
- Opinioni
Digitalizzazione e dati per la transizione ecologica
Digitalizzazione e transizione ecologica devono andare avanti di pari passo. Insieme a logiche di open innovation. L’intervento di Silvia Celani di ACEA.
Di fronte all’urgenza di affrontare i cambiamenti climatici e ridurre le emissioni di gas serra, la transizione verso fonti di energia rinnovabile è diventata una priorità per molte città in tutto il mondo. Gli enti pubblici ricoprono un ruolo fondamentale in questo processo, poiché possono svolgere un ruolo di guida, incoraggiando e adottando soluzioni energetiche sostenibili.
Questo articolo intende esplorare quali possibilità esistono per gli enti pubblici di fronte all’utilizzo di fonti di energia rinnovabile come il fotovoltaico, l’eolico e le biomasse per promuovere la transizione energetica in ottica di città sostenibile.
L’energia fotovoltaica, ottenuta dalla conversione della luce solare in energia elettrica, rappresenta una delle fonti di energia rinnovabile più diffuse e accessibili. Gli enti pubblici possono sfruttare il potenziale dell’energia solare installando pannelli fotovoltaici su edifici pubblici, parcheggi, aree verdi e altre infrastrutture.
Questi impianti possono generare energia pulita per alimentare l’illuminazione pubblica, i sistemi di riscaldamento e raffreddamento degli edifici, i sistemi di trasporto elettrico e molto altro ancora.
Stando all’ultimo rapporto di Legambiente “Comunità Rinnovabili 2023” che analizza lo sviluppo delle fonti rinnovabili nei Comuni italiani, nel 2022 sono stati 7.317 i Comuni che hanno visto la realizzazione di nuovi impianti da fonti rinnovabili (solo +14,4% rispetto al 2021) e 3.535 i Comuni 100% Rinnovabili Elettrici (solo 42 in più rispetto al 2021). In generale, in Italia nel 2022 sono stati registrati 3,4 GW di nuovo installato da fonti rinnovabili per un totale di 206.600 impianti nuovi, di cui 206.167 di solare fotovoltaico.
L’adozione del fotovoltaico rappresenta un aspetto cruciale per la creazione di comunità energetiche rinnovabili da parte degli enti locali e per avviare nuovi modelli di autoconsumo.
Le comunità energetiche rinnovabili (CER) di cui tanto si sente parlare in questo ultimo periodo consentono infatti agli enti locali di coinvolgere attivamente i cittadini, le imprese e altre parti interessate nella produzione, condivisione e consumo di energia rinnovabile. In questo contesto, l’installazione di impianti fotovoltaici su edifici pubblici, come scuole, municipi o strutture sportive, permette agli enti locali di diventare produttori di energia e di coinvolgere la comunità nel processo. Allo stesso tempo, permettono di ridurre e ottimizzare i costi.
La biomassa è una fonte di energia rinnovabile ottenuta dalla combustione di materiali di origine organica, come scarti vegetali, residui agricoli o rifiuti organici. Gli enti pubblici possono utilizzare la biomassa per la produzione di elettricità e calore attraverso centrali termiche a biomassa. Questa energia può essere impiegata per alimentare reti di teleriscaldamento, fornendo calore agli edifici pubblici e privati.
Anche in questo caso, può rappresentare una risorsa preziosa e un importante strumento di decarbonizzazione.
La cogenerazione e la trigenerazione sono sistemi energetici che consentono di utilizzare in modo efficiente il combustibile primario, riducendo i consumi energetici e le emissioni di CO2. La cogenerazione prevede la produzione simultanea di calore e elettricità, mentre la trigenerazione aggiunge anche la produzione di energia meccanica o refrigerazione.
Gli enti pubblici possono adottare sistemi di cogenerazione o trigenerazione per alimentare gli edifici pubblici, gli impianti di trattamento delle acque e altri servizi. Questo approccio contribuisce a ridurre la dipendenza dalle fonti di energia convenzionali, riducendo i costi energetici e le emissioni di CO2.
Esempi virtuosi di cogenerazione e trigenerazione da biomasse in chiave sostenibile arrivano dalla ESCo milanese Carbotermo, un’azienda estremamente sensibile al tema del cambiamento climatico che da tempo ha acquisito coscienza dell’indispensabile necessità di un utilizzo sempre maggiore di risorse rinnovabili.
In questa direzione, Carbotermo ha richiesto e ottenuto la certificazione EN Plus per la fornitura di biomassa (cippato e pellet di legno) di qualità A1 e A2 utilizzato nei sistemi di cogenerazione e teleriscaldamento.
Non solo fotovoltaico. Anche l’eolico si sta diffondendo tra i Comuni italiani.
E’ di poco tempo fa l’annuncio del Comune di Rimini rispetto alla volontà di dar vita al progetto “Hub Energetico Agnes Romagna 1&2”, un impianto eolico offshore che sorgerà a Ravenna, all’altezza di Lido di Classe, e che in parte arriverà ad affacciarsi anche di fronte al territorio riminese. Il progetto prevede la realizzazione di due impianti eolici, di un impianto fotovoltaico galleggiante e di un impianto di elettrolizzazione onshore per la produzione di idrogeno.
Un progetto che punta in avanti e che dovrebbe arrivare presto alla realizzazione.
Come abbiamo visto, la transizione verso una città sostenibile richiede un forte impegno da parte degli enti pubblici nell’adottare fonti di energia rinnovabile come il fotovoltaico, l’eolico e le biomasse.
Oltre a ridurre le emissioni di CO2, l’adozione di fonti di energia rinnovabile può portare a vantaggi economici, come la riduzione delle bollette energetiche e la creazione di posti di lavoro nel settore delle energie pulite. La transizione verso una città sostenibile richiede una pianificazione attenta, partnership tra enti pubblici e privati (i noti PPP o partenariati pubblico privati) e la partecipazione attiva dei cittadini che si fanno attori e promotori della sostenibilità in ambito cittadino.
Gli enti pubblici possono svolgere un ruolo di leadership nell’ispirare altre città e comunità a seguire l’esempio e a fare la loro parte per affrontare la crisi climatica.