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Smart city: cos’è, come funziona, caratteristiche ed esempi
Nella smart city, le tecnologie sono usate per rendere la città più efficiente, sicura e sostenibile e per migliorare la qualità della vita dei cittadini
Se oggi è ancora relativamente raro sentire parlare di tecnologia beacon – la quale consente lo scambio di dati a basso costo e a breve distanza – nell’immediato futuro lo scenario sembra destinato a cambiare: secondo i dati contenuti nel report “Smart Beacon Market” di MarketsandMarkets, il mercato mondiale dei beacon nel 2017 ha avuto un valore di oltre 1.228.000€, mentre nel 2023 si prevede che raggiungerà un valore di 17.845.000€.
Vediamo quali sono i fattori alla base di una così rapida diffusione prevista e quali sono i possibili ambiti applicativi.
I beacon son trasmettitori radio a bassa frequenza che sfruttano la tecnologia Bluetooth Low Energy per monitorare la presenza di dispositivi mobili e trasmettere dati entro un raggio di azione che varia dai 10 centimetri a circa 70 metri.
I beacon possono dialogare con smartphone, tablet e tutti i device mobili dotati di apposita app per la decodifica dei messaggi provenienti dai dispositivi. Il successo di questa tecnologia smart si lega in gran parte al fatto che si tratta di dispositivi economici, utili per lo scambio di dati attraverso un sistema a basso consumo.
La batteria di questi radiofari bluetooth, infatti, può durare anni, garantendo così la possibilità di creare reti di comunicazione ad elevata efficienza energetica.
Oggi utilizzati prevalentemente in ambito retail, i beacon offrono in realtà un ventaglio molto ricco di potenziali applicazioni sia nell’ambito del marketing di prossimità, sia in contesti come smart city, smart land o industria 4.0.
I beacon possono essere sfruttati come strumenti di comunicazione all’interno dei musei per fornire informazioni ai visitatori, ma anche per la diffusione di indicazioni utili in contesti sanitari, fino all’ambito della logistica e dei trasporti. Grazie alla loro precisione nel tracciamento fisico di altri dispositivi, possono essere utilizzati nell’ambito della smart city per il monitoraggio degli autobus cittadini, oppure con scopi legati alla videosorveglianza.
I beacon, ad esempio, possono mappare persone o macchinari all’interno di una data area, per una localizzazione in tempo reale che può essere sfruttata anche all’interno dell’industria 4.0, aumentando l’efficienza operativa negli stabilimenti.
In Italia, Bolzano può vantare un ruolo pionieristico relativamente all’adozione della tecnologia beacon: la Provincia altoatesina, infatti, è stata la prima a dotarsi di una rete beacon diffusa su tutto il territorio al 100% pubblica, ovvero totalmente aperta e gratuita.
La rete è stata creata posizionando 3.500 beacon nel territorio di 74 Comuni dell’Alto Adige ed è nata da una collaborazione tra il parco tecnologico NOI Techpark e la Provincia Autonoma di Bolzano, sfruttando un finanziamento di 545.300 euro del Fondo europeo per lo sviluppo regionale (Fesr).
Particolarità della rete pubblica è quella di poter essere utilizzata da qualunque azienda o startup con la volontà di sviluppare progetti ad hoc che spaziano dalla gamification al monitoraggio del territorio.
Tra le applicazioni attuate, la città di Merano in collaborazione con IDM ha integrato un gioco nella Südtirol Mobile Guide per coinvolgere i visitatori durante il periodo del mercatino natalizio locale, mentre la Fiera di Bolzano sfrutterà i dispositivi bluetooth per fornire informazioni ai visitatori. (In Italia, un altro interessante esempio di uso innovativo della tecnologia per migliorare l’esperienza turistica è rappresentato dal progetto Trentino VR, basato sulla realtà virtuale).
La piattaforma di sviluppo libera è stata inoltre utilizzata per lo sviluppo del progetto Blueslemon, nato da una collaborazione tra due aziende, Gruppo FOS e MAVTech, e un centro ricerca, EURAC, che integra l’uso di bluetooth e droni per il monitoraggio delle frane.
Il progetto europeo biennale dedicato alla realizzazione della rete di beacon in Alto Adige è giunto al termine lo scorso venerdì 31 gennaio, ma parlare di conclusione è errato: si apre ora una nuova fase, spiega Stefano Seppi, Project Manager Digital Technologies ICT di NOI Techpark.
“Avere a disposizione una infrastruttura aperta è di grande vantaggio per tutto il territorio: stimola la collaborazione, la nascita di sinergie, consente di condividere dati ottenendo informazioni utili per lo sviluppo di una visione più completa e l’elaborazione di nuovi servizi”.
Aggiunge Seppi: “Intorno a questo progetto si è creata una community: grazie alla condivisione delle competenze specifiche e delle idee sono nate proposte progettuali e collaborazioni che promuovono la ricerca e lo sviluppo in Alto Adige e che continueranno ad essere portate avanti, con gruppi di lavoro che si incontreranno regolarmente. Si tratta di un progetto che continuerà a vivere, che può avere infiniti sviluppi e che è replicabile su qualsiasi altro territorio”.
La rete resterà dunque a disposizione di chiunque voglia sviluppare un progetto che implica l’uso della tecnologia beacon, confermandone il ruolo di volano per lo sviluppo dell’innovazione al servizio del territorio.