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Smart city: cos’è, come funziona, caratteristiche ed esempi
Nella smart city, le tecnologie sono usate per rendere la città più efficiente, sicura e sostenibile e per migliorare la qualità della vita dei cittadini
In una situazione complicata come quella attuale, le preoccupazioni per la pubblica amministrazione italiana sembrano non finire mai. Durante l’emergenza sanitaria stanno infatti comparendo nuove problematiche che riguardano la gestione degli spazi, delle infrastrutture e la fornitura dei servizi ai cittadini. Come il servizio di gestione rifiuti.
Ma come stiamo imparando, davanti a ogni ostacolo nascono anche delle opportunità. In questo caso, un’occasione per approfondire, conoscere e trovare nuove soluzioni che, anche se non nell’immediato, possano portare a un miglioramento. In questo senso, le soluzioni smart e l’utilizzo delle nuove tecnologie possono offrire un valido aiuto e traghettare i Comuni verso un modello di smart city.
Di fronte alla gestione dell’emergenza Covid-19, le diverse Regioni hanno emanato dalle nuove regole in tema di gestione dei rifiuti. Ad esempio, l’obbligo di non fare la raccolta differenziata per i soggetti positivi o in quarantena a maggiore tutela degli operatori del servizio. O, in certi Comuni, la sospensione della raccolta dei rifiuti ingombranti e di alcuni tipi di RAEE (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche) come frigoriferi, televisori ecc. e la riduzione degli orari di accesso alle piazzole ecologiche (ndr. a Cremona, ad esempio, è stato deciso di chiudere la piazzola ecologica fino al 15 aprile). Infine, l’emergenza dentro l’emergenza: il problema legato alla gestione dei rifiuti ospedalieri, una tipologia di rifiuto speciale cresciuto in questo periodo in maniera esponenziale.
Il tutto si inserisce in un contesto italiano in cui le problematiche legate alla corretta raccolta, gestione e smaltimento di rifiuti erano già questioni piuttosto spinose.
Anche se non esistono sistemi che possano risolvere il problema in modo immediato, esistono idee e soluzioni intelligenti che, in futuro, potranno aiutare i Comuni e le PA a operare una gestione ottimizzata dei rifiuti e a rispondere a precisi obiettivi di raccolta differenziata.
Cassonetti connessi e smart bin, soluzioni intelligenti per la gestione logistica dei rifiuti, dispositivi smart presso gli impianti di smaltimento e riciclaggio, sistemi cloud per la raccolta e l’elaborazione dei data sulle operazioni di raccolta differenziata. La rivoluzione digitale è destinata a modificare anche il servizio della gestione rifiuti, un ambito cruciale per una smart city che punta a essere sostenibile ed efficiente, oltre che digitale.
Secondo un recente studio di Frost&Sullivan, ci sono 5 trasformazioni digitali legate all’utilizzo di nuove tecnologie nelle smart city che sono destinate a creare nuove opportunità per il settore del recupero e riciclaggio dei rifiuti:
Sempre secondo la società di analisi di mercato, le innovazioni sopracitate, dal cassonetto “connesso” allo smart waste, potrebbe generare 3,6 miliardi di dollari di fatturato. Questi cambiamenti saranno trainati dallo sviluppo di Internet of Things e da modelli di economia circolare e smart city.
In alcune città lombarde, come a Milano con 13.000 installazioni, si sta sperimentano lo smart bin, il bidone intelligente. Si tratta di un cestino, dotato di un particolare sensore, capace di rilevare il proprio livello di riempimento, ma anche la frequenza e l’orario di utilizzo attraverso. I dati raccolti vengono inviati tramite rete wireless a un software che li analizza e li elabora permettendo un monitoraggio più efficace, una ottimizzazione del processo di raccolta dei rifiuti, l’intervento più tempestivo in caso di situazioni critiche (evitando l’accumulo di rifiuti al di fuori del bidone stesso) e, infine, la riduzione dell’impiego di mezzi e operatori.
Un altro esempio similare, realizzato nel Nord Italia, si basa sull’utilizzo di un cassonetto connesso che, grazie a sensori ottici al laser e una soluzione IoT, è in grado di rilevare i livelli di riempimento dei cassonetti. Anche qui, il sistema di gestione si basa su un software per la raccolta e archiviazione dei dati relativi ai cassonetti stessi, utilizzati per ottimizzare le operazioni di gestione rifiuti.
In altri Comuni dell’Emilia-Romagna è in fase di sperimentazione un’altra soluzione innovativa di Smart Waste. In una piattaforma ecologica dedicata, l’accesso ai contenitori per i rifiuti avviene solo tramite identificazione dell’utente, mediante app, tecnologia NFC (near field communication, tramite smartphone) o RFID (con tessera sanitaria). I cassonetti sono normalmente chiusi e il conferimento dei rifiuti avviene senza la necessità di toccare leve e pedali. Il sistema permette di controllare il comportamento dei cittadini e i quantitativi di raccolta differenziata.
In altre Regioni, come Toscana e Piemonte, sono state create delle aree di raccolta e gestione rifiuti che, oltre a richiedere l’identificazione dei cittadini tramite tessera sanitaria o app su smartphone, vengono videosorvegliate da telecamere dedicate. Tramite un sofisticato software di riconoscimento delle azioni questo permette di seguire e tracciare il comportamento dei singoli cittadini e verificare eventuali comportamenti anomali.
Interessante poi l’iniziativa avviata qualche mese fa a Lucca, dove, per incentivare la raccolta differenziata, si è pensato di premiare i cittadini più virtuosi con uno sconto sulla tassa dei rifiuti, la TARI. Il tutto è stato possibile tramite un sistema di tracciamento e identificazione dei cittadini.
Un sistema di cassonetti intelligenti e una soluzione smart basata su IoT ha riguardato in via sperimentale la raccolta dei RAEE – ovvero dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche come elettrodomestici, televisori, Pc ecc. – a Milano.
Il sistema è stato pensato per potenziare le isole ecologiche con una gestione rifiuti completamente demandata al cittadino che vi poteva accedere tramite tessera sanitaria. Anche qui, sensori e rilevazione dati hanno permesso di capire quando il cassonetto era pieno. Uno strumento particolarmente utile per questo tipo di rifiuti che spesso non vengono rilevati e gestiti correttamente, ma che hanno una percentuale di potenziale di recupero dei materiali e riutilizzo superiore al 90% del proprio peso.
Sempre in tema di RAEE, un’iniziativa molto interessante appena avviata da un team di ricercatori dell’ENEA è quella denominata ROMEO.
ROMEO (Recovery Of MEtals by hydrOmetallurgy) è il primo impianto pilota italiano per il recupero di materiali preziosi (come oro, argento ecc.) da vecchi pc, cellulari e televisori. Situato a nord di Roma, l’impianto di riciclaggio usa un processo idrometallurgico brevettato ENEA che consente una notevole riduzione dei costi energetici rispetto alle altre tecniche ad alta temperatura. Questo permette di recuperare il 95% di oro, argento, platino, rame, stagno e piombo presenti nei rifiuti elettronici.
Un’iniziativa meno smart, forse, ma che ben si inserisce nei nuovi obiettivi sull’economia circolare e il green new deal richiesti dall’Europa e approvati dall’Italia – anche durante questo periodo di emergenza coronavirus – per rispondere all’Agenda 2030.