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Smart city: cos’è, come funziona, caratteristiche ed esempi
Nella smart city, le tecnologie sono usate per rendere la città più efficiente, sicura e sostenibile e per migliorare la qualità della vita dei cittadini
Il tema della mobilità sostenibile è molto sentito da cittadini e amministrazioni pubbliche ed è centrale di tutti i progetti di smart city. Dopo la pandemia da Covid-19 la mobilità green ha vissuto un momento di forte sviluppo ed è oggi oggetto di discussione di tutti i tavoli istituzionali. È inoltre un aspetto importante del Green Deal europeo e del Piano di Ripresa e Resilienza (Pnrr) e riprende gli obiettivi di sviluppo sostenibile espressi nell’Agenda 2030.
Quando si parla di mobilità sostenibile si pensa subito a veicoli elettrici e a piste ciclabili e, guardando all’ambito urbano, a un trasporto pubblico più efficiente e a basso impatto ambientale.
Non è un caso che il Ministero dei Trasporti abbia deciso di chiamarsi oggi Mims ovvero Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili rafforzando l’importanza del tema della transizione ecologica nei trasporti.
Nella definizione riportata nella strategia europea in materia di sviluppo sostenibile, la mobilità sostenibile deve garantire “che i sistemi di trasporto corrispondano ai bisogni economici, sociali e ambientali della società, minimizzandone contemporaneamente le ripercussioni negative sull’economia, la società e l’ambiente”.
I suoi obiettivi principali possono riassumersi nei seguenti punti:
La mobilità sostenibile coinvolge quindi aspetti economici, sociali e ambientali e intende promuovere un sistema di trasporti e spostamenti che sia equo, realizzabile per rendere i servizi migliori e le aree urbane più vivibili.
La mobilità “green” ha un impatto ambientale, sociale, economico e apporta diversi tipi di vantaggi alla comunità. Eccoli in sintesi:
Le principali forme di mobilità sostenibile possono sintetizzarsi nelle seguenti voci e si uniscono a un insieme di buone pratiche, comportamenti virtuosi e scelte consapevoli che coinvolgono in prima persona ogni cittadino (su questo punto si fa riferimento alla guida sulle buone pratiche sulla mobilità sostenibile redatta da Regione Lombardia).
L’uso di biciclette e dei mezzi pubblici va spinto e privilegiato, specialmente nei centri storici cittadini e per brevi spostamenti. In particolare, l’utilizzo delle biciclette viene promossa attraverso la realizzazione di piste ciclabili e itinerari ad hoc. Una delle misure del Pnrr si occuperà proprio del rafforzamento della mobilità ciclistica con l’obiettivo di realizzare circa 570 km di piste ciclabili urbane e metropolitane e circa 1.250 km di piste ciclabili turistiche per un totale di 1.820 km.
Per quanto riguarda i mezzi pubblici, molte città e metropoli europee, per spingere il loro utilizzo, hanno scelto di offrire ai cittadini biglietti gratuiti o a tariffe agevolate. Inoltre, un’altra misura del Pnrr prevede l’acquisto entro il 2026 di 3.600 bus a basse emissioni proprio per ammodernanre il parco mezzi presente nelle principali città italiane in ottica di sostenibilità ambientale.
A livello territoriale, si spinge sempre di più verso servizi che vedono l’uso di veicoli di trasporto condivisi. I servizi di sharing mobility, abilitati dalle nuove tecnologie digitali e da app specifiche, sono disponibili su richiesta dei cittadini secondo itinerari e orari stabiliti di volta in volta. Questo permette di migliorare i servizi di prossimità e di ridurre gli spostamenti automobilistici.
Oggi esistono numerose start-up e aziende che mettono a disposizione questo tipo di servizio che riguarda sia le automobili sia le bici (normali ed elettriche) sia la condivisione di auto con altri passeggeri che fanno lo stesso percorso (particolarmente conosciuto è il successo di BlaBlaCar).
Se si sceglie di usare l’auto come mezzo di trasporto meglio privilegiare l’acquisto e l’uso di veicoli elettrici e di forme di e-mobility per evitare emissioni inquinanti di CO2 nell’atmosfera. Il percorso verso l’elettrificazione diventa un fattore molto importante nei progetti di smart city per compiere il processo di transizione ecologica a livello urbano.
Il Pnrr prevede un intervento per sviluppare nuove infrastrutture di ricarica elettrica: 7.500 punti di ricarica in autostrada e 13.755 nei centri urbani.
