per Transizione 5.0 e rappresenta uno degli investimenti trainanti.

Grazie a EcoBlackBox, le aziende possono facilmente raggiungere gli obiettivi di riduzione dei consumi energetici richiesti dal Piano, beneficiando al contempo di un supporto fiscale significativo e ottenendo una maggiore efficienza energetica, rendendo le operazioni aziendali più sostenibili e produttive.

Questi benefici si misurano anche a livello economico.
Giusto per fare un esempio: si consideri l’ipotesi di installare un impianto fotovoltaico. Se il costo ipotizzato, senza contare su Transizione 5.0, è pari a 100mila euro, lo stesso impianto, abbinato alla soluzione tecnologica di Elettrone, verrà a costare il 35% in meno.

 

 

Giornalista freelance specializzato in tecnologia e in modo particolare in tematiche che hanno un impatto significativo sulla vita quotidiana e su quella futura: smart energy, smart building, smart city.