- Scenario
Carbon Neutral: Cosa Significa e i Vantaggi per le Aziende
In linea con il Green Deal Europeo, sempre più aziende intraprendono il percorso per diventare carbon neutral. Cosa significa e quali sono i vantaggi.
Il monitoraggio delle emissioni riveste un’importanza crescente nella moderna gestione degli impianti industriali. Oltre a rendere le imprese più sostenibili tale monitoraggio permette di ridurre l’inquinamento atmosferico e, di conseguenza, di limitare gli effetti negativi di quest’ultimo su ambiente e salute umana.
L’Unione Europea ha introdotto una serie di normative che fanno da riferimento in materia di emissioni in atmosfera da impianti industriali. Si tratta nello specifico di tre direttive: la cosiddetta IED – Industrial Emissions Directive, vale a dire la direttiva 2010/75, cui hanno fatto seguito la 2015/2193 relativa alla limitazione delle emissioni nell’atmosfera di taluni inquinanti originati da impianti di combustione medi e la direttiva 2016/2284/UE focalizzata sulla riduzione delle emissioni nazionali di determinati inquinanti atmosferici.
Direttive che in Italia sono applicate attraverso l’Allegato VI alla Parte V del Codice dell’Ambiente (D.lgs. n. 152/06 e s.m.i.), la norma quadro in materia di emissioni in atmosfera da impianti industriali, e da due decreti legislativi (il D.lgs. n. 183/2017 e il D.lgs. n. 81/2018) con cui le direttive UE 2015/2193 e 2016/2284 sono state applicate in Italia.
Al già ampio ventaglio di norme da tenere presenti va aggiunto il decreto legislativo n. 155/2010 che attua un’altra importante direttiva europea: la 2008/50 relativa alla qualità dell’aria. Il d.lgs 155/2010 rappresenta la norma di riferimento in materia di controllo dell’inquinamento atmosferico, oltre a definire valori limite per le concentrazioni nell’aria ambiente di determinate sostanze, individua l’elenco degli inquinanti per i quali è obbligatorio il monitoraggio.
Non si tratta solo di testi normativi ma anche di strumenti che permettono di tracciare il profilo e le caratteristiche di queste emissioni. Il D.lgs. n. 152/06, infatti, oltre a fornire fornisce una definizione chiara e univoca del concetto di emissione, prevede che ogni azienda che produce emissioni in atmosfera sia tenuta ad ottenere apposite autorizzazioni, ognuna riferita al singolo stabilimento.
Per garantire il controllo periodico delle emissioni prodotte dagli impianti industriali, le norme nazionali e regionali prevedono l’impiego di Sistemi di Monitoraggio in continuo delle Emissioni (SME).
Per far sì che i processi produttivi mantengano elevati livelli di efficienza energetica e sostenibilità ambientale senza perciò intaccare la qualità del prodotto, alcuni impianti industriali sono tenuti a monitorare in modo costante i processi impiegando sistemi in grado di misurare e analizzare gli agenti inquinanti.
Nella gestione degli impianti industriali il monitoraggio in continuo delle emissioni in atmosfera è un obbligo che riveste un’importanza sempre maggiore. Ciò è dovuto principalmente alla sua duplice natura.
L’impiego del sistema SME, infatti, non rappresenta solo un vincolo per l’azienda ma anche un’importante opportunità per rendere più efficienti gli impianti industriali, potenziandone non solo le prestazioni ma anche migliorandone le performance ambientali.
Lo SME non si applica ovviamente a tutte le imprese o a tutti gli impianti industriali. Generalmente gli impianti che hanno il dovere di dotarsi di un Sistema di Monitoraggio in continuo delle Emissioni rientrano in precisi settori produttivi, come (per citarne alcuni) gli impianti di produzione di energia, le industrie chimiche e petrolchimiche, gli impianti di incenerimento dei rifiuti urbani, gli stabilimenti siderurgici.
A definire nel dettaglio quali impianti industriali sono tenuti a dotarsi di un Sistema di Monitoraggio in continuo delle Emissioni non è il solo decreto legislativo 152/2006, ma anche le diverse autorizzazioni locali specifiche, che impongono la realizzazione e la gestione di uno SME a:
Per tutti questi impianti industriali lo SME è un vincolo cogente. Ma un vincolo che comporta anche una serie di vantaggi per l’impresa.
Il primo è ovviamente di carattere ambientale. Lo SME offre infatti agli impianti produttivi la possibilità di analizzare in modo costante gli inquinanti che derivano dai processi industriali. Tra questi gli ossidi di azoto e di zolfo, il monossido di carbonio e alcuni composti come l’acido cloridrico e fluoridrico.
Non solo. Il sistema di monitoraggio in continuo delle emissioni permette anche di ottenere informazioni fondamentali riguardo le concentrazioni e i flussi di massa a regime. Dati che possono essere ricavati in diverse condizioni di funzionamento dell’impianto (tanto in stati di avvio e spegnimento quanto in caso di guasto).
Informazioni preziose, quelle fornite dallo SME, che permettono quindi alle aziende non solo di tenere sotto controllo le emissioni inquinanti di un certo impianto produttivo ma anche di ridurle nel tempo, avanzando così nel processo di decarbonizzazione dell’industria.
Se i benefici ambientali dello SME sono lampanti, altri pregi di questo sistema potrebbero non esserlo. Il sistema di monitoraggio in continuo delle emissioni, infatti, non permette solo di ridurre l’inquinamento ma fornisce anche informazioni che permettono all’azienda di migliorare il luogo di lavoro sotto diversi punti di vista: monitorare le emissioni fuggitive consente infatti di rendere gli ambienti di lavoro più sicuri e salubri, migliorando di conseguenza l’efficienza produttiva.
Al contempo, lo SME permette di risparmiare energia e limitare la dispersione del prodotto, riducendo così anche i costi legati alle attività di ispezione e manutenzione.