Nel caso di uso di autovetture tradizionali, è bene adottare una velocità moderata e costante per ridurre consumi ed emissioni. E fare frequenti controlli al mezzo.
Nel settore della logistica, l’ultimo miglio si riferisce alla consegna finale dell’oggetto e spesso riguarda i centri storici delle città. Sono molte le realtà che hanno attivato dei servizi alternativi per evitare l’ingresso di mezzi pesanti come camion o furgoni all’interno delle aree urbane e hanno invece adottato misure alternative.
A Milano, tra le altre iniziative, è in corso una sperimentazione che vede l’uso di un robot a guida autonoma per le consegne e la piccola logistica dell’ultimo miglio. Yape, questo il nome del robot-postino, viene gestito a distanza tramite una control room che ne monitora lo stato di carica delle batterie e permette di intervenire in caso di problemi o malfunzionamenti.
Trasporto intermodale
Diventa importante creare una rete intermodale di spostamento (di merci e persone) che consenta spostamenti più veloci e a minore impatto ambientale combinando più mezzi di trasporto.
Se a livello italiano, le misure sono programmate e attuate dal Mims, nelle città la mobilità sostenibile si attua attraverso un Piano della Mobilità Sostenibile (PUMS) divenuto obbligatorio dal 2017 per le realtà sopra i 100mila abitanti.
Cos’è il PUMS? Il PUMS è uno strumento di pianificazione basato su un approccio strategico e integrato che deve mettere insieme tutti i mezzi di trasporto presenti su un territorio e creare un sistema che migliori le condizioni di accessibilità e i servizi ai cittadini attraverso la mobilità sostenibile.
Il punto di partenza per qualsiasi tipo di pianificazione in ambito urbano è l’analisi dei fabbisogni e delle esigenze di mobilità delle persone e delle merci all’interno del territorio. Per questo motivo serve un approccio trasparente e condiviso che coinvolga i cittadini e gli stakeholders (imprese, enti, associazioni, università ecc.) per avere risultati duraturi nel tempo.
Il piano di mobilità sostenibile deve prevedere l’integrazione di tutti i sistemi di trasporto esistenti su un’area, siano essi pubblici o privati, motorizzati o meno.
Un altro aspetto fondamentale è poi quello del monitoraggio e del controllo. Ogni azione va verificata, analizzata (attraverso la rilevazione e l’analisi dei dati) e validata o eventualmente modificata.
Per attuare piani di mobilità sostenibile è diventata sempre più importante anche la figura del mobility manager, sia a livello urbano sia a livello aziendale.
Nei principali esempi internazionali di Smart city, la mobilità urbana intelligente e sostenibile gioca un ruolo cruciale.
Un esempio virtuoso in Europa è Copenhagen. La capitale danese ambisce a diventare una città a zero emissioni entro il 2025.
La strategia della città punta su vari aspetti, come l’efficientamento degli edifici esistenti, e l’aumento di produzione di energia da fonti rinnovabili. Ma la mobilita sostenibile è sicuramente uno dei pilastri dello sviluppo della città. La bicicletta è già uno dei mezzi di trasporto più utilizzati nel Paese. Per ridurre ulteriormente le emissioni e arrivare all’obiettivo “impatto zero”, l’Amministrazione punta a far sì che almeno l’80% degli spostamenti urbani venga fatto a piedi, in bicicletta o con i mezzi pubblici.
Anche Amsterdam offre un esempio virtuoso in fatto di mobilità sostenibile.
La capitale è la città più ciclabile del mondo con oltre 850mila biciclette in circolazione e ha vietato progressivamente la circolazione dei mezzi – autobus, moto, auto – alimentati da combustibili fossili. Per contro, promuove l’uso di veicoli elettrici e lo sviluppo delle infrastrutture di ricarica urbane.
Altre città in Europa, come Vienna, Friburgo, Stoccolma, Amburgo e Norimberga, hanno via via inaugurato quartieri “car free”, pensati per essere a misura d’uomo e per favorire gli spostamenti a piedi, in bici o con i mezzi pubblici. Anche il modello urbanistico della città dei 15 minuti, inventata dalla sindaca Hidalgo di Parigi ed esportata in tutta Europa, spinge verso distretti senza macchine e sul concetto di prossimità agevolando una “vita di quartiere”.
La mobilità sostenibile avanza, anche se lentamente, anche in Italia con diversi casi virtuosi.
Il recente rapporto SNPA 2022 realizzato insieme all’ISPRA dal titolo “Città in transizione: i capoluoghi italiani verso la sostenibilità ambientale” riporta alcuni dati interessanti sui capoluogo di Provincia esaminati rispetto a temi di vivibilità e sostenibilità ambientale.
In particolare:
Da anni, il Comune di Milano porta avanti numerosi progetti di mobilità intelligente e sostenibile. Il capoluogo lombardo ha previsto ad esempio una serie di misure per favorire la diffusione della mobilità elettrica attraverso la sosta gratuita per i veicoli. Il Comune ha inoltre installato numerose colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici e sta ammodernando i parchi dei mezzi pubblici privilegiando l’uso degli elettrici. Sta infine spingendo su servizi di sharing mobility e sulla micromobilità urbana.
Dalla e-mobility all’illuminazione pubblica intelligente, dalla movimentazione merci alternativa al monitoraggio del traffico, fino allo smart parking, Trento punta da tempo su un nuovo approccio alla mobilità, smart e a basso impatto ambientale
Grazie ai finanziamenti di un progetto europeo, il capoluogo trentino ha creato la prima dashboard sulla mobilità urbana in grado di raccogliere e analizzare dati e informazioni relativi ad esempio alle stazioni di bike sharing, alle colonnine di ricarica, alle piste ciclabili e ai parcheggi per disabili, mostrandoli poi in una mappa interattiva resa disponibile ai cittadini attraverso una app dedicata.
Per spingere la mobilità sostenibile e ridurre le emissioni di CO2, Trento ha anche adottato una forma di logistica dell’ultimo miglio innovativa per consegnare la merce all’interno del centro storico della città attraverso veicoli elettrici.
Firenze è tra le prime città europee a spingere sulla mobilità aerea avanzata e a sperimentare l’uso di droni e veicoli elettrici a decollo verticale per il trasporto di persone, merci e farmaci. Grazie all’accordo con l’Enac (Ente Nazionale per l’Aviazione Civile) la città testerà alcuni sistemi tecnologici avanzati per la movimentazione di merci e farmaci all’interno della città andando a togliere traffico sulle strade.
Temi come e-mobility, smart road, comunicazione V2V (vehicle-to-vehicle) e mobilità sostenibile sono al centro dell’attenzione, oltre che delle Pubbliche Amministrazioni, anche di imprese e start-up.
Si chiama ad esempio Lybra il sistema creato da 20energy per trasformare la velocità di un veicolo in energia. Il modulo è un assorbitore di velocità in grado di convertire l’energia cinetica dei veicoli in transito nei caselli autostradale in fase di rallentamento, assorbendo la loro decelerazione e convertendola in elettricità. Un sistema che potrebbe aprire la strada a una nuova fonte energetica green.
Basata ad Almenno San Bartolomeo (Bergamo), Daze Technology ha invece creato un sistema plug and play di ricarica automatico e conduttivo per veicoli elettrici. Un sistema facilmente installabile e che si può posizionare a terra, in qualsiasi parcheggio o posto auto.
Un’altra delle miriadi di start-up innovative che ha sviluppato nuove soluzioni per la mobilità è Volvero, nata per permettere alle persone di avere in sharing una moto o un veicolo commerciale. Funziona attraverso una piattaforma in cui vengono inserite distanze, esigenze e specifiche in modo da poter avere in condivisione il mezzo più adatto.
Entro il 2035 è previsto il termine della produzione di auto endotermiche. Per favorire il passaggio verso un modello sostenibile, il Governo sta incentivando l’acquisto di auro ibride ed elettriche.
Con il decreto-legge n. 17/2022, ad esempio, il Governo metteva a disposizione 700 milioni di euro per il 2022 e 1 miliardo di euro per ciascuno degli anni dal 2023 al 2030 per finanziare gli incentivi auto.
I finanziamenti sono suddivisi in questo modo, come da DPCM 6 aprile 2022:
Un’altra misura del Mims e del Mise prevede un bonus fino a 3500 euro per chi installa sistemi di trazione elettrica su veicoli per il trasporto di persone e merci, come minivan e furgoni. Il contributo è pari al 60% del costo per la riqualificazione fino a un massimo di 3.500 euro.
Esistono anche un’altra serie di agevolazioni per la mobilità sostenibile come:
Il Pnrr, già citato in questo articolo, prevede altre misure e lo stanziamento di finanziamenti a favore della mobilità sostenibile. A luglio 2022 sono stati stanziati, ad esempio, 50 milioni di euro di incentivi per l’acquisto di autobus ecologici per servizi turistici e a lunga percorrenza